Spagna: nota dei Gesuiti sulla riapertura del processo per la strage del 1989 a San
Salvador
I gesuiti della provincia spagnola di Castilla hanno reso pubblico un comunicato sulla
possibilità di un’eventuale riapertura del processo contro gli autori dell’assassinio
perpetrato nell’Università centroamericana di San Salvador il 16 novembre 1989. In
questa presa di posizione i gesuiti spagnoli dichiarano che, d’accordo con i superiori
gesuiti di El Salvador, è da preferirsi che sia fatta giustizia non all’esterno ma
all’interno del Paese. Nella nota si afferma: “Non siamo favorevoli all’apertura del
caso in Spagna. Tuttavia, se i familiari delle vittime (cinque delle quali erano di
origine spagnola) volessero iniziare il processo presso il tribunale di Madrid, riteniamo
legittimo il loro diritto e in questo caso saremmo pronti ad offrire l’aiuto necessario”.
Nell’attentato all’Università Centroamericana di San Salvador furono uccisi sei gesuiti
e una donna con la figlia di 15 anni. Nel 1991, nel processo indetto contro nove militari,
due di loro furono condannati a 30 anni, mentre gli altri furono assolti. In seguito
all’amnistia approvata dal Parlamento nel 1993, durante il governo di Alfredo Cristiani,
i due condannati riacquistarono la libertà. Voci critiche contro il modo in cui si
é celebrato il giudizio e contro la legge di amnistia si sono alzate non solo in El
Salvador ma anche all’estero e in importanti organismi internazionali per la difesa
dei diritti umani. Nel 2000 i gesuiti hanno chiesto ufficialmente la riapertura del
processo aggiungendo altri imputati tra i quali anche Alfredo Cristiani ed alti esponenti
dell’esercito del Salvador. Ma la giustizia salvadoregna ha respinto questa richiesta.
Infine, nel 2006, i gesuiti hanno fatto appello presso la Commissione Interamericana
dei diritti umani della OEA, e sono ancora in attesa del suo verdetto. L’ultima proposta
di riapertura del processo, presentata il 13 novembre scorso da due organismi per
la tutela dei diritti umani su richiesta dei familiari delle vittime di origine spagnola,
é stata accolta come valida dal tribunale di Madrid, il 13 gennaio. In questo processo
sono imputati 14 militari dell’esercito del Salvador. (A cura di Ignacio Arregui)