2009-01-15 14:35:05

Pesante offensiva nella Striscia di Gaza. Twal: civili condannati a morte


E’ una delle giornate più violente nella Striscia di Gaza. Le truppe israeliane hanno colpito la sede dell’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati, l’ala di un ospedale e un palazzo che ospita numerosi giornalisti di testate arabe. Dopo aver condannato l’attacco contro le Nazioni Unite, il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha detto che la tregua può essere vicina. Al Cairo si lavora per il cessate-il-fuoco, a discuterne il mediatore israeliano Amos Gilad e il capo dei servizi segreti egiziani, che conduce i colloqui separati con israeliani e Hamas. Il servizio di Benedetta Capelli:RealAudioMP3


E’ una dichiarazione di speranza quella del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. “Penso che ci siano gli elementi perché le violenze cessino ora”. Parole che arrivano dopo l’indignazione per il ferimento di tre dipendenti dell’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, la cui sede che, in quel momento ospitava 700 palestinesi, è stata colpita dai raid israeliani. Secondo una fonte Onu, sull’edificio sono piovuti proiettili al fosforo bianco. Immediate le scuse del ministro della Difesa israeliano Barack che ha parlato di “un grave errore”. L’azione è stata preceduta da altri attacchi: uno contro l’edificio nel quale si trovano gli studi di vari canali televisivi – due i cameramen rimasti feriti – e l’altro contro la sede della Mezzaluna Rossa palestinese che ospita un piccolo ospedale nel quale erano presenti 500 persone. Decine di carri armati sono penetrati nei quartieri più popolosi di Gaza City, centinaia di palestinesi si sono dati alla fuga e sono almeno 16 le vittime dei raid notturni nella Striscia, tra questi anche un ragazzino di 13 anni. Sono così oltre 1.100 i morti; “un numero – ha detto Ban Ki-moon – che ha raggiunto un livello insostenibile”. Notevole lo sforzo diplomatico in campo, il negoziatore israeliano Amos Gilad è oggi al Cairo per discutere con i mediatori egiziani i termini di un possibile cessate il fuoco che comprende anche il controllo del traffico di armi tra la Striscia di Gaze e l’Egitto. Ieri Hamas ha annunciato di aver accettato "in via di principio" il piano di tregua egiziano. Sì dunque al dispiegamento di ''osservatori turchi, europei, dell'Autorità Nazionale Palestinese e rappresentanti del governo di Gaza'' ai confini della Striscia, un sì condizionato però dalla revoca israeliana del blocco dei valichi.

Il conflitto israelo-palestinese non risparmia dunque i civili. Un appello per la loro tutela è stato lanciato da mons. Fouad Twal, patriarca latino di Gerusalemme, al microfono della nostra collega Gabi Fröhlich:RealAudioMP3


R. – Io penso a tutte le vittime innocenti che non c'entrano niente con la guerra, che aspettano un giorno di pace, aspettano di avere una casa dove dormire in pace, vivere in pace, studiare in pace, cosa che non esiste più. A loro dico che gli siamo accanto e che quello che più ci fa soffrire, qui, è che siamo incapaci – nonostante tutta la buona volontà – di fermare la violenza. Questa macchina di morte non sa distinguere tra piccoli, grandi, donne, anziani, giovani. Non possiamo condannare a morte tutta una popolazione solo perché i politici non sono d’accordo; non è né giusto, né normale e né umano, per cui continuiamo a pregare, a sperare e pregare anche per i politici, che abbiano un po’ di testa e un po’ di cuore, perché anche loro hanno una famiglia, anche loro hanno dei bambini. Non capisco come possano avere il coraggio di andare avanti senza considerare tutte queste lacrime, tutti questi morti, tutte queste vittime.







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