Gaza: regge la tregua, grave la questione umanitaria
In concomitanza con il ritiro delle truppe dello Stato israeliano dalla Striscia di
Gaza, la diplomazia internazionale cerca di promuovere il processo di pace e di ricostruzione
nella regione: ieri, in Kuwait, si è svolto un vertice dei Paesi arabi alla presenza
del segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon, che da stamani si trova in missione
a Gaza. E proprio nel fronte arabo sono emerse difficoltà ad arrivare ad una posizione
politica comune. Il servizio di Giancarlo La Vella:
Ban Ki-moon
è giunto a Gaza stamattina, dopo l’autorizzazione alla visita data dal premier israeliano,
Olmert. Altre tappe della missione: le zone di confine e la città ebraica di
Sderot, la più bersagliata dai razzi di Hamas. In concomitanza con la visita, violenti
incidenti si sono verificati tra miliziani palestinesi e soldati israeliani. Obiettivo
primario del segretario generale dell’Onu è rendersi conto della situazione umanitaria
dopo 22 giorni di bombardamenti. Secondo fonti delle Nazioni Unite, sono 50 mila i
senza tetto e 500 mila le persone senza acqua. Ieri, Ban Ki-moon ha partecipato in
Kuwait al vertice arabo straordinario, in cui si è parlato proprio delle misure immediate
per far fronte alla grave emergenza in cui versa la popolazione della Striscia. Tuttavia,
manca una presa di posizione politica comune sulla crisi, che avrebbe dovuta essere
ufficializzata stamani in un dichiarazione finale. Il fronte arabo,
per diversità di vedute, ha riferito stamani alla stampa il ministro degli Esteri
iracheno, Zebari, non appare, dunque, unito sulle soluzioni della crisi. Ieri, il
presidente palestinese, Abu Mazen, aveva esposto in Kuwait la sua idea: elezioni generali
subito e formazione di un governo di unità nazionale. E oggi, sul terreno,
ci sono stati momenti di forte tensione, quando in Israele è arrivata la notizia
del lancio di due colpi da mortaio nel sud dello Stato ebraico. Poi, una portavoce
dell'esercito israeliano ha smentito l’episodio, che avrebbe significato - dopo appena
tre giorni - il fallimento di una tregua sia pur fragile, ma sostenuta con forza da
tutta la comunità internazionale. Comunque, non tutte le fazioni palestinesi hanno
aderito alla tregua e la possibilità di violazioni è sempre molto alta.