2009-01-14 15:02:16

Gaza: dalla comunità internazionale accorati appelli per la pace


E’ sempre più drammatica la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, teatro di operazioni militari compiute dall’esercito dello Stato ebraico in risposta al lancio di razzi da parte di estremisti palestinesi verso Israele. Fonti locali riferiscono all’agenzia Sir che la popolazione è ormai allo stremo: mancano cibo, acqua potabile e l’elettricità. Sono inoltre quasi terminate le scorte di medicinali. Molte persone trovano rifugio in casa di amici e parenti ed è forte il timore che l’esercito israeliano possa utilizzare armi illegali al fosforo che provocano gravi ustioni e laceranti sofferenze. In questo tragico scenario, prosegue senza sosta il lavoro di Caritas Gerusalemme per assicurare gli aiuti ad almeno 25 mila persone. In Europa, intanto, si moltiplicano le iniziative per chiedere la fine delle violenze. Tra queste, c’è la manifestazione “Fermiamo la strage”, promossa da varie organizzazioni umanitarie, che si svolgerà sabato prossimo ad Assisi. Un’invocazione speciale arriva dal Portogallo, dove il rettore del Santuario di Fatima, padre Virgílio Antunes, ha esortato i pellegrini a “pregare insistentemente” per la causa della pace tra israeliani e palestinesi. “Dio – ha detto il sacerdote le cui parole sono state riprese dall’agenzia Zenit - soffre per le divisioni del suo popolo, così come i genitori soffrono per le divisioni tra i loro figli”. Sarà diffusa, inoltre, la traduzione in italiano della risoluzione delle Nazioni Unite, nella quale si chiede, oltre alla cessazione delle attività militari, anche l’invio di una missione speciale indipendente con il compito di indagare “sulle violazioni dei diritti umani” e del “diritto umanitario internazionale”. Il Comitato dell’Onu sui diritti dell’Infanzia esprime, poi, profonda preoccupazione per gli effetti devastanti sui bambini. Sono centinaia quelli uccisi o feriti. Molti – ricorda l’agenzia Misna – hanno perso i loro genitori. Diversi bambini – aggiungono esperti dell’Onu – sono morti “per il mancato rispetto delle raccomandazioni della Convenzione sui diritti dell’infanzia”. C’è infine il rischio che il seme della violenza possa attecchire anche in luoghi lontani dalla Striscia di Gaza. I vescovi francesi, ad esempio, sono preoccupati per una serie di atti di antisemitismo avvenuti recentemente nel Paese transalpino. Ribadendo il fondamentale contributo del “dialogo e del rispetto reciproco”, i presuli denunciano che la propagazione della violenza in Francia sarebbe un ulteriore ostacolo per la pace a Gaza. I vescovi francesi si uniscono quindi agli appelli del Papa e della comunità internazionale per un immediato cessate-il-fuoco. (A.L.)







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