2009-01-17 15:55:04

Elezioni nel Salvador: i vescovi: “votare è senso di responsabilità”


Quattro milioni e 200mila salvadoregni saranno chiamati domani alle urne a votare per 262 sindaci, 84 parlamentari (per il Congresso unicamerale) e 20 rappresentanti del Parlamento Centroamericano (Parlacen). Si tratta del primo appuntamento elettorale di un processo cominciato nel novembre scorso, con l'apertura della campagna politica, e che si concluderà il 15 marzo, quando si dovranno eleggere il presidente della Repubblica e il vicepresidente. Tutti i sondaggi, sia quelli nazionali sia quelli realizzati da organizzazioni internazionali, assicurano che allo stato attuale sia domenica 18 gennaio che il 15 marzo dovrebbe vincere il partito “Fronte nazionale Farabundo Martì” che in passato, fino alla firma degli accordi di pace, era un’organizzazione d’ispirazione marxista-leninista a capo della guerriglia. Gli accordi, firmati nel 1992 con la mediazione decisiva delle Nazioni Unite nel contesto del Trattato di Esquipulas/2 per la pacificazione di tutta l’area centroamericana, misero fine a una guerra che costò 75mila morti e quasi 1.600 milioni di dollari in perdite materiali. Tra l’altro, nel corso di questa guerra, la Chiesa pagò un alto prezzo, come dimostrano le uccisioni di numerosi pastori e laici impegnati, tra cui l’arcivescovo Oscar Arnulfo Romeo, i gesuiti dell’università Centroamericana, altri sacerdoti e decine di catechisti laici. Nel Paese, da giorni, sono presenti 82 osservatori internazionali provenienti da 19 Paesi. Inoltre, opera una missione speciale dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa). La Conferenza episcopale, intanto, in una dichiarazione del 14 gennaio scorso, ha rivolto un pressante invito alla popolazione a votare, sostenendo che non partecipare al consolidamento democratico e alla crescita civica della nazione “è una grave irresponsabilità”. “Dobbiamo vedere, alla presenza di Dio, quello che è conveniente per il Paese ed esprimere la nostra opinione – hanno detto i presuli - votare significa assumersi responsabilmente il ruolo di cittadini perché tutti siano protagonisti e destinatari della politica”. Da parte sua l’arcivescovo di San Salvador, mons. Fernando Sáenz Lacalle, ha voluto spiegare che “queste elezioni avvengono in mezzo a una congiuntura nazionale e internazionale segnata dal pessimismo sorto dalla situazione mondiale che minaccia i più deboli”. Secondo il presule, i vescovi salvadoregni, con il loro recente messaggio, desiderano “illuminare la coscienza dei cittadini con la fede e con l’insegnamento sociale della Chiesa. Ci muove il desiderio di contribuire a una convivenza pacifica su basi di solidarietà, giustizia e ricerca del bene comune”. (A cura di Luis Badilla)







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