Sri Lanka: la Chiesa segue con attenzione la bozza della nuova legge anti-conversioni
La Chiesa cattolica in Sri Lanka sta seguendo con estrema attenzione l’iter di approvazione
della nuova Legge anti-conversioni che è stata presentata nei giorni scorsi al Parlamento
del Paese. Si tratta di un provvedimento fortemente voluto dai partiti politici di
ispirazione buddista, che ora sarà sottoposto al vaglio parlamentare. La legge, sul
modello di quelle approvate in diversi Stati dell’India, - riferisce l'agenzia Fides
- intende “impedire la conversione di una persona da una religione all’altra, se operata
con l’uso della forza, con l’inganno o con mezzi fraudolenti”. E’ intenzione del governo
coinvolgere nella discussione, e nelle successive elaborazioni e modifiche che l’Assemblea
legislativa apporterà alla bozza presentata, tutte le componenti della società, soprattutto
le comunità religiose presenti nel paese, per “preservare l’armonia religiosa della
nazione”. A tal fine è stata creata una apposita Commissione per valutare il provvedimento,
esaminarne implicazioni positive e negative, proporre eventuali correzioni. Nella
Commissione è stato chiamato, in qualità di rappresentante di una delle comunità religiose
dello Sri Lanka, mons. Oswald Gomis, arcivescovo di Colombo, che ha subito messo in
rilievo il pericolo che il documento “violi la libertà religiosa garantita dalla Costituzione
dello Sri Lanka”. Il documento è stato già sottoposto al vaglio della Corte Suprema
dello Sri Lanka, che lo ha fortemente emendato, evidenziando diversi passi del testo
in contrasto con la Costituzione del Paese. Sta ora al Parlamento recepire le indicazioni
della Corte, iniziare un dibattito e apportare le necessarie modifiche al testo, prima
che esso diventi legge. I vescovi dello Sri Lanka hanno più volte ribadito di essere
anch’essi fortemente contrari alle “conversioni non etiche”, condannano i mezzi fraudolenti
o quanti fanno proselitismo con l’inganno o il denaro. "Approvare una legge che vieta
le conversioni - secondo i vescovi - non risolverà il problema: al contrario, essa
potrebbe creare difficoltà, disarmonie, conflitti, violazioni della libertà religiosa,
o anche, se usata male, l’oppressione delle minoranze religiose nel paese". (R.P.)