Pakistan: un cattolico dirige un centro interconfessionale per la lotta contro la
droga
In Pakistan un cattolico della parrocchia di Warispura, Yousaf Masih Batti, ha fondato
una casa di cura no profit che apre le porte a cristiani e musulmani. Oggi ospita
20 pazienti, tra cui quattro musulmani. L’obiettivo è di curare i tossicodipendenti
senza distinzione di sesso o credo religioso. Il centro aiuta i pazienti a uscire
dal circolo della droga e le famiglie ad accogliere di nuovo il malato, evitando discriminazioni
ed emarginazione. Bhatti ha rivelato ad Asianews di aver pensato a lungo ad un centro
di riabilitazione per i tossicodipendenti. La decisione è stata presa dopo aver perso
“entrambi i cognati a causa dell’eroina”. “Ho pregato Dio di darmi il coraggio e la
forza – ha spiegato – per fare qualcosa per i tossicodipendenti e salvare le loro
vite. Le mie preghiere sono state esaudite”. Secondo gli ultimi rapporti pubblicati
dai media nazionali, in Pakistan vi sono oltre 684mila tossicodipendenti. Il problema
più grave riguarda proprio la dipendenza da eroina, a causa delle immense coltivazioni
di papavero in Afghanistan dalle quali si ricava la droga. Il sogno di Bhatti è adesso
quello di aprire un vero e proprio ospedale. Ma al momento mancano i fondi: “Spero
che Gesù mi aiuti – ha detto Batti - e che i miei sogni possano diventare realtà”.
Il suo lavoro ha ricevuto apprezzamenti e attestati di stima da leader religiosi cattolici,
protestanti e musulmani. (A.L.)