VI Incontro Mondiale delle Famiglie, un'esperienza di fraternità, intervista con il
Dott. Alberto Friso
Famiglie di oltre novantotto paesi di tutto il mondo si ritroveranno tra pochi giorni
a Città del Messico per celebrare insieme ad oltre duecento vescovi il VI Incontro
Mondiale delle Famiglie (http://www.emf2009.com). Il Papa Benedetto XVI seguirà in
videocollegamento dal Vaticano la Messa conclusiva e rivolgerà il suo saluto ai presenti.
Nati nel 1994 per iniziativa di Giovanni Paolo II, gli incontri sono diventati un'esperienza
di fraternità che abbraccia famiglie e popoli di diverse culture, non limitata all'ambito
ecclesiale. Forte è anche il coinvolgimento di autorità civili e rappresentanti politici,
con i quali si vuole dialogare. Attraverso il Congresso teologico-pastorale, che si
svolgerà dal 14 al 16 gennaio, e poi con la Festa e la Celebrazione eucaristica conclusiva
davanti alla Basilica di Nostra Signora di Guadalupe, l'incontro vuole infatti dare
voce non solo alle attese e ai bisogni di tante famiglie nel mondo, ma anche mostrare
come esse siano una risorsa attiva e spesso risolutiva all'interno delle società.
Una risorsa che, nel caso delle famiglie cristiane, trova forza anche nella preghiera,
che a Città del Messico sarà rappresentata sabato 17 gennaio dalla recita del rosario
scandita dalla testimonianza di cinque famiglie provenienti dai diversi continenti.
In proposito il dott. Alberto Friso, membro del Pontificio Consiglio per la
Famiglia, che ha accompagnato fin dal loro nascere gli Incontri mondiali delle famiglie,
intervistato da Pietro Cocco:
R.
– Questi incontri mondiali del Papa con le famiglie sono iniziati in occasione della
Giornata mondiale della famiglia dell’Onu, nel ’94. Il Papa Giovanni Paolo II evidentemente
aveva visto un segno della necessità che il mondo prendesse coscienza di questa pietra
miliare che ha nella società: la famiglia. E’ dalla famiglia che nasce la società.
Da allora abbiamo visto come si sia dipanata questa esperienza che ha portato anche
a mettere in luce tanti valori ecclesiali, ma anche tanti valori umani! In particolare,
vedrei come specificità di questo VI Incontro proprio questo: che la famiglia è anche
laboratorio sociale, che in famiglia si educa non solo alla fede, ma si educa l’uomo.
Nella famiglia lo si educa a diventare cittadino, a diventare anche quel nuovo elemento
del capitale sociale che sarà la nuova generazione che subentra e prende in mano anche
lo sviluppo e la crescita economica, ma anche morale e culturale della propria società.
Questa di Città del Messico ci pare una bella occasione, importante e ricca. Anche
queste testimonianze legate al Rosario ci piacciono molto, perché fanno vedere che
Maria è sede della sapienza e Madre di casa, e da lei vengono arricchiti, valorizzati
e scoperti sia i valori umani che i valori spirituali.
D.
– Oggi, purtroppo, nel mondo crescono anche le situazioni di conflitto, in cui le
famiglie sono le prime vittime. Abbiamo proprio in questi giorni sotto gli occhi quanto
sta accadendo nella Striscia di Gaza. Questo essere laboratorio di convivenza civile
è un frutto possibile, che viene dalla famiglia, o è irrealizzabile?
R.
– Direi che c’è bisogno che la famiglia cresca anche nella coscienza propria di essere
soggetto e quindi che papà, mamme e figli abbiano un minimo di coscienza del fatto
che loro sono anche sorgente di cultura, sorgente di educazione per i singoli, ma
anche di un piccolo elemento culturale che diventa un apporto alla società. Dico questo,
perché nell’esperienza che è in corso in Medio Oriente, purtroppo, anche le famiglie
sono schiacciate da un’influenza ideologico-religiosa. Insomma, c’è bisogno di tutto
un equilibrio e ci pare che la cultura cristiana fra le famiglie cristiane sia presente,
solo che le famiglie cristiane non hanno voce in questo momento. Però, c’è una grande
solidarietà e noi crediamo che la situazione evolverà in bene e ci sarà un futuro
di pace.