Lettera di ringraziamento del parroco di Gaza per gli aiuti e le preghiere
“Che Dio spazi via la rabbia degli uomini e inondi Gaza della sua grazia. A nome della
gente di Gaza vi vogliamo dire grazie, amici di tutto il mondo, per le vostre preghiere
incessanti e per l'aiuto di cui abbiamo bisogno urgentemente e che speriamo ci raggiunga
presto”. E’ un passo della lettera del parroco di Gaza, padre Manuel Musallam, rilanciata
oggi dal sito web del patriarcato latino di Gerusalemme. Padre Manuel racconta di
una terra devastata, di ferite profondissime e difficili da guarire, nel copro e nella
mente degli abitanti di Gaza. Descrive l’assoluto e sempre più pressante bisogno di
mettere, una volta per tutte, la parola fine alla guerra tra israeliani e palestinesi,
sottolineando però che non esiste pace senza giustizia. Nella lettera si lancia
ancora una volta un appello a ciascuno, perché non si dimentichi delle sofferenze
di Gaza. La lettera si apre con una preghiera: “Dio – scrive padre Musllam - spazzi
via la rabbia degli uomini e inondi Gaza con la sua grazia e il suo amore. Centinaia
di persone sono state uccise e molte di più sono rimaste ferite durante l’invasione
israeliana. La nostra gente ha sopportato il bombardamento delle case, la distruzione
del raccolto, ha perso ogni cosa e adesso è senza dimora”. “Come i primi cristiani
- si legge nel documento - la nostra gente sta vivendo un periodo di grandi persecuzioni,
persecuzioni che andranno testimoniate alle future generazioni come una prova della
fede, della speranza e dell’amore di questa gente”. “Adesso – prosegue padre Musallam
- molte famiglie sono rifugiate presso le scuole dell’agenzia delle Nazioni Unite
per l’assistenza ai profughi palestinesi, dove speravano di essere al sicuro. Gli
aiuti di emergenza non sono ancora arrivati alla nostra chiesa e la nostra gente,
avendo troppa paura ad avventurarsi nella città distrutta, non è in grado di raggiungere
i magazzini in cui sono stoccati gli aiuti della Croce Rossa e delle Nazioni Unite”.
“Noi speriamo in Dio ma ci appelliamo al mondo intero e in particolare alla Chiesa
perché Gaza venga aiutata. Le vostre preghiere e la vostra sollecitudine saranno la
nostra salvezza. Il mondo - conclude - deve trovare una soluzione per il popolo palestinese
e non ci si deve accontentare di tornare al punto in cui eravamo prima che scoppiasse
questa guerra. I confini che ci separano da Israele devono essere ridisegnati e l'occupazione,
che è iniziata 60 anni fa, deve finire. Lo status dei rifugiati palestinesi deve essere
risolto sulla base del Diritto al ritorno e Gerusalemme Est deve diventare la capitale
dello Stato palestinese. Bisogna abbattere il muro dell'apartheid, aprire i valichi
di frontiera, liberare i detenuti palestinesi e smantellare gli insediamenti israeliani
in modo che la terra possa tornare ai suoi legittimi proprietari palestinesi. La pace
è possibile solo se si accorda con la giustizia. Se il mondo garantirà i diritti umani
ai palestinesi, ci sarà sicuramente pace in Medio Oriente.” (T.C.)