2009-01-14 15:44:40

Parigi inaugura l'Anno internazionale dell'astronomia


Si apre domani a Parigi l’Anno internazionale dell’astronomia organizzato dall’Unesco in occasione del 400.mo anniversario delle prime osservazioni eseguite da Galileo Galilei con il cannocchiale. Obiettivo di questo evento culturale - che mira a coinvolgere circa 140 Paesi - è incoraggiare una rinnovata consapevolezza del posto occupato dall’uomo nell’universo e invitare tutti a sperimentare la meraviglia e lo stupore che nascono dall’osservazione del cielo. Tra i promotori dell’iniziativa c’è l’Italia che l’ha lanciata attraverso l’Unione Astronomica Internazionale. La Santa Sede vi partecipa direttamente con la Specola Vaticana ma anche attraverso il Pontificio Consiglio della Cultura che considera quest’anno un’occasione per approfondire il dialogo tra scienza e fede proprio sotto il patrocinio ideale dello scienziato pisano, il cui processo è considerato a torto il simbolo dell’oscurantismo ecclesiastico. Ascoltiamo la voce di Benedetto XVI in questo servizio di Fabio Colagrande:RealAudioMP3


"Se i cieli, secondo le belle parole del salmista, 'narrano la gloria di Dio' (Sal 19[18],2), anche le leggi della natura, che nel corso dei secoli tanti uomini e donne di scienza ci hanno fatto capire sempre meglio, sono un grande stimolo a contemplare con gratitudine le opere del Signore".
 
Così, il 21 dicembre scorso, Benedetto XVI salutava tutti i partecipanti all’Anno dell’astronomia e chiariva quanto la scienza che studia i corpi celesti avvicini alla fede. Pontefici come Silvestro II, che la insegnò, Gregorio XIII, a cui dobbiamo il calendario e San Pio X, ne sono stati cultori e il tempo liturgico è da sempre scandito dall’astronomia. Questi dodici mesi saranno dunque un’opportunità veramente unica per rilanciare il confronto tra ricerca scientifica e riflessione filosofica e teologica. E’ però necessario che la scienza - spiega l’arcivescovo Ravasi, presidente del Dicastero vaticano della Cultura - riconosca oggi alla teologia una propria dignità e autorevolezza. D’altra parte - come affermava Giovanni Paolo II già nel 1992 - ‘è un dovere per i teologi tenersi informati sulle acquisizioni scientifiche per esaminare, all’occorrenza, se è il caso di operare delle revisioni nel loro insegnamento’. Come dire, il processo di Galileo, il cui codice verrà ridato alle stampe entro l’anno in una nuova edizione curata dall’Archivio Segreto Vaticano, non è passato invano. Ecco il commento di mons. Melchor Sanchez de Toca y Alameda, sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura e direttore del Progetto STOQ:

"L’astronomia, di tutte le scienze ha avuto sempre un legame particolare con la teologia; nel Medioevo era la via regia, la via regale per la teologia. Forse perché costringe l’uomo a guardare verso l’alto, mentre il microscopio costringe l’uomo a chinarsi su un tavolo: il telescopio ci fa alzare lo sguardo, e questo è pieno di reminiscenze bibliche. ‘Alzate la testa, perché la vostra liberazione è vicina’: guardare il cielo, guardare verso l’alto, provare stupore, ammirazione nei confronti del creato. Kant diceva che due cose erano per lui fonte di stupore: il cielo stellato sopra la sua testa e la legge naturale nel suo cuore, nella coscienza. Guardare il cielo è un’esperienza che io raccomando a tutti. Guardare la luna, la superficie della luna con un telescopio, o Giove o gli anelli di Saturno è una cosa che lascia letteralmente con la bocca aperta. E recuperare la capacità di stupirsi, di provare stupore e meraviglia davanti al creato, è già un passo da gigante per l’accettazione di un Dio creatore. E’ un anno veramente propizio per riallacciare un dialogo che non è stato mai interrotto - checché ne dicano tutte le critiche, le opinioni correnti; da una parte a livello alto, un confronto sul caso Galileo, che è un caso molto particolare, un caso unico, estremamente complesso: ci vogliono veramente conoscenze molto solide di filosofia, teologia, storia, astronomia che non è facile radunare. Poi anche, ad un altro livello, sulle questioni cosmologiche, che toccano – in un certo senso – la fede; il mondo, il cosmo, così come lo conosciamo, da dove viene, dove va? E poi, a livello popolare, perché non contribuire per esempio dalle parrocchie, dagli oratori, a diffondere una cultura astrofila? Monasteri e chiese sono stati luoghi di osservazione astronomica per secoli: perché non tornare a riscoprire il cielo, dai campanili delle nostre chiese, delle nostre parrocchie?".
 
Tra gli avvenimenti organizzati direttamente dalla Specola, l'osservatorio astronomico e centro di ricerca scientifica della Chiesa cattolica, diretto dal padre gesuita José Gabriel Funes - la Mostra ‘Astrum 2009’, dedicata al patrimonio storico astronomico italiano e vaticano e allestita in Vaticano con l’Istituto Nazionale di Astrofisica e i Musei Vaticani da ottobre a gennaio 2010. Insieme alla Pontificia Accademia delle Scienze la Specola organizza invece una Settimana di Studi sull’Astrobiologia in programma dal 6 all’11 novembre. La Specola e il Pontificio Consiglio della Cultura sono tra i promotori infine del Convegno internazionale di rilettura storico-filosofica e teologica del “Caso Galilei”, in programma a maggio 2009 a Firenze e curato dell’Istituto Stensen dei Gesuiti.







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