2009-01-16 15:23:21

Tregua difficile a Gaza: braccio di ferro tra Israele e Hamas


No di Hamas alle modifiche proposte da Israele per un cessate-il-fuoco. Si complica nuovamente il cammino verso la tregua invocata oggi ancora una volta dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, che spinge anche per una sospensione degli attacchi unilaterali da parte di Israele. Prosegue intanto l’attività diplomatica, ma non si fermano nemmeno i raid israeliani. Sale ancora il bilancio delle vittime: secondo fonti palestinesi, sono 1.133 i morti e i feriti almeno 5.150. Una vittima palestinese si conta anche negli scontri a Hebron, in Cisgiordania, durante una manifestazione di protesta contro l’offensiva israeliana. Il servizio di Benedetta Capelli:RealAudioMP3


Da tre giorni in Medio Oriente, Ban Ki-moon ha rinnovato anche oggi il suo appello per una tregua stavolta unilaterale da parte di Israele. Il numero uno del Palazzo di Vetro non ha mancato di ribadire che un cessate-il-fuoco è vicino. Una dichiarazione ottimistica - probabilmente frutto della febbrile attività diplomatica in corso - e dopo l’annuncio del portavoce del premier israeliano Olmert, secondo il quale l’offensiva lanciata tre settimane fa sarebbe entrata nella fase finale. Ad appesantire il clima c’è il "no" israeliano al cessate-il-fuoco di un anno proposto da Hamas - lo Stato ebraico vorrebbe una tregua senza limiti - in cambio del ritiro delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza e la futura gestione dei valichi che il governo Olmert vorrebbe sotto il controllo delle forze di sicurezza dell'Autorità nazionale palestinese (Anp). Un punto sul quale anche l’Egitto sta premendo, incontrando però le resistenze del movimento integralista. A Doha, dove si è aperta una riunione dei dirigenti arabi alla quale partecipa il presidente iraniano Ahmadinejad, il leader in esilio di Hamas, Meshaal, ha respinto le modifiche di tregua proposte da Israele ed ha invitato i Paesi arabi a tagliare ogni relazione con lo Stato ebraico. Nell’ambito della stessa riunione, il presidente siriano, Bashar el Assad, ha chiesto ai Paesi arabi, in particolare Egitto e Giordania, di chiudere le ambasciate di Israele nelle loro capitali. Intanto, anche la diplomazia israeliana fa i suoi passi: al Cairo è atteso nuovamente l'emissario israeliano, Amos Gilad, mentre a Washington è volata il ministro degli Esteri, Tzipi Livni. Sul terreno proseguono i raid israeliani nella Striscia: 23 i corpi recuperati tra le macerie di un edificio colpito ieri durante violenti combattimenti.







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