Dalle 12 di oggi la parola di Benedetto XVI su “You Tube”. L’iniziativa presentata
con il Messaggio del Papa per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali
Quello di oggi è un giorno che scrive una nuova pagina di storia per la Santa Sede:
dalle 12, sul sito di You Tube, è possibile vedere l’immagine del Papa e ascoltarne
la parola. E nello stesso giorno, è stato presentato in Sala Stampa vaticana il Messaggio
di Benedetto XVI per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, in programma
il 24 maggio prossimo. Un documento col quale il Pontefice si rivolge in particolare
ai giovani, alla “generazione digitale”, perché soprattutto da essa venga l’impulso
a evangelizzare quel "vero dono per l'umanità" che è Internet, rendendola un luogo
capace promuovere i grandi valori dell’esistenza e non di banalizzazione dei rapporti
umani. Il servizio di Alessandro De Carolis.
Pochi
clic del mouse e tra i milioni di video che affollano l’enorme contenitore di You
Tube, c’è da oggi anche l’informazione vaticana prodotta quotidianamente dalle testate
della Santa Sede. Il tutto con le caratteristiche di interattività che hanno reso
immensamente popolare, specie fra i giovani, il sito fondato nel 2005 e di proprietà
di Google. E proprio ai giovani, il Papa si rivolge col suo Messaggio per la prossima
Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali. “Nuove tecnologie”, vuol dire “nuove
relazioni” recita e sollecita il titolo del documento: un binomio che Benedetto XVI
sviluppa parlando delle luci e delle ombre del web, “dello straordinario potenziale
delle nuove tecnologie” e delle insidie di chi sfrutta quelle potenzialità per intasare
la rete con, afferma il Papa, “parole e immagini degradanti per l’essere umano”.
L’analisi
di Benedetto XVI parte dal positivo del mondo digitale e dalle responsabilità che
la sua gestione comporta. Anzitutto, dice, i vantaggi delle nuove tecnologie devono
essere “messi al servizio di tutti gli esseri umani”. Incoraggio, scrive il Pontefice,
chi lavora in questo settore emergente dei media perché promuova “una cultura del
rispetto, del dialogo, dell’amicizia”. E dunque un netto “no” - scandisce - a chi
se ne serve invece per alimentare “l’odio e l’intolleranza”, per svilire “la bellezza
e l’intimità della sessualità umana, per sfruttare “i deboli e gli indifesi”. In quest’ultimo
caso, Benedetto XVI ringrazia e apprezza quelle reti digitali che, osserva, “cercano
di promuovere “la solidarietà umana, la pace e la giustizia, i diritti umani” specie
in quelle aree del mondo dove l’accessibilità a Internet è penalizzata da un divario
tecnologico difficile da colmare. “Sarebbe un grave danno per il futuro dell’umanità
– asserisce - se i nuovi strumenti della comunicazione, che permettono di condividere
sapere e informazioni in maniera più rapida e efficace, non fossero resi accessibili
a coloro che sono già economicamente e socialmente emarginati”.
Ma un
capitolo, il Papa lo dedica a chi al contrario vive la dimensione del “tempo reale”
della rete, connettendosi per lavoro o svago ogni giorno e più volte al giorno. Il
lato positivo di quelli che definisce “desiderio di connessione” e “istinto di comunicazione”
il Pontefice li ravvisa nella naturale “propensione” degli esseri umani a entrare
in rapporto con gli altri. In fondo, riconosce, “questo desiderio di comunicazione
e amicizia è radicato” nella nostra natura come “riflesso della nostra partecipazione
al comunicativo ed unificante amore di Dio, che vuol fare dell’intera umanità un’unica
famiglia”. E infatti, prosegue, i benefici del cyberspace sono “molti: le famiglie
possono restare in contatto anche se divise da enormi distanze, gli studenti e i ricercatori
hanno un accesso più facile e immediato ai documenti, alle fonti e alle scoperte scientifiche
e possono, pertanto, lavorare in équipe da luoghi diversi”.
Tuttavia
i pericoli non mancano. “Occorre non lasciarsi ingannare da quanti - scrive Benedetto
XVI - cercano semplicemente dei consumatori in un mercato di possibilità indifferenziate,
dove la scelta in se stessa diviene il bene, la novità si contrabbanda come bellezza,
l’esperienza soggettiva soppianta la verità”. E con altrettanta chiarezza, il Papa
mette in guardia soprattutto i giovani a “non banalizzare il concetto l’esperienza
di amicizia” che negli ultimi anni – nota - hanno goduto “di un rinnovato rilancio
nel vocabolario delle reti sociali digitali”. “Sarebbe triste - si legge nel Messaggio
- se il nostro desiderio di sostenere e sviluppare on-line le amicizie si realizzasse
a spese della disponibilità per la famiglia, per i vicini e per coloro che si incontrano
nella realtà di ogni giorno, sul posto di lavoro, a scuola, nel tempo libero. Quando,
infatti, il desiderio di connessione virtuale diventa ossessivo - soggiunge - la conseguenza
è che la persona si isola, interrompendo la reale interazione sociale. Ciò finisce
per disturbare anche i modelli di riposo, di silenzio e di riflessione necessari per
un sano sviluppo umano”.
L’ultimo appello è per i “giovani cattolici”.
La rete, scrive, è uno sterminato “continente digitale” lungo il quale soprattutto
voi siete chiamati a testimoniare il Vangelo. E perché ciò sia fatto con efficacia,
Benedetto XVI offre un paragone suggestivo: “Nei primi tempi della Chiesa - ricorda
- gli Apostoli e i loro discepoli hanno portato la Buona Novella di Gesù nel mondo
greco romano: come allora l’evangelizzazione, per essere fruttuosa, richiese l’attenta
comprensione della cultura e dei costumi di quei popoli pagani nell’intento di toccarne
le menti e i cuori, così ora l’annuncio di Cristo nel mondo delle nuove tecnologie
suppone una loro approfondita conoscenza per un conseguente adeguato utilizzo”.
Per
un commento sul Messaggio del Papa ascoltiamo mons. Claudio Maria Celli, presidente
del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, al microfono di Philippa
Hitchen:
R. -
Il tono di questo messaggio del Papa è positivo e propositivo. Il Papa dice chiaramente
che queste tecniche sono un vero dono per l’umanità. Nello stesso tempo riconosce
che favoriscono forme più dinamiche di apprendimento e di comunicazione e contribuiscono
al progresso sociale, favoriscono la comprensione tra gli uomini e la solidarietà.
La visione che il Papa dà delle nuove tecnologie è senz’altro positiva.
D.
– Quindi una prospettiva molto positiva, un incoraggiamento, eppure non nasconde anche
i problemi, i rischi… R. – Questo è vero. Quando il Papa parla
del rispetto e innegabilmente fa riferimento alla dignità e al valore della persona
umana, dice, in maniera molto semplice, che vanno evitate parole ed immagini degradanti
per l’essere umano e fa anche riferimento a tutto ciò che genera odio e intolleranza.
C’è poi un altro problema: i nostri giovani, ma anche noi adulti, siamo quasi ossessionati
dal desiderio di rimanere “connessi” e il tema di fondo è che siamo più preoccupati
di essere “connessi” che dei contenuti della nostra connessione. Tramite le nuove
tecnologie si creano nuove relazioni, nuove amicizie e qui c’è un rischio: che si
tratti di amicizie virtuali che poco a poco ci fanno perdere il rapporto, il contatto
con la comunità che realmente ci circonda. E’ molto facile avere un’amicizia con una
persona che incontriamo su internet, ma è molto più difficile vivere un rapporto di
amicizia con chi, invece, ci sta accanto e il Papa è attento a questo problema e mette
in guardia, dice “attenti!”. L’altro grande rischio, ce ne accorgiamo noi stessi,
è che viviamo nell’era della comunicazione eppure, mai come adesso, sperimentiamo
la solitudine. Il giovane avrà mille e mille amici virtuali ma poi vive e sperimenta,
alle volte, una drammatica solitudine, un’angosciante solitudine. L’altro grande rischio
è il cosiddetto “digital divide”; il Papaauspica che queste possibilità siano
messe a servizio di tutti, soprattutto di chi è bisognoso e vulnerabile perché sarebbe
un grave danno per l’umanità, se aumentasse questa emarginazione sociale. Poi, una
cosa bella, secondo me, è l’invito che il Papa rivolge ai giovani cattolici a portare,
nel mondo digitale, la testimonianza della loro fede, farla pervenire ai loro amici,
a chi è lontano ed il Papa affida loro questo invito: quello di essere evangelizzatori
del “continente digitale”. Io mi auguro che le nuove generazioni, queste generazioni
di giovani “nati digitali”, sappiano accogliere nel loro cuore l’invito del Papa e
mettere in essere questa grande rete a servizio di un messaggio di umanità, di bene,
di verità.
Rispondendo in Sala stampa alle domande dei
giornalisti presenti, il direttore padre Federico Lombardi, ha tra l'altro puntualizzato
che l'attivazione del canale vaticano su You Tube è avvenuta sostanzialmente senza
spese o costi particolari, poiché la realizzazione è stata curata da alcuni colleghi
del CTV e della Radio Vaticana. Il rappresentante di Google ha precisato, da parte
sua, che il sito non guadagnerà nulla sul canale vaticano. Per una riflessione generale
su questa nuova collaborazione, ecco la nota di padre Federico Lombardi:
Anche
il Papa è arrivato su You Tube: questa è la bella notizia di oggi.
Molte
persone nel mondo desiderano poter sapere, poter conoscere meglio che cosa il Papa
pensa, che cosa la Chiesa cattolica propone per i grandi problemi del mondo di oggi.
Con il nuovo canale vaticano su You Tube, che comincia in inglese, spagnolo, tedesco
e italiano, da quest’oggi sarà più facile.
Il Centro
Televisivo Vaticano e la Radio Vaticana da più di un anno producono ogni giorno videonews
sull’attività del Papa e sugli eventi del Vaticano. Ora sono pronti per fare questo
salto “nell’arena globale”, per mettere il loro materiale a disposizione di gente
di tutti i Paesi, di tutte le posizioni religiose e ideologiche che siano interessati
alle parole del Papa e della Chiesa cattolica.
Dalla
home page del canale, attraverso diversi link, si potrà sviluppare l’informazione,
si potrà attingere ai testi completi, si potranno avere commenti, in modo da contestualizzare
le brevi informazioni delle videonews.
Attraverso
le forme di interattività abituali di You Tube, si potranno anche mandare messaggi,
mandare commenti, condividere i filmati che sono più interessanti con i propri amici.
Quindi la proposta del Vaticano si inserisce in un clima di dialogo, in un clima di
apertura ad una comunicazione in tutte le direzioni.
Siamo
all’inizio di un cammino che, sulla grande rete globale, ci porterà lontano. Il Papa,
la Chiesa cattolica, il Centro Televisivo Vaticano e la Radio Vaticana accompagnano
l’umanità di oggi con questi nuovi modi di comunicare con grande simpatia e partecipazione.