2009-01-24 14:44:31

Disappunto dei vescovi Usa per la scelta di Obama di finanziare con fondi federali i gruppi abortisti


“Disappunto”: è questo il sentimento espresso dai vescovi degli Stati Uniti all’indomani della scelta di Barack Obama di sbloccare i fondi federali per finanziare i gruppi abortisti. Soddisfazione viene invece espressa dall’episcopato per la messa al bando della tortura da parte del neo presidente americano. I presuli hanno inoltre esortato il Congresso a votare una legge che estenda la copertura sanitaria a tutti i bambini. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3


“Un’amministrazione che vuole ridurre gli aborti non dovrebbe deviare i fondi federali per finanziare i gruppi che promuovono l’aborto”: è la denuncia del cardinale arcivescovo di Filadelfia, Justin Rigali, all’indomani della decisione del presidente Barack Obama di togliere il bando al finanziamento pubblico alle organizzazioni abortiste che operano all’estero. La misura era stata introdotta per la prima volta da Ronald Reagan nel 1984, cancellata da Bill Clinton nel 1993 e ripristinata da George W. Bush nel 2001. Il porporato, in veste di presidente della Commissione per la vita dell’episcopato americano, esprime “netto disappunto” per la scelta di ribaltare la “Mexico City Policy” che, appunto, impedisce il finanziamento federale di quegli enti che promuovono l’aborto nei Paesi in via di sviluppo come metodo di pianificazione famigliare. Il cardinale Rigali avverte, inoltre, che questa decisione amplificherà la sfiducia verso gli Stati Uniti da parte di queste nazioni i cui valori e cultura rifiutano spesso l’aborto.

 
Plauso viene invece espresso dai presuli statunitensi per la firma di Obama di un ordine esecutivo che mette al bando ogni forma di tortura. Il vescovo di Albany, Howard J. Hubbard, presidente della Commissione Giustizia e Pace della Conferenza episcopale americana sottolinea che la Chiesa Cattolica ha sempre condannato l’uso della tortura che va rifiutata come “fondamentalmente incompatibile con la dignità della persona umana e in definitiva controproducente nello sforzo per combattere il terrorismo”. Mons. Hubbard ricorda che assieme agli altri leader religiosi, i vescovi americani si sono impegnati per questo passo affinché sia protetta la dignità umana e sia ristabilito lo status legale e morale degli Stati Uniti nel mondo.

 
Sempre in questi giorni, i vescovi degli Stati Uniti hanno chiesto al Congresso di approvare una legislazione che preveda la copertura sanitaria per tutti i bambini compresi i figli degli immigrati regolari a prescindere dalla data del loro ingresso in territorio statunitense. Copertura da estendere anche alle donne immigrate incinte. In una lettera inviata ai parlamentari statunitensi, il vescovo William F. Murphy di Rockville Centre, ribadisce che l’assistenza sanitaria è un “diritto basilare” ed esorta il Congresso a facilitare l’accesso alle cure prenatali, affinché sempre più bambini possano nascere in buona salute. Il presule, che presiede la Commissione Giustizia e Sviluppo della Conferenza episcopale americana, mette l’accento sul forte sostegno della Chiesa per la riduzione del numero di bambini senza assicurazione sanitaria e auspica che la nuova legislazione rispetti il ruolo fondamentale delle famiglie nella cura dei figli.







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