2009-01-18 14:56:36

Il cardinale Kasper: la Settimana per l’unità dei cristiani occasione per affrontare le sfide sulla via dell’ecumenismo


Inizia oggi in tutte le comunità cristiane del mondo, come ricordato dal Papa all’Angelus, la “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani”, quest’anno sul tema “Che formino una sola cosa nella tua mano”, tratto dal libro del profeta Ezechiele (37,17). A preparare il materiale per l'edizione del 2009 è stato un gruppo ecumenico della Corea. Philippa Hitchen, della nostra redazione inglese, si è soffermata sul tema di questa Settimana di preghiera con il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani:RealAudioMP3


R. – Questo tema è stato scelto dai cristiani della Corea, e la Corea è un Paese diviso. Questa immagine del profeta Ezechiele era perciò per loro molto importante: due legni spezzati che, nelle mani di Dio, diventano di nuovo uno. Questa è un’immagine per l’unità della Chiesa: la Chiesa è in qualche modo spezzata, non soltanto in due, ma in molte parti. Ora, noi non siamo meccanici che con viti o collante riescono a ricostruire un’unica Chiesa, ma noi riponiamo questi pezzi spezzati nelle mani di Dio. Sono mani buone e Dio può ottenere l’unità della Chiesa, non noi con le nostre organizzazioni. Ecco perché affidiamo a Lui l’unità della Chiesa nelle nostre preghiere.

 
D. – Quest’idea di lasciare il lavoro ecumenico in qualche modo nelle mani di Dio, però allo stesso tempo non toglie a noi la responsabilità di continuare in modo molto pratico a proseguire con questo cammino, nonostante le tante difficoltà …

 
R. – Certamente non toglie la nostra responsabilità. Sì, ci sono difficoltà, oggi, ma non sono soltanto difficoltà: ci sono anche molti successi. L’anno scorso abbiamo compiuto buoni passi in avanti con le Chiese ortodosse; il Patriarca ecumenico è venuto a Roma tre volte: non era mai accaduto nella storia! Ha parlato al Sinodo dei vescovi, ed anche questo è stato un evento storico. Sono venuti due Patriarchi armeni e ci sono stati anche molti altri incontri positivi con gli ortodossi. C’è stata anche la nostra partecipazione ai funerali del Patriarca Alessio II: siamo stati accolti con grande amicizia e gentilezza a Mosca. Ma anche con le Chiese e le comunità ecclesiali della Riforma abbiamo compiuto dei progressi, abbiamo raccolto i frutti di un dialogo di più di 40 anni con gli anglicani, i luterani, i riformati, i metodisti … Abbiamo mostrato i progressi fatti, quanti sospetti e quanti pregiudizi sono stati superati … E’ stato veramente incoraggiante! Ma abbiamo anche identificato le difficoltà, le differenze profonde che ancora esistono. Identificare un problema è già metà della soluzione e per questo possiamo ora proseguire con i nostri partner per risolvere anche i problemi che sono ancora aperti. Io sono un uomo di fiducia e di speranza e penso che non dobbiamo lasciarci scoraggiare dalle difficoltà: le difficoltà sono una sfida a risolverle.

 
D. – Il 25 gennaio il Papa presiederà la chiusura di questa Settimana di preghiera nella Basilica di San Paolo fuori le Mura. E’ molto significativa questa celebrazione della preghiera per l’unità in questo Anno Paolino ...

 
R. – Sì, San Paolo parla molto dell’unità della Chiesa come Corpo mistico, e dice anche che lo Spirito Santo e Gesù stesso sono il centro, il vero promotore di questa unità e perciò l’insegnamento di San Paolo è importante per l’ecumenismo. San Paolo e le Lettere di San Paolo sono una base comune, soprattutto con le Chiese protestanti che puntano molto sulla dottrina di San Paolo. Per questo, quest’anno abbiamo una motivazione particolare per pregare e per lavorare per l’unità.







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