2009-01-16 15:15:17

Ucciso in Kenya padre Giuseppe Bertaina missionario della Consolata: aveva 82 anni


“Un fatto inspiegabile, preghiamo per lui e per i suoi assalitori”: così, i confratelli di padre Giuseppe Bertaina, missionario della Consolata ucciso questa mattina presso l’Istituto di Filosofia dei missionari a Langata, periferia di Nairobi, in Kenya. Padre Bertaina, 82 anni, era nativo di Cuneo ed era stato ordinato sacerdote nel 1951, da anni lavorava in Africa in qualità di insegnante ed ultimamente ricopriva l’incarico di amministratore dell’Istituto di Filosofia dei missionari della Consolata a Nairobi. Il servizio di Massimiliano Menichetti: RealAudioMP3


Sono il raccoglimento, la preghiera costante, che occupano questi istanti di dolore, da quando i confratelli di padre Giuseppe Bertaina hanno saputo del suo assassinio avvenuto questa mattina tra le 11.00 e le 12.30, ora di Nairobi. Tra le ipotesi quella di un furto, ma non si esclude alcuna pista. Ai nostri microfoni, padre Marino Gemme, raggiunto telefonicamente presso la Casa provinciale di Nairobi dei Missionari della Consolata:
 
R. – Hanno visto la porta chiusa, bussavano, ma nessuno rispondeva. Poi hanno sfondato la porta e hanno trovato il suo corpo legato mani e piedi. Le notizie sono poco attendibili. Non si può dire che sia un furto. Non si sa, fin tanto che non faranno gli accertamenti. Siamo rattristati e preghiamo per lui.
 
Padre Giuseppe ha lavorato per anni a fianco degli ultimi. Qual è la situazione a Langata? Padre Giuseppe Ettorri, amico di vecchia data di padre Bertaina, appena rientrato da Nairobi:
 
R. – E’ una zona che si sta sviluppando molto. C’è una buona concentrazione di istituti religiosi, per via appunto della nostra scuola di filosofia e di teologia, lì vicino c’è anche un’università cattolica. Questa è un po’ la situazione locale del Kenya, ma adesso influisce anche la situazione internazionale: i casi di povertà stanno aumentando e quindi aumentano questi casi di furti e di banditi che assalgono anche le case religiose.
 
D. – Qual è il suo ricordo di padre Giuseppe?
 
R. – Un uomo proprio buono, calmo. Ha praticamente dedicato tutta la sua vita alla scuola. Prima di venire a Nairobi era a Sagana, responsabile di una scuola tecnica. E’ uno di quei missionari che ha dedicato tutta la vita all’educazione, alla formazione e, ultimamente, aveva messo su questa scuola di filosofia. Per me, oltre che un confratello, è stato anche un amico. Ed anch’io sono un po’ smarrito perché è difficile, non solo non dare una spiegazione, ma anche accettare cose di questo genere. E’ una persona che ha dato tutta la sua vita all’Africa, alla missione, allo sviluppo.







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