L'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza della Ue, Solana, indica
il mese di febbraio come decisivo per stabilire un cessate il fuoco duraturo a Gaza
e procedere poi ad un accordo più politico tra palestinesi e israeliani. Solana chiede
al momento ad Israele di permettere il passaggio di più veicoli umanitari a Gaza.
Intanto, stamane alcuni palestinesi sono rimasti feriti a Khan Yunes (a sud di Gaza)
in un attacco aereo israeliano, che ha fatto seguito al lancio di almeno un razzo
da Gaza verso la città israeliana di Sderot, nel Neghev. A quanto pare l'obiettivo
del raid era un agente delle forze di sicurezza di Hamas che circolava a bordo di
una motocicletta e che è stato colpito. Secondo la stampa israeliana, nel contesto
di accordi di pace definitivi con l'Autorità nazionale palestinese, il premier israeliano,
Olmert, ha prefigurato lo sgombero di 60 mila coloni, circa un quinto di quelli che
oggi vivono in Cisgiordania. Fra queste proposte figura un ritiro quasi totale dalla
Cisgiordania.
Pakistan Cinque persone fra coloro che sono state uccise
nell'ultimo attacco missilistico americano in Pakistan, erano civili. Lo dice la televisione
pachistana Geo Tv. Venerdì scorso, poche ore dopo l'insediamento del nuovo presidente
americano, sono ripresi gli attacchi missilistici nel nord ovest del Pakistan ai confini
con il Pakistan ad opera di droni americani. In quella occasione tre missili lanciati
nell'area di Gangai Khel nel Sud Waziristan hanno fatto 33 morti. Secondo le forze
alleate di stanza in Pakistan e gli americani, l'obiettivo dell'attacco missilistico
era un covo di talebani vicini ad Al Qaeda. Il governo pachistano nei giorni scorsi,
come aveva già fatto in passato con l'amministrazione Bush, ha protestato fortemente
contro gli attacchi dei droni, definendoli controproducenti per la lotta al terrorismo,
e minacciando azioni dirette e di risposta se dovessero continuare.
Afghanistan Si
voterà il prossimo 20 agosto per le elezioni presidenziali. Sarà il secondo voto presidenziale
democratico dopo quello del 2004, che confermò l'allora presidente ad interim Hamid
Karzai alla carica di capo dello Stato. La data scelta è di oltre tre mesi in ritardo
sulla scadenza prevista dalla costituzione. Il presidente uscente Karzai appare per
ora il favorito. Intanto ieri sono stati liberati due dei tre dipendenti Onu rapiti
circa un mese fa dai talebani. Sempre ieri però altre 10 persone sono state sequestrate.
Zimbabwe Almeno
sette milioni di cittadini dello Zimbabwe, la metà della popolazione totale, avrà
bisogno tra febbraio e marzo di aiuti d'emergenza alimentari per sopravvivere: attualmente
la situazione è disastrosa. Dell’allarme lanciato dal Pam ci parla nel servizio Fausta
Speranza: Nel
Paese che fino a una decina d'anni fa era definito il granaio dell'Africa, il numero
di quanti rischiano la sopravvivenza per fame è del 35 per cento superiore rispetto
a quella stimata lo scorso giugno. Lo denuncia in un comunicato Richard Lee, responsabile
regionale del Programma Alimentare Mondiale (Pam, organizzazione Onu). Resta un altro
dato agghiacciante: il colera che devasta il Paese dallo scorso agosto ha ucciso ormai
più di 3.100 persone; quasi 60.000 sono gli infettati. Tutto questo si consuma mentre
continua lo stallo politico tra l’opposizione (che ha vinto le ultime elezioni) e
la leadership storica guidata dal presidente Robert Mugabe, 84 anni, al potere dall'indipendenza,
1980. Tutti concordano su un governo di unità nazionale con poteri bilanciati: ma
poi, tra veti reciproci, questa strada non si concretizza. Intanto, l'inflazione è
valutata intorno al miliardo per cento annuo, la disoccupazione supera il 90 per cento,
le infrastrutture non ci sono più e proprio la mancanza di acqua e servizi igienici
facilita la diffusione del colera, che ormai dalle periferie poverissime delle città
(soprattutto la capitale Harare) si va diffondendo verso le campagne. Vuoti gli ospedali
perchè non ci sono medicine. Pirateria Pirati somali
hanno sequestrato la petroliera tedesca "Mv Longchamp" nel Golfo di Aden. Lo riferiscono
da Nairobi fonti di East African Seafarers Assistance Programme, un ente di assistenza
alla navigazione nel Corno d'Africa. La petroliera tedesca, che batte bandiera delle
Bahamas, è la terza imbarcazione sequestrata in poco meno di un mese. A bordo della
"Mv Longchamp", riferiscono le stesse fonti, c'è un equipaggio composto da 12 filippini
e un indonesiano. Non è chiaro quale fosse la destinazione della petroliera che ha
una capacità di 3.415 tonnellate.
Madagascar Aumenta ogni giorno
di più il bilancio delle vittime degli scontri in Madagascar: oggi si parla di 80
morti. Le violenze sono esplose lunedì scorso nella capitale Antananarivo, in seguito
alle manifestazioni organizzate dai sostenitori del sindaco della capitale, Andry
Rajoelina, per chiedere le dimissioni del presidente Marc Ravalomanana, accusato di
appropriazione indebita di denaro pubblico e di minacce alla democrazia. Intanto,
ieri, il presidente ha rivolto al sindaco un appello al dialogo e “all’unità nazionale”,
chiedendo anche “alla comunità internazionale e alla Chiesa di fare il possibile perchè
le parti si avvicinino”.
Stati Uniti Primo sì della Camera al piano
di stimolo dell'economia, ma senza l’appoggio bipartisan degli schieramenti politici.
Il presidente Barack Obama rimane però convinto che il progetto di rilancio da lui
proposto - di almeno 825 miliardi di dollari - sarà comunque varato nelle prossime
settimane, con un ampio appoggio al Congresso. Il servizio di Elena Molinari:
È arrivato
in serata, dopo una giornata febbrile di incontri, il primo sì della Camera Usa al
piano di stimolo dell’economia voluto da Barack Obama, ma il voto ha seguito le linee
di partito. Niente spirito bipartisan, insomma. Obama rimane però convinto che il
pacchetto di rilancio da lui proposto verrà varato nelle prossime settimane. Non possiamo
permetterci di perdere tempo – ha detto il presidente – lasciando che le dispute ideologiche
blocchino il cammino. Attualmente il piano ha un valore di 825 miliardi di dollari,
due terzi dei quali consistono in investimenti, un terzo in sgravi fiscali: una percentuale
questa insufficiente agli occhi dei repubblicani. E ieri Obama si è anche recato al
Pentagono per fare il punto sulla gestione delle due guerre, in Iraq e in Afghanistan.
Al termine ha ammesso che su entrambi i fronti bisognerà prendere decisioni difficili
perché, ha detto, “i soldati Usa sono stati sottoposti a pressioni inimmaginabili”. Bolivia La
nuova Costituzione voluta dal presidente Evo Morales al centro del referendum consultivo
della scorsa domenica in Bolivia è stata approvata dalla maggioranza degli elettori,
con uno scarto tra i "sì" e i "no" superiore ai venti punti: lo evidenziano gli ultimi
dati ufficiali, per i quali la nuova Carta costituzionale è passata con il 61,68%
a fronte di un 38,32% di "no". Tali dati, che si riferiscono al conteggio del 98,81%
dei voti, confermano che il "sì" si è imposto in modo netto nei dipartimenti andini,
a Potosì (80%), La Paz (78%), Oruro (74%), Cochabamba (65%) e Chuquisaca (51%), mentre
la Costituzione è stata invece respinta nelle aree tradizionalmente autonomiste e
anti-Morales, per esempio a Beni (68%) Santa Cruz (65%), Pando (59%) e Tarija (57%).
Il progetto costituzionale promosso con determinazione da tempo da Morales punta a
“rifondare” il Paese, a dare un ruolo chiave allo Stato e ampi spazi ai diritti della
popolazione indigena, ampiamente maggioritaria, del Paese.
Allarme epidemia
in Bolivia È allarme dengue in Bolivia: ormai da giorni nel Paese si sta sviluppando
un'epidemia - la più grave degli ultimi dieci anni - che ha portato al collasso gli
ospedali pubblici a Santa Cruz e in altri dipartimenti del Paese. Lo hanno
reso noto le autorità sanitarie, che di fronte ai problemi che si stanno registrando
negli ospedali hanno deciso di far accogliere i malati anche “nelle caserme e in altre
strutture militari”. Nel corso del 2009, i casi denunciati per la malattia sono 5.061,
a fronte dei 5.677 dell'anno scorso. “Quest'anno i casi di dengue sono dieci volte
superiori a quelli dello stesso periodo dell'anno scorso”, ha sottolineato il direttore
nazionale di epidemiologia, Juan Carlos Arraya.
Giappone Il premier
nipponico, Taro Aso, e il presidente russo, Dmitri Medvedev, si incontreranno sull'isola
di Sakhalin il 18 febbraio. I due leader, che inaugureranno il servizio di trasporto
di gas naturale liquefatto dall'isola verso il Giappone, sarà l'occasione per trattare
“le principali tematiche bilaterali”, ha spiegato il capo di gabinetto, Takeo Kawamura.
Il vertice, per altro verso, segnerà la prima visita di un premier di Tokyo a Sakhalin
dalla fine della Seconda guerra mondiale. Proprio ieri, il Sol Levante ha sospeso
- fino al 31 marzo - l'invio di aiuti umanitari alle popolazioni delle quattro isole
a nord di Hokkaido, le Curili del Sud secondo la Russia (i territori del Nord, per
il Giappone), per protestare contro la richiesta delle autorità russe delle carte
di sbarco. Tokyo rivendica la sovranità sulle isole occupate dall'ex Urss alla fine
del conflitto mondiale del 1945.
Sri Lanka L'esercito dello Sri Lanka
ha conquistato la città di Vishuamadu, una delle ultime roccaforti delle Tigri Tamil,
centro dell'artiglieria pesante dell'esercito di liberazione delle Tigri Tamil. L'esercito
ora ha conquistato anche la costa, costringendo gli ultimi ribelli a nascondersi un'area
di 300 km quadrati. Le Tigri sono però lungi dall'essere sconfitte e, secondo fonti
militari dell'esercito di Colombo, continuano ad usare l'artiglieria pesante. Intanto,
un convoglio Onu che trasporta centinaia dei feriti negli scontri tra i ribelli delle
Tigri Tamil e l'esercito dello Sri Lanka è riuscito ad uscire dalla zona di guerra.
Filippine Almeno
cinque persone sono morte a causa di un’esplosione avvenuta questa mattina in una
fabbrica di fuochi d'artificio alle porte di Manila, nelle Filippine. Nell'esplosione,
le cui cause non sono ancora state accertate, sono inoltre rimaste ferite altre 34
persone.
India Un giornalista tamil indiano si è tolto la vita dandosi
fuoco dinanzi alla sede del governo del Tamil Nadu, nella città di Chennai, per protestare
contro l'atteggiamento dell'India nei confronti dei Tamil dello Sri Lanka. Il giornalista
accusava il governo indiano di non voler aiutare i Tamil di origine indiana, stanziati
nello Sri Lanka, a tornare in patria. Proprio qualche giorno fa, il ministro degli
Esteri indiano Pranab Mukherjee, in visita nello Sri Lanka, aveva assicurato l'impegno
del suo governo nell'aiuto ai Tamil cingalesi per farli tornare in India. Sempre questa
mattina, nella capitale Delhi, centinaia di musulmani, arrivati dallo Stato dell'Uttar
Pradesh, manifestano contro quelle che definiscono violenze da parte della polizia
e discriminazioni nei loro confronti. I manifestanti lamentano di essere stati presi
di mira dalla polizia indiana dopo gli attentati terroristici di Mumbai. (Panoramica
internazionale a cura di Fausta Speranza e Francesca Ciacci) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 29 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.