Messaggio dell’arcivescovo di Mombasa sulla carestia che affligge il Kenya
È un messaggio che invita alla riconciliazione quello scritto da mons. Boniface Lele,
arcivescovo di Mombasa, in Kenya. Il testo arriva, infatti, in un momento critico
per il Paese africano, gravato da una forte carestia. “In molte zone – scrive mons.
Lele – sono mancate le piogge, con una conseguente carenza di cibo, dovuta ai mancati
raccolti dei campi. E alla fine, naturalmente, tutto ciò ha provocato la carestia
che ora opprime la nazione”. Ma le radici del problema, sottolinea l’arcivescovo di
Mombasa, partono da lontano, esattamente dalle violenze scatenatesi nel dicembre del
2007, dopo le elezioni presidenziali: la guerra civile che ne seguì, infatti, afferma
il presule, “ha spostato e fermato molte persone addette alla produzione alimentare”,
con il risultato che oggi “circa 10milioni di persone soffrono la fame” in Kenya.
“Molti abitanti delle zone rurali – osserva poi mons. Lele – riescono a procurarsi
un solo pasto al giorno, spesso sbilanciato dal punto di vista nutrizionale, e a volte
neanche quello. Ciò ha comportato un grave aumento delle malattie e delle morti, in
assenza di un adeguato sistema immunitario”. Quindi, il presule si sofferma sulla
salvaguardia dell’ambiente: “Le nostre foreste – dice – si stanno estinguendo a causa
di una speculazione sulle risorse energetiche, che porta a bruciare o a vendere la
legna ad un prezzo irrisorio, solo per sopravvivere. Il risultato allarmante è che
l’ambiente sta sprofondando in un degrado crescente”. L’arcivescovo di Mombasa si
rivolge, poi, agli insegnanti del Paese, entrati in sciopero allo scopo di ottenere
un aumento salariale: pur comprendendo le motivazioni di tale protesta, il presule
invita i docenti ad “ascoltare la voce della ragione”, poiché “la nazione sta sprofondando
nella carestia” ed auspica che il governo e gli insegnanti si siedano intorno ad un
tavolo, raggiungendo “una soluzione amichevole”, attraverso il dialogo. In questo
modo, continua mons. Lele, si eviterà che, a causa della chiusura delle scuole, gli
adolescenti cadano vittime della prostituzione, del lavoro minorile e dell’abuso di
droghe. Il messaggio si conclude, quindi, con un invito collettivo al Paese, perché
tutti aiutino gli abitanti delle zone rurali, in un clima di dialogo e di riconciliazione.
(I.P.)