Era il 2 novembre 1988 quando uno studente americano, Robert Morris, lanciò su Internet
un programma in grado di sfruttare le vulnerabilità del sistema operativo Unix. Infettò
il 10% del traffico della rete. Ricordando quell'episodio, il rapporto annuale di
Sophos, società attiva nel campo della sicurezza, sottolinea che oggi si è molto aggravato
il problema di virus e malware, ovvero di software creati con il solo scopo di causare
danni al computer. La leva che spinge a diffondere questi programmi è soprattutto
finanziaria: spesso, infatti, vengono inviati messaggi pubblicitari non richiesti
o carpiti dati sensibili. Il canale principale è Internet ed il fenomeno nella rete
è molto diffuso: Sophos scopre una nuova pagina Web infetta ogni 4,5 secondi. Gli
Stati Uniti conservano il poco lusinghiero primato per numero di malware. Seguono
in questa classifica Cina e Russia. Dall’Asia parte poi il numero maggiore di spam,
pratica che consiste nell’invio di grandi quantità di messaggi indesiderati. Anche
gli allegati di posta con oggetti infetti sono in costante aumento. Si tratta di una
vera e propria “guerra informatica”. Alcuni hacker, ovvero coloro che cercano di aggirare
e superare limitazioni informatiche, hanno addirittura sviluppato degli strumenti
automatici che utilizzano motori di ricerca come Google per identificare siti web
potenzialmente vulnerabili. Lo scopo è di inserire codici per infettare i server.
Secondo il rapporto di Sophos, la varietà degli attacchi e il loro numero continueranno
ad aumentare. La fuga di dati diventerà un problema sempre più grande, specialmente
con l’aumento dell’utilizzo delle tecnologie mobili. Il quadro è dunque allarmante
ma non mancano buone notizie. Tra queste, si deve sottolineare che gli antivirus ed
il software di protezione migliorano in continuazione, grazie soprattutto alla maggiore
capacità di rilevamento delle potenziali minacce. (A.L.)