All’Angelus, il vibrante appello di Benedetto XVI: fermare la tragedia in atto nella
Striscia di Gaza. Ed esorta i fedeli ad accogliere i migranti e ad impegnarsi per
l’unità dei cristiani
Porre fine alla “inaudita violenza” che sta seminando morte e distruzione nella Striscia
di Gaza: è l’accorato appello di Benedetto XVI all’Angelus domenicale in Piazza San
Pietro. Il Papa ha incoraggiato quanti si stanno impegnando per “fermare la tragedia”
in Terra Santa, auspicando un nuovo e coraggioso processo di pace nella regione. Nell'odierna
Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, il pensiero del Papa è andato anche
agli immigrati che vivono spesso in condizioni drammatiche. E, ancora, ha salutato
l’inizio della Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani esortando i fedeli
a rinnovare gli sforzi sulla via dell’ecumenismo. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“Fermare
la tragedia” che si sta compiendo in Terra Santa. All’Angelus, Benedetto XVI torna
a levare alta la voce affinché si ponga fine al conflitto nella Striscia di Gaza.
Il Papa ricorda al Signore le centinaia di bambini, anziani e donne “vittime innocenti
dell’inaudita violenza” e invita i fedeli ad accompagnare, con la preghiera, gli sforzi
compiuti da numerose persone di buona volontà:
“Spero
vivamente che si sappia approfittare, con saggezza, degli spiragli aperti per ripristinare
la tregua e avviarsi verso soluzioni pacifiche e durevoli. In questo senso, rinnovo
il mio incoraggiamento a quanti, da una parte come dall’altra, credono che in Terra
Santa ci sia spazio per tutti, affinché aiutino la loro gente a rialzarsi dalle macerie
e dal terrore e, coraggiosamente, riprendere il filo del dialogo nella giustizia e
nella verità. E’ questo l’unico cammino che può effettivamente schiudere un avvenire
di pace per i figli di quella cara regione!”. Dalle
sofferenze dei popoli della Terra Santa a quella degli immigrati. Nella Giornata Mondiale
del Migrante e del Rifugiato, il Papa ha rivolto il pensiero a San Paolo, “grande
missionario itinerante del Vangelo” che da persecutore dei cristiani divenne, dopo
la conversione, ambasciatore di Cristo Risorto per farlo conoscere a tutti:
“Questa
è anche la missione della Chiesa, più che mai in questo nostro tempo di globalizzazione.
Come cristiani, non possiamo non avvertire il bisogno di trasmettere il messaggio
d’amore di Gesù specialmente a quanti non lo conoscono, oppure si trovano in situazioni
difficili e dolorose”. La realtà
dei migranti, ha detto il Pontefice, è senz’altro variegata, ma a volte è purtroppo
“penosa, difficile e talora persino drammatica”. Ognuno di noi, secondo la propria
vocazione e là dove vive e lavora, ha proseguito, “è chiamato a testimoniare il Vangelo,
con una cura più grande per quei fratelli e sorelle che da altri Paesi, per diversi
motivi, sono venuti a vivere in mezzo a noi, valorizzando così il fenomeno delle migrazioni
come occasione di incontro tra civiltà”:
“Preghiamo
ed agiamo perché questo avvenga sempre in modo pacifico e costruttivo, nel rispetto
e nel dialogo, prevenendo ogni tentazione di conflitto e di sopraffazione”. Il
Pontefice ha poi dedicato un pensiero ai marittimi e ai pescatori che da qualche tempo
vivono forti disagi a causa della pirateria e della pesca illegale. E, ancora, parlando
ai rappresentanti delle comunità cattoliche migrantes presenti a Roma ha rivolto un
particolare saluto agli immigrati che vivono in Italia:
“Cari
amici, vi ripeto le parole dell’apostolo Paolo: nella Chiesa voi non siete stranieri
né ospiti, ma fate parte della famiglia di Dio. Sappiate inserirvi bene nella comunità
ecclesiale e civile, con la ricchezza della vostra fede e delle vostre tradizioni”. Benedetto
XVI ha quindi rivolto l’attenzione alla Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani,
iniziativa al via oggi che si concluderà domenica prossima con la celebrazione dei
Vespri nella Basilica di San Paolo fuori le Mura. Si è soffermato sul tema della Settimana,
tratto dal Libro di Ezechiele: “Che formino una cosa sola nella tua mano”. Un invito
da accogliere, ha sottolineato, affinché i cristiani “camminino in modo risoluto verso
la piena comunione tra loro”:
“Mi rivolgo particolarmente
ai cattolici sparsi nel mondo affinché, uniti nella preghiera, non si stanchino di
operare per superare gli ostacoli che ancora impediscono la piena comunione tra tutti
i discepoli di Cristo L’impegno ecumenico è ancora più urgente oggi, per dare alla
nostra società, segnata da tragici conflitti e da laceranti divisioni, un segno e
un impulso verso la riconciliazione e la pace”. Ancora,
il Papa ha ricordato l’Incontro mondiale delle Famiglie a Città del Messico e, salutando
i pellegrini di lingua italiana, l’odierna Giornata della diocesi di Roma per la Scuola
cattolica:
“Cari amici, il servizio educativo
della scuola cattolica è oggi più che mai prezioso, perché i bambini, i ragazzi e
i giovani hanno bisogno di ricevere una valida istruzione all’interno di una visione
coerente dell’uomo e della vita”. Benedetto
XVI ha assicurato la sua preghiera e il suo sostegno a quanti insegnano e studiano
nelle scuole cattoliche di Roma, incoraggiandoli “ad impegnarsi sempre per formare
comunità educative ricche di valori umani e cristiani”.