Il cardinale Comastri alla Messa di Sant'Antonio Abate: dallo star-system spesso modelli
fuorvianti, i Santi veri eroi di umanità
Il mondo ha bisogno della pulizia interiore dei Santi, le cui gesta sono destinate
a incidere nel cuore della gente molto più dei divi mediatici, divenuti oggi modelli
di riferimento spesso fuorvianti. Le parole del cardinale Angelo Comastri sono riecheggiate
questa mattina nella Basilica di San Pietro, dove il porporato ha presieduto la Messa
nel giorno di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali e patrono degli allevatori.
E come in passato, all’esterno della Basilica, un recinto con cavalli, vitellini e
conigli ha trasformato per qualche ora il volto abituale di Piazza San Pietro, in
attesa della benedizione agli animali da parte del cardinale Comastri. Il servizio
di Alessandro De Carolis:
(canto)
Lo
spirito contro l’effimero. Gli slanci dell’anima che trasformano vite contro i fumi
del glamour che evaporano in fretta dai palcoscenici come i protagonisti che li calcano.
Modelli di ieri e di oggi in antitesi: la “scia luminosa” dei Santi che davano il
nome a un paese o il patronato a un mestiere, e la luce artificiale delle star di
oggi, che incendiano le emozioni senza riempire davvero il cuore. Il cardinale Comastri
ha giocato sui binari di questa contrapposizione l’omelia della Messa per la memoria
di Sant’Antonio Abate. Una volta, ha detto, erano i Santi le persone considerate “veramente
realizzate e, pertanto, da imitare senza esitazione”. Ma oggi, ha constatato, “le
cose sono tanto cambiate” e l’ammirazione della gente ora va “alle persone di successo”
e “poco importa - ha soggiunto - se quel successo è effimero” o, peggio, senza rispetto
nemmeno per il sacro:
“Il successo, in qualsiasi
modo ottenuto, oggi purtroppo accredita le persone come modelli. Allora può accadere,
come è accaduto, che sessantamila persone vadano a seguire il concerto di una cantante
di successo, anche se il contenuto dello spettacolo era triviale, dissacrante, offensivo:
il fatto è veramente deplorevole; e rivelatore del vuoto spirituale della gente e
della incapacità di giudizio e di discernimento tra ciò che è bene e ciò che è male
e fa male”.
Questa situazione, ha osservato il cardinale
Comastri, “è estremamente pericolosa: infatti se i modelli a cui si guarda sono sbagliati
e devianti, ne derivano comportamenti sbagliati e deviati”. E così, "lentamente -
ha aggiunto - il livello morale della società si abbassa fino al fango e le persone,
quasi inavvertitamente, si ritrovano sporche e senza valori e senza ideali”. Allora,
ha insistito il porporato, “dobbiamo ritornare ai Santi”, ai “modelli veri”, che “elevano
l’uomo e lo aiutano a far emergere il meglio di sé”:
“Ritengo
che senza difficoltà anche voi siate in grado di capire che se nel mondo c’è ancora
un po’ di onestà, dobbiamo ringraziare i Santi. Se nel mondo c’è ancora un po’ di
amore per la famiglia e un po’ di passione per l’educazione dei figli, dobbiamo ancora
ringraziare i Santi. Quanti si sono spesi per la famiglia. Voglio ricordare per ultimo
Giovanni Paolo II: quanto ha lottato per difendere la famiglia! Quanto ha pianto e
quanto ha tremato di fronte a tanto sbandamento della famiglia! Se nel mondo c’è ancora
amore per gli ammalati, lo dobbiamo ai santi! (…) Se ci fossero più santi, il mondo
sarebbe certamente diverso.”
I Santi “sono una moltitudine”,
ha proseguito il cardinale Comastri: sono il frutto della “forza del dolore-amore
di Dio” e riempiono anche le nostre giornate, magari dietro i volti ignoti - ha detto
- di mamme “capaci di quotidiani gesti eroici”, o di “uomini miti, onesti e pronti
a sacrifici grandi e nascosti”, di giovani “generosi e puliti interiormente” dei quali,
ha affermato, “un giorno brillerà la santità”: “Papa Giovanni
XXIII diceva: 'La mia casa era una casa piena di gioia' (...) Io vorrei che, tornando
a casa, anche voi, oggi, ricordaste i tesori di quella famiglia: 'Nella mia casa c’era
onestà cristallina, lavoro tanto, sentimenti puliti, generosità con tutti'. E’ la
via della santità. E’ la via anche della gioia che oggi molti non trovano più perché
hanno smarrito la strada. La strada è questa”. Al termine della
Messa, il cardinale Comastri - che aveva ringraziato i presenti per il loro pellegrinaggio
a Roma - ha impartito la benedizione ai molti animali - tra i quali anche uno struzzo
- portati fin da stamattina nei pressi di Piazza San Pietro dagli iscritti dell’Associazione
italiana allevatori che organizza la giornata.