Il caso Englaro. Intervento del cardinale Caffarra a difesa della vita
“L’ipotizzato ricovero di Eluana Englaro in una struttura sanitaria della nostra Regione
sarebbe non per la vita ma per la soppressione della vita”. E’ quanto si legge in
un comunicato dell’arcidiocesi di Bologna a firma del cardinale Carlo Caffarra. “Come
cristiano e come vescovo – scrive il porporato - debbo denunciare con ogni forza il
porre in essere una tale eventualità”. “Sarebbe un atto gravissimo in primo luogo
contro Dio – si legge ancora - e poi contro ogni essere umano” perché si vedrebbe
violata la dignità della persona che “sopravvive alle più crude offese della malattia,
persino nella estrema fragilità e impotenza di una condizione deprivata della coscienza”.
“La vita umana innocente non è un bene che si possa espropriare” ha ammonito l’arcivescovo
di Bologna che ha invitato la Regione Emilia Romagna a rispettare i valori della Carta
Costituzionale che “non consente pratiche eutanasiche né ammette che si possa negare
ad alcuno il sostegno vitale dell’alimentazione e dell’idratazione”. “Quando avviene
che una società trasforma in licenza di uccidere, o di uccidersi, una legittima libertà
di scelta del trattamento terapeutico – ribadisce il cardinale Caffarra - è tempo
che quella società faccia una seria riflessione sul suo destino”. Infine il porporato
invita a pregare per Eluana Englaro in occasione della imminente celebrazione della
“Giornata per la vita”. (B.C.)