Benedetto XVI alle Chiese Orientali Ortodosse: in un mondo ferito dalle divisioni
è urgente lavorare per l’unità dei cristiani
L’unità dei cristiani è ancor più urgente oggi in un mondo segnato da divisioni e
conflitti: così, Benedetto XVI nell’udienza ai partecipanti alla riunione della Commissione
mista internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese
Orientali Ortodosse. Si tratta di un gruppo di sette Chiese locali che si separarono
dalla Chiesa nel 451 non accettando alcune formulazioni del Concilio di Calcedonia.
Nel suo discorso, il Papa ha anche ribadito la necessità che vengano gettati semi
di speranza in Medio Oriente. Il servizio di Alessandro Gisotti:
The world
needs a visible sign… “Il mondo ha bisogno di un segno visibile del
mistero dell’unità”: è quanto sottolineato da Benedetto XVI che ha lodato l’impegno
delle Chiese Orientali Ortodosse in favore del dialogo con la Chiesa cattolica. Un
dialogo, ha rilevato, necessario a superare le divisioni del passato e a rafforzare
“l’unità testimoniata dai cristiani di fronte alle enormi sfide che oggi devono affrontare
i credenti”. Ed ha ribadito che è un dovere dei fedeli lavorare per la manifestazione
della dimensione comunionale della Chiesa:
We
need only cast our minds to the Middle East… “Basti pensare
al Medio Oriente, dal quale molti di voi provengono – ha costatato il Papa – per vedere
che abbiamo urgente bisogno di semi autentici di speranza in un mondo ferito dalla
tragedia delle divisioni, dei conflitti e dell’immensa sofferenza umana”. Benedetto
XVI ha quindi definito un “segnale di speranza e incoraggiamento” il fatto che il
dialogo tra la Chiesa cattolica e le Chiese Orientali Ortodosse sia proseguito negli
anni, compiendo passi importanti in particolare, da ultimo, nello studio della Chiesa
come comunione.
The Week of Prayer for Christian
Unity… “La Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani – ha proseguito
– si è da poco conclusa con una cerimonia nella Basilica dedicata al grande Apostolo
Paolo”. Proprio Paolo, ha sottolineato il Pontefice, “è stato il primo difensore e
teologo dell’unità della Chiesa”. I suoi sforzi, il suo impegno, ha concluso, “erano
ispirati da una duratura aspirazione a mantenere una visibile” e “reale comunione
tra i discepoli del Signore”.