2009-01-15 14:36:16

Filippine: rapiti tre volontari della Croce Rossa


Tre operatori della Croce Rossa, un filippino, uno svizzero e un italiano, sono stati rapiti stamani nell’isola di Jolo, nel sud delle Filippine. La notizia è stata confermata da fonti ufficiali della Croce Rossa filippina, secondo la quale i tre stavano viaggiando su una strada, quando sono stati bloccati e portati via da uomini armati. Responsabile del rapimento potrebbe essere il movimento Abu Sayyaf, uno dei più sanguinari gruppi ribelli musulmani operanti nelle Filippine. Le trattative per il rilascio potrebbero essere state già avviate dalle autorità di Manila e degli altri Paesi di cui i tre rapiti sono originari. Per un’analisi di questo nuovo episodio contro operatori umanitari nelle Filippine, Giancarlo La Vella ha raccolto il commento di Francesco Rocca, commissario straordinario della Croce Rossa Italiana:RealAudioMP3


R. – La Croce Rossa è abituata a lavorare in situazioni di conflitto e in tutto il mondo è presente, purtroppo, dove ci sono queste situazioni. Ora, lì è una situazione particolarmente delicata e ci preoccupa questo aumento delle aggressioni verso gli operatori di Croce Rossa; è il segno del fatto che bisogna aumentare la diffusione e il rispetto per il diritto internazionale umanitario. Noi operiamo a prescindere dalle parti in causa e assistiamo tutti, così come avviene anche nelle Filippine.

 
D. – Siete riusciti a dare un significato a questo episodio? Perché si stanno colpendo i volontari che in fondo operano a favore della popolazione civile?

 
R. – Stiamo facendo un’analisi in queste ore. Stiamo in continuo contatto con i nostri colleghi su posto. Anche noi siamo stati presi di sorpresa da questa vicenda. Dobbiamo riuscire a capire bene se si tratti effettivamente di un gruppo terroristico o di un sequestro a scopo di estorsione.

 
D. – Che cosa si sta muovendo in queste ore? Come ci si comporta?

 
R. – Normalmente il Comitato internazionale, quando viene colpito un operatore di Croce Rossa, sospende tutte le attività, perché è segno che le parti non rispettano l’emblema. In questo caso, il Comitato ha annunciato che le operazioni sul campo proseguono e questo è segno che obiettivamente non c’è ancora chiarezza sulla dinamica. E comunque in quell’area il bisogno è enorme. Nonostante questo attacco all’emblema si continua a lavorare in favore dei più deboli, dei più vulnerabili.

 
D. – Qual è l’attività della Croce Rossa lì nelle Filippine, in particolare nell’isola di Jolo?

 
R. – Un nostro ingegnere si occupava di ricostruzione alloggi. Ovviamente, lì si sta facendo un lavoro a tutto tondo, sia sul piano sanitario che sugli alloggi, sulla potabilità. Ci sono una serie di interventi importanti, che in questo momento vengono portati avanti in quell’area, insieme con la mediazione tra le parti in conflitto.







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