Appello dei vescovi europei e nordamericani: "Basta con le violenze a Gaza"
Un pressante appello per la fine della violenza a Gaza e per la pace in Medio Oriente
è stato levato oggi da un gruppo di vescovi europei e nordamericani a conclusione
della loro visita in Terra Santa. I presuli fanno parte del Gruppo di coordinamento
delle Conferenze episcopali a sostegno della Chiesa in Terra Santa, organismo istituto
a Gerusalemme nel 1998 su richiesta della Santa Sede. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
“Cessare
la violenza, cominciare a costruire la pace”: inizia con questo accorato appello il
comunicato del gruppo di vescovi europei e nordamericani, che dal 9 gennaio scorso
sono in Terra Santa per chiedere la fine delle violenze a Gaza e l’avvio di un autentico
processo di pace israelo-palestinese. “Non può esserci pace se le persone non credono
nella pace – si legge nel documento - non possono esserci sicurezza e giustizia se
non sono garantite a tutti in questa terra”. Il Gruppo di coordinamento esorta dunque
palestinesi e israeliani a costruire una pace giusta che garantisca la sicurezza di
Israele e l’esistenza di uno Stato palestinese. Sul significato di questa iniziativa,
ecco la riflessione dell’arcivescovo di Liverpool, Patrick
Kelly, che presiede il gruppo di vescovi in Terra Santa. L’intervista è
della nostra inviata a Gerusalemme, Philippa Hitchen: R.
– We have got to urge everybody who has any economic, political influence … Dobbiamo
fare pressione su chiunque abbia un’influenza economica o politica in questo nostro
mondo perché si dica: la nostra preoccupazione sono tutti i bambini della Terra Santa.
Dobbiamo assicurarci della loro sicurezza, di tutti loro, senza alcuna eccezione;
dobbiamo deciderci ad affrontare questo problema. Non possiamo dimenticarcene!
Nel
comunicato, i presuli sottolineano il ruolo fondamentale delle religioni per la ricerca
della pace, chiedono ai pellegrini di non abbandonare la Terra Santa e ai fedeli europei
e nordamericani di continuare a pregare per i cristiani di questa comunità. Ancora
mons. Kelly: R. – We keep on saying
in most … Noi continuiamo ad affermare – ed è affermato nella maggior parte
delle Dichiarazioni che conosciamo – che riteniamo la vita religiosa di ogni essere
umano un aspetto importante della sua vita. E’ un aspetto vitale: se non si parla
della dimensione religiosa della persona, si esclude un aspetto importante della sua
vita. Una delle sfide delle tre religioni che sono in questa terra, è che per tutte
e tre questa terra è importante. Per questo diventa una sfida particolare. Personalmente,
io credo profondamente che se riusciamo a trovare il modo di far vivere due popoli
e tre religioni in pace e sicurezza tra di loro in questa terra, saremo riusciti ad
aprire la porta per la soluzione di ogni conflitto che il mondo deve affrontare oggi.