I vescovi irlandesi chiedono al governo misure per aiutare le famiglie in difficoltà
La Commissione Giustizia e Pace della Conferenza episcopale irlandese, presieduta
dal vescovo ausiliare di Dublino, monsignor Raymond Field, ha reso pubblico un documento
in cui avverte dell'aumento della povertà in Irlanda a causa dell'attuale crisi economica
mondiale. La crisi, che sembra aver posto fine al periodo di crescita e prosperità
economica che in Irlanda ha preso il nome di “The wake of Celtic Tiger” (“Il risveglio
della tigre celtica”), sta provocando, tra gli altri effetti, l'aumento della disoccupazione
e dell'indebitamento delle famiglie, il che per i vescovi rappresenta un motivo di
grande preoccupazione. Lo studio - ripreso dall'agenzia Zenit - è stato compiuto in
collaborazione con la Società di San Vincenzo de' Paoli, l'organizzazione caritativa
più importante in Irlanda. In esso si avverte del fatto che alcune classi sociali
– come i senzatetto, le popolazioni rurali e i nomadi – non hanno potuto beneficiare
dello sviluppo economico precedente, e quindi corrono il rischio di veder peggiorare
la propria situazione con la crisi attuale. I presuli sottolineano anche le maggiori
difficoltà che dovranno affrontare le famiglie con bambini, a causa delle alte spese
per l'alloggio, il sistema sanitario e quello scolastico, il che viene aggravato dalla
disoccupazione e dai divorzi. Molte famiglie, che non possono essere considerate povere
nel senso stretto del termine, si stanno indebitando sempre di più. Altre, all'interno
della povertà relativa a causa dei bassi stipendi, non possono far fronte ai cospicui
costi dell'istruzione dei figli e sono sempre più emarginate. I vescovi chiedono quindi
una riflessione “più ampia e profonda” sul bene comune del Paese, respingendo l'interpretazione
liberale e materialista del benessere, che in fondo mostra una “profonda mancanza
di speranza” e potrebbe rappresentare un terreno favorevole all'abuso di alcool e
di droghe, soprattutto tra i giovani. In particolare, chiedono al governo di tener
conto delle classi più vulnerabili e di aiutare le famiglie ad affrontare le spese
sanitarie e scolastiche perché la situazione non si aggravi ulteriormente.