Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
Domani, terza domenica del Tempo ordinario, la Liturgia propone il brano del Vangelo
in cui Gesù, passando lungo il mare di Galilea, incontra Simone e Andrea, mentre gettano
le reti in mare, e Giacomo e Andrea mentre riparano le reti, e dice loro: “Venite
dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini”.
Su questo brano del
Vangelo, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente
di Cristologia all'Università Lateranense:
(musica)
La
vita di ogni uomo è costellata di incontri. Nell’incontro acquista rilievo la nostra
fisionomia interiore, ma nella molteplicità e nella diversità di significato dei tanti
incontri ce n’è uno che eccelle e si innalza su tutti: è l’incontro con Cristo. Questo
è l’incontro decisivo in prima ed in ultima istanza. Andrea e Pietro, Giacomo e Giovanni,
nell’incontro con Gesù, avevano fatto esperienza di una presenza incomparabile ed
avevano assistito al sorgere in loro di una corrispondenza prima sconosciuta. Lo stare
con quell’uomo li ridefiniva nei loro contorni interiori, come mai era avvenuto prima.
Per questo, quando quel giorno passando li chiamò sarebbe stato irragionevole e irrazionale
per loro non seguirlo. Paolo, anche lui posto di fronte a quella presenza, spiega
la corrispondenza unica e singolare con Cristo, affermando che in lui siamo stati
eletti dal Padre prima della creazione del mondo. Essendo quindi fatti di Lui, solo
quando Egli ci viene incontro cominciamo ad esistere veramente. Così fu per Paolo
alle porte di Damasco. Il resto o è preludio a questo o è perdita, dispersione, vanità.