Gaza: dalla comunità internazionale accorati appelli per la pace
E’ sempre più drammatica la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, teatro di
operazioni militari compiute dall’esercito dello Stato ebraico in risposta al lancio
di razzi da parte di estremisti palestinesi verso Israele. Fonti locali riferiscono
all’agenzia Sir che la popolazione è ormai allo stremo: mancano cibo, acqua potabile
e l’elettricità. Sono inoltre quasi terminate le scorte di medicinali. Molte persone
trovano rifugio in casa di amici e parenti ed è forte il timore che l’esercito israeliano
possa utilizzare armi illegali al fosforo che provocano gravi ustioni e laceranti
sofferenze. In questo tragico scenario, prosegue senza sosta il lavoro di Caritas
Gerusalemme per assicurare gli aiuti ad almeno 25 mila persone. In Europa, intanto,
si moltiplicano le iniziative per chiedere la fine delle violenze. Tra queste, c’è
la manifestazione “Fermiamo la strage”, promossa da varie organizzazioni umanitarie,
che si svolgerà sabato prossimo ad Assisi. Un’invocazione speciale arriva dal Portogallo,
dove il rettore del Santuario di Fatima, padre Virgílio Antunes, ha esortato i pellegrini
a “pregare insistentemente” per la causa della pace tra israeliani e palestinesi.
“Dio – ha detto il sacerdote le cui parole sono state riprese dall’agenzia Zenit -
soffre per le divisioni del suo popolo, così come i genitori soffrono per le divisioni
tra i loro figli”. Sarà diffusa, inoltre, la traduzione in italiano della risoluzione
delle Nazioni Unite, nella quale si chiede, oltre alla cessazione delle attività militari,
anche l’invio di una missione speciale indipendente con il compito di indagare “sulle
violazioni dei diritti umani” e del “diritto umanitario internazionale”. Il Comitato
dell’Onu sui diritti dell’Infanzia esprime, poi, profonda preoccupazione per gli effetti
devastanti sui bambini. Sono centinaia quelli uccisi o feriti. Molti – ricorda l’agenzia
Misna – hanno perso i loro genitori. Diversi bambini – aggiungono esperti dell’Onu
– sono morti “per il mancato rispetto delle raccomandazioni della Convenzione sui
diritti dell’infanzia”. C’è infine il rischio che il seme della violenza possa attecchire
anche in luoghi lontani dalla Striscia di Gaza. I vescovi francesi, ad esempio, sono
preoccupati per una serie di atti di antisemitismo avvenuti recentemente nel Paese
transalpino. Ribadendo il fondamentale contributo del “dialogo e del rispetto reciproco”,
i presuli denunciano che la propagazione della violenza in Francia sarebbe un ulteriore
ostacolo per la pace a Gaza. I vescovi francesi si uniscono quindi agli appelli del
Papa e della comunità internazionale per un immediato cessate-il-fuoco. (A.L.)