2009-01-15 11:23:10

Mons. Migliore: urgente garantire la sicurezza dei civili nelle zone di guerra


La drammatica situazione a Gaza, in Congo, Iraq e Darfur dimostra che non si sta facendo abbastanza per proteggere le popolazioni civili in aree di guerra: è la denuncia dell’arcivescovo Celestino Migliore, intervenuto ieri al Consiglio di Sicurezza dell’Onu sul tema della protezione dei civili nei conflitti armati. L’Osservatore permanente della Santa Sede al Palazzo di Vetro ha sottolineato che spesso, per ragioni politiche o militari, vengono violati i più elementari diritti dei civili, in particolare donne e bambini. Il servizio Alessandro Gisotti:RealAudioMP3





In questo 2009, che segna il 60.mo anniversario della Convenzione di Ginevra, la comunità internazionale deve impegnarsi concretamente a proteggere i civili durante i conflitti armati: è l’appello dell’arcivescovo Celestino Migliore al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Quanto sta succedendo a Gaza, in Iraq, Darfur e nella Repubblica Democratica del Congo, ha rilevato mons. Migliore, dimostra che “la sicurezza dei civili in aree di guerra sta diventando sempre più critica”. L’osservatore vaticano all’Onu ha quindi indicato “tre pilastri” per garantire la sicurezza della popolazione civile: “Accesso degli aiuti umanitari, protezione speciale di donne e bambini e disarmo”.

 

D’altro canto, ha sottolineato il presule, le violazioni a danno della popolazione civile in molte parti del mondo non sono soltanto un effetto della guerra. Continuiamo, ha costatato con amarezza, a vedere civili utilizzati deliberatamente come strumenti per ottenere risultati politici o militari. In questi ultimi giorni, ha aggiunto, abbiamo visto un fallimento totale nel distinguere i civili dagli obiettivi militari. Quando le armi sono utilizzate senza adottare misure ragionevoli per evitare di colpire i civili, quando donne e bambini sono usati come scudi umani, quando, ha avvertito ancora, è negato l’accesso degli aiuti umanitari a Gaza, vengono distrutti i villaggi nel Darfur e la violenza sessuale devasta la vita di donne e bambini nel Congo, risulta tristemente chiaro che le ragioni politiche e militari passano sopra al rispetto basilare della dignità e dei diritti delle persone e delle comunità.
 Mons. Migliore ha quindi ribadito che per assicurare la protezione di civili non basta un rinnovato impegno a rispettare le leggi umanitarie, ma è innanzitutto necessaria una buona volontà politica. Ogni parte belligerante, ha proseguito, deve essere responsabile della protezione degli individui e delle comunità. Il presule ha ribadito che l’aumento delle vittime civili nei conflitti è anche conseguenza della produzione massiccia di nuovi e sofisticati armamenti. Ha quindi ribadito l’urgenza di un Trattato per il controllo del commercio e delle armi ed ha incoraggiato tutti gli Stati a ratificare la Convenzione sulle bombe a grappolo, adottata recentemente.








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