2009-01-26 14:31:12

Al via domani a Belem, in Brasile, il nono Forum sociale mondiale


Un mondo diverso è possibile. È questo il messaggio che sarà lanciato dal IX Forum sociale mondiale che si terrà da domani al 1 febbraio prossimi nella città amazzonica di Belem, in Brasile. Un appuntamento durante il quale si susseguiranno idee e proposte concrete provenienti da oltre 4000 tra movimenti mondiali e ONG e dagli stessi popoli indigeni, per far fronte a emergenze sociali e ambientali e trovare risposte nuove alla crisi economica globale. Linda Giannattasio:RealAudioMP3


Una risposta dal basso: è questa la soluzione proposta dai milioni di uomini e donne che lavorano per combattere la guerra, il colonialismo ma anche il capitalismo sfrenato, la distruzione della natura, che si incontreranno in questo Forum sociale in Amazzonia. Primo, tra i temi di questa edizione, il problema ambientale che vede questo territorio protagonista. Giuseppe De Marzo, presidente dell’Associazione “A Sud”, Onlus per l’ecologia e la cooperazione:
 
“Nel 2001, iniziammo con l’idea che un altro mondo è possibile. Nel 2009, siamo costretti a dire che un altro mondo è necessario ed urgente e questo ce lo determina l’agenda della crisi economica ambientale e sociale che viviamo, scatenata proprio da modelli di sviluppo sbagliati. Per questo, noi abbiamo scelto l’Amazzonia come luogo del Forum: una scelta non casuale, che testimonia l’importanza - dal nostro punto di vista - che le questioni ambientali devono avere, per coniugare un modello di sviluppo che sappia tutelare la pace, i diritti umani e soprattutto l’ambiente. Le sfide saranno soprattutto legate ai cambiamenti climatici, alla difesa dei beni comuni, alla biodiversità. Oggi, la prima causa di morte nel pianeta, sono la povertà e la fame, così come la sete: dati preoccupanti, secondo la Fao, perché continuano a crescere quindi i progetti del G8 e del G20 hanno fallito. Noi proveremo a coniugare altre idee di sviluppo". 
Secondo nodo centrale della manifestazione sarà, dunque, la messa in discussione di quei modelli ritenuti responsabili della crisi globale. Protagonisti saranno i movimenti indigeni che propongono il proprio modello di sviluppo ed offrono la loro risposta alla crisi. Luis Evelis Casama, presidente del fondo indigeno latinoamericano:
 
“Sicuramente, le risposte ci sono e vanno cercate nel nostro stesso stile di vita. E’ uno stile di vita che è in relazione, in armonia, con la natura. E' uno stile di vita che chiamiamo bon vivre, che non presuppone uno sviluppo senza misure come quello a cui siamo abituati, che rispetti l’ambiente e i diritti di tutti. Senz’altro, si tratta di una novità molto importante. Ma una cosa fondamentale è che, per conservare l’ambiente, è necessario anche proteggere quei popoli che hanno permesso agli ecosistemi di giungere fino a noi: dunque, che li hanno protetti in tutti questi secoli”. 
Oltre 80 mila le persone iscritte, provenienti da oltre quattromila organizzazioni da 150 Paesi di tutti il mondo. Più di tremila i delegati dei popoli indigeni che daranno vita, in occasione del Forum, alla Giornata Pan-Amazzonica. E poi, ancora, tra le iniziative, incontri transfrontalieri, iniziative di solidarietà con Gaza, una marcia nelle favelas ed una Fiera del commercio equo e delle economie solidali. Risposte globali che non coinvolgeranno solo chi è a Belem: uno spazio virtuale - chiamato "Belem expanded” - ospiterà le iniziative decentrate e le connessioni con il territorio amazzonico, attraverso Internet, chat audio e videoconferenze, oltre alle trasmissioni tv e radio.







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