2009-01-15 14:49:09

Città del Messico. Il cardinale Antonelli: sostenere la famiglia come scuola di umanità e vita cristiana


Testimonianze, canti ed interventi di religiosi e laici hanno scandito ieri a Città del Messico la prima giornata dell’Incontro mondiale delle famiglie. Aprendo il Congresso teologico pastorale, il presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, cardinale Ennio Antonelli, ha illustrato la visione della Chiesa sull’istituto familiare. La Famiglia – ha detto – è la “scuola più efficace di umanità e di vita cristiana”, una comunità stabile di vita e di amore “che armonizza nella comunione le differenze costitutive dell’essere umano”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3


(Inno dell’Incontro mondiale delle famiglie)

Ricordando attuali gravi difficoltà, tra cui l’emergenza educativa ed una sempre maggiore “frattura tra le generazioni”, il cardinale Ennio Antonelli ha affermato che la famiglia ha il diritto e il dovere di educare e formare. I figli hanno bisogno di apprendere gradualmente il giusto utilizzo della libertà, ma anche gli adulti - ha aggiunto - a loro volta possono ricevere molti stimoli positivi per un’educazione permanente. L’arcivescovo di Città del Messico, cardinale Norberto Rivera Carrera, ha poi lanciato una sfida: quella di “vedere la famiglia come un dono per la società umana”, una società che ha bisogno nel suo cammino di essere illuminata da valori spirituali. Per avanzare in questo percorso – ha spiegato il porporato – la Chiesa sostiene e promuove il matrimonio tra uomo e donna, origine della famiglia. Padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, ha affermato infine che si devono riscoprire “l’ideale biblico del matrimonio e della famiglia” come immagine dell’amore di Dio: “Due persone che si amano - ha detto - riproducono qualcosa di ciò che avviene nella Trinità”.

 
(musica)

 
La giornata di ieri è stata arricchita anche da testimonianze di rappresentanti di movimenti e associazioni che hanno sottolineato il ruolo fondamentale della famiglia per la formazione e la trasmissione di valori etici e spirituali. Un accorato appello è stato lanciato, in particolare, dal presidente del Messico, Felipe Calderon, che ha ribadito la centralità della famiglia. Il servizio di padre Gianfraco Grieco, capo ufficio del Pontificio Consiglio per la Famiglia:RealAudioMP3


La famiglia è il cuore dei messicani. Dal presidente del Messico Calderon è partito un caloroso appello in favore della famiglia e della vita: “La famiglia - ha detto il presidente rivolgendosi agli oltre 10 mila partecipanti - è vita. La famiglia è solidarietà, la famiglia è condivisione. E’ il luogo dove la giustizia si trasforma in carità”. Particolarmente ricca è stata la tavola rotonda alla quale hanno partecipato esponenti di associazioni, movimenti. Da queste realtà le famiglie, oggi, possono attendere un aiuto del tutto particolare: chi compie, infatti, un percorso di fede rinnova se stesso e la comunità familiare. E questo è stato l’invito della prima giornata del VI Incontro mondiale in corso a Città del Messico. L’evento ha subito ricevuto ampia eco dai mezzi di informazione: tutti i quotidiani parlano dell’Incontro e seguono con particolare attenzione gli “opinion leader” che ribadiscono nel corso di tutti gli interventi la centralità della famiglia per sperare in un futuro migliore.

 
Sperare in un futuro e in una società migliori significa rinforzare l’indissolubile vincolo matrimoniale e anche aiutare le famiglie cristiane a proporre modelli alternativi a quelli che caratterizzano l’attuale società. E’ quanto sottolinea, al microfono di Marta Lago, padre Raniero Cantalamessa:RealAudioMP3


R. – Il matrimonio vissuto in Cristo ha la possibilità di esprimere le potenzialità che Dio aveva in mente, cioè il mutuo amore tra i coniugi, la mutua realizzazione che non è semplicemente qualcosa di umano; è un aprirsi a quello che avviene nella Trinità, due persone che si amano e generano lo Spirito Santo. E quindi il matrimonio è la prima scuola di religione, perché nel matrimonio si sperimenta qualcosa che fa desiderare l’eterno, l’infinito, cioè Dio. Dobbiamo riscoprire il senso iniziale, voluto da Dio, della sessualità umana, che è un aprirsi al dono di Dio, aprirsi al desiderio di Dio. Questo corrisponde a quello che l’uomo e la donna hanno nel più profondo del loro cuore. Quindi i cristiani hanno un’arma formidabile, perché quello che il mondo presenta nei film, in tutti i mezzi di comunicazione e in modo abbagliante sono false prospettive di bellezza, salute e successo. La gente sa che si tratta di modelli falsi. Noi dobbiamo aiutare la gente a vedere, a smascherare questa menzogna e a chiamare col proprio nome le cose: non è amore tutto questo, ma semplicemente sensualità.

 
D. – Fino a che punto la testimonianza è importante nella nostra società?

 
R. – Io credo che, ormai, la testimonianza sia quello che ci resta. I primi cristiani, con i loro costumi, cambiarono le leggi dello Stato. Oggi invece non possiamo pretendere il contrario, cioè cambiare i costumi con le leggi dello Stato. Come cittadini, dobbiamo fare in modo che le leggi siano giuste. Ma dobbiamo soprattutto dare esempi di famiglie cristiane. Quindi l’azione pastorale della Chiesa, come già avviene, ma ancora di più dovrebbe puntare ad aiutare le famiglie cristiane a esprimere davvero, nella società di oggi, un modello alternativo.

 
D. – Ha parlato della sua preoccupazione per il divorzio del cuore. Sembra molto importante andare oltre le apparenze, non far finta che uno abbia una famiglia felice…

 
R. – Sì, bisogna avere il coraggio – e credo che questo è compito anche della nostra predicazione – di mettere in guardia che c’è un divorzio del cuore: avviene quando si rimane uniti, marito e moglie, ma non ci si parla. Io ho conosciuto casi di persone che non si parlavano più in casa. Quindi bisogna mettere in guardia non solo dal divorzio giuridico, ma anche da questo divorzio silenzioso. Un fenomeno che in alcune società – penso anche all’Italia – è molto più diffuso del divorzio giuridico.







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