Completato il ritiro dell’esercito israeliano da Gaza
L'esercito israeliano ha completato il ritiro dalla Striscia di Gaza. Un portavoce
ha fatto sapere che questa mattina l'ultimo soldato delle Forze di Difesa di Israele
(Idf) ha lasciato la Striscia di Gaza e le forze armate si sono schierate fuori dalla
Striscia, pronte a ogni evenienza. I combattimenti, iniziati il 27 dicembre, sono
terminati domenica scorsa con la dichiarazione unilaterale della tregua da parte di
Israele e poi anche da parte dei gruppi armati palestinesi, fra cui Hamas. Certamente,
la tregua è importante dal punto di vista umanitario ma non sufficiente, come spiega
al microfono di Chris Altieri, della nostra redazione inglese, padre David
Jaeger, della Custodia francescana di Terra Santa.
R. -
Il cessate-il-fuoco a Gaza e intorno a Gaza, che ha enorme importanza umanitaria,
non è di per sé politicamente risolutivo di nulla, perché quello che ci vuole è un
Trattato di pace tra Israele e l’Autorità nazionale palestinese, che porti a compimento
la Dichiarazione dei prinicipi che queste due parti hanno già firmato nel lontano
13 settembre 1993. Un Trattato di pace che dia libertà e sicurezza ai palestinesi,
confermando certamente anche il diritto di Israele alla sicurezza e alla libertà dei
suoi cittadini - e quindi confermando l’uguaglianza di dignità e di diritti in libertà
e sicurezza delle due parti - porterebbe anche alla fine delle organizzazioni estremiste
fondamentaliste violente, alla fine del loro consenso tra la popolazione. Il consenso
di cui godono le organizzazioni armate, che oggi reggono la Striscia di Gaza, non
è per niente generale ma sufficiente perché continui la loro presa sul territorio.
Ed è un consenso dovuto alla disperazione, alla sfiducia, al fatto che la popolazione
dei Territori non credeva più che la leadership internazionalmente riconosciuta -
quella dell’Anp - avrebbe portato la libertà, avrebbe portato la pace. Però, dal momento
che Israele e Anp avranno concluso il Trattato di pace, la popolazione palestinese,
in stragrande maggioranza, sicuramente recederebbe da ogni appoggio alle organizzazioni
armate estremiste. Quindi, questo anche a lungo termine è il miglior modo per combattere
l’estremismo e la violenza: assicurare la pace. Non c’è altra possibilità che la pace.
Iraq Tre
esplosioni oggi in Iraq: a Baghdad e a nord e a sud della capitale. L’esplosione di
un'autobomba nella parte nord di Baghdad ha provocato la morte di quattro persone
e il ferimento di almeno altre dieci, la maggior parte delle quali studenti. La bomba
esplosa nella città settentrionale di Kirkuk ha ucciso un civile nei pressi di una
moschea. Nell’attentato nel sud del Paese, ad Haswa, è stato ucciso un insegnante.
Afghanistan Un
attacco suicida stamani, nei pressi di Herat, nell'ovest dell'Afghanistan, ha ucciso
due soldati dell'esercito afghano. L’attentato è stato compiuto nei pressi della base
Nato di Camp Stone che ospita, tra gli altri, squadre di ufficiali e sottufficiali
che si occupano dell'addestramento dell'Esercito afghano, ma nessuno è stato coinvolto.
A Kabul è arrivato il generale Petraeus - che guida il comando della Difesa americana
cui fanno capo le guerre in Iraq e Afghanistan - dopo aver visitato i vicini Kirghizistan,
Kazakhstan, Turkmenistan, Tagikistan e Pakistan. E di Afghanistan ha parlato il ministro
degli Esteri olandese, Verhagen, che si trova in Australia per colloqui sulla missione
a guida Usa in Afghanistan, in cui Paesi Bassi e Australia hanno ruoli chiave. Secondo
Verhagen, la corruzione endemica nel governo afghano è causa della rinnovata offensiva
dei talebani. Pakistan In un'offensiva delle forze di sicurezza pakistane
sono stati uccisi 38 talebani. L'attacco è avvenuto nella regione di Mohmand, al confine
con l'Afghanistan. Tra gli uccisi anche due importanti capi dei talebani in Pakistan:
i comandanti Anwar Sayed e Shakirullah.
La preoccupazione dell’Ue per le
uccisioni di ieri in Russia L'Unione Europea si dice “molto preoccupata” per
l’uccisione, ieri, dell'avvocato specialista dei diritti umani, Stanislav Markelov,
e della giornalista, Anastassia Babourovatue, della Novaya Gazeta e chiede alle autorità
russe un'inchiesta imparziale per accertare le responsabilità. Lo fa con una nota
della presidenza ceca di turno della Ue nella quale si sottolinea che “sfortunatamente
la morte di Markelov è l'ultimo atto di una serie di attacchi contro i difensori dei
diritti umani, i giornalisti, e i membri delle organizzazioni non governative”.
Crisi
economica La tenuta di Eurolandia non è in questione, e la diversità fra i
suoi membri non mette in forse la sua solidità. E’ quanto ha sottolineato il presidente
della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, parlando in un'audizione al parlamento
europeo. Negli ultimi giorni, sui mercati sono circolate indiscrezioni sulla tenuta
della zona euro, dopo le ultime stime che vedono alcune economie in forte difficoltà
nel tenere sotto controllo i rispettivi deficit di bilancio di fronte alla crisi.
“Il 2009 sarà un anno difficile a livello mondiale ed europeo e la ripresa dovrebbe
arrivare non prima del 2010", ha aggiunto Trichet, sottolineando come “il taglio dei
tassi deciso negli ultimi mesi allevia la crisi e va a favore della crescita dell'economia
e dei posti di lavoro”.
Islanda - mManifestazioni contro la gestione della
crisi economica La polizia islandese ha irrorato ieri con spray al pepe un
migliaio di dimostranti che si erano radunati davanti al parlamento di Reykjavic per
l'ennesima protesta antigovernativa contro la gestione della crisi economica e finanziaria
che ha colpito il Paese. Il sistema finanziario islandese è praticamente collassato
lo scorso ottobre, sotto il peso di miliardi di dollari di debito estero contratto
dalle principali banche del Paese.
Immigrazione irregolare L'Unhcr,
l'Agenzia dell'Onu per i rifugiati, dichiara “insostenibile” la situazione nel Centro
di prima accoglienza dell’isola italiana di Lampedusa, esprimendo il timore di “seri
rischi per la sicurezza dei migranti e del personale che vi lavora”. Sulla spiaggia
di Cala Pisana, oggi sono sbarcati 53 migranti, tutti uomini. Sono stati portati nel
centro di prima accoglienza, che ha una capienza massima di 800 posti letto e che
in questi giorni ospita 1.800 persone.
Somalia Una dozzina di morti
ed almeno venti feriti, in larga misura civili. E' il bilancio di violenti combattimenti
tra insorti islamici legati al gruppo fondamentalista "al Shabaab", e soldati dell'esercito
regolare, avvenuti ieri sera a Mogadiscio. I ribelli legati ad al Shabaab (ritenuto
il braccio armato somalo di al Qaeda) hanno attaccato anche in altre zone centrali
del Paese. Tuttavia, sembra che con il completamento del ritiro delle truppe etiopiche
dalla Somalia, al Shabaab non riesca più ad egemonizzare completamente l'insurrezione
islamica. Gruppi più moderati cominciano a prenderne in parte le distanze. Uno scenario
che, se confermato, potrebbe riaprire nuovi e più utili spazi negoziali tra Governo
federale di transizione, ancora debolissimo, ed opposizione moderata, finora rivelatasi
incerta. Una strategia sulla quale puntano molto le cancellerie occidentali ed i Paesi
arabi moderati.
Rwanda Agnes Ntamabyariro, ex ministro della giustizia
del Rwanda, è stata condannata all'ergastolo con l’accusa di istigazione al genocidio.
Negli omicidi avvenuti nel 2004, furono assassinati 800 mila persone di etnia tutsi
e hutu. Ntamabyariro che venne arrestata nello Zambia nel 1997 “è stata coinvolta
personalmente in quei crimini”, ha detto il pubblico ministero, Augustine Kkusi. L’ex
ministro rwandese, Ntamabyariro, è il primo funzionario del governo a essere processato
per questo feroce genocidio.
Libia La fondazione Gheddafi è diventata
il primo ente civile libico ad essere riconosciuta dalle Nazioni Unite come organizzazione
non governativa. A darne l'annuncio è stato Brian Gleeson, coordinatore dell'Ufficio
delle Nazioni Unite in Libia. Nel congratularsi con il figlio del colonnello, Seif
Al Islam, presidente della fondazione, i responsabili ONU in Libia hanno fatto sapere
che ora si ampliano le opportunità di partnership con le Nazioni Unite. La
fondazione Gheddafi ha già all'attivo una serie di programmi congiunti con l’ONU.
KosovoTra
le proteste e le ripetute condanne della dirigenza serba, è divenuta operativa oggi
la nuova Forza di sicurezza del Kosovo (Ksf), considerato il primo nucleo di Forze
armate del nuovo Stato, nato con la dichiarazione unilaterale di indipendenza poco
meno di un anno fa (17 febbraio 2008). Composta da 2.500 effettivi e 800 riservisti
- militari e civili - la nuova Forza sarà multietnica. Prende il posto della Forza
di protezione kosovara, composta in gran parte da ex guerriglieri dell'Uck, l'Esercito
di liberazione del Kosovo, che ha combattuto contro la Serbia alla fine degli Anni
Novanta. Sri Lanka Le Forze di sicurezza dello Sri Lanka si stanno preparando
alla battaglia finale contro l'Esercito di Liberazione delle Tigri Tamil. Lo scrive
il quotidiano cingalese Daily News. Le truppe di Colombo avrebbero preso il controllo
delle strade di accesso a Vishvamadu, ultimo bastione tamil prima di arrivare a Mullaitivu,
lasciando intendere che l'assalto finale è questione di giorni. Intanto, una bomba
è esplosa a Batticaloa uccidendo due persone e ferendone una decina, tra i quali due
scolari e un loro insegnante. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza
e Francesca Ciacci)
Bollettino del
Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 21 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.