Il Papa agli amministratori del Lazio: politiche solidali per le fasce sociali povere
e mutuo sostegno con la Chiesa per battere la crisi
La crisi economica mondiale ha “inevitabili ricadute” anche su Roma e sul territorio
del Lazio. Per questo, i responsabili della cosa pubblica hanno il dovere di impostare
le rispettive politiche nel segno della “solidarietà” e della “sobrietà”, rafforzando
la collaborazione con le strutture della Chiesa che lottano contro il disagio sociale.
L’esortazione di Benedetto XVI è stata rivolta questa mattina al sindaco di Roma,
Gianni Alemanno, al presidente della Regione Lazio, Pietro Marrazzo, e al presidente
della Provincia capitolina, Nicola Zingaretti, ricevuti nella tradizionale udienza
di inizio anno agli amministratori locali. Il servizio di Alessandro De Carolis:
La sfida
è “ardua” e ciò che è grave a livello globale lo è anche nell’ambito di una gestione
più ristretta. Benedetto XVI ha colto le “preoccupazioni”, ma anche le “speranze”,
di chi amministra una grande città come Roma, e chi il territorio provinciale e regionale,
e ha risposto ribadendo - come fatto più volte negli ultimi tempi - che l’attuale
crisi economica mondiale è anzitutto una crisi “strutturale, culturale e di valori”.
Una crisi, ha detto il Papa, che ha bisogno certo di “amministratori illuminati” ma
- al fondo - di un sostanziale rinnovamento delle coscienze: “Forse
mai come oggi la società civile comprende che soltanto con stili di vita ispirati
alla sobrietà, alla solidarietà ed alla responsabilità, è possibile costruire una
società più giusta e un futuro migliore per tutti (…) Ecco perché priorità inderogabile
è la formazione al rispetto delle norme, all’assunzione delle proprie responsabilità,
a una impostazione di vita che riduca l’individualismo e la difesa degli interessi
di parte per tendere insieme al bene di tutti, avendo particolarmente a cuore le attese
dei soggetti più deboli della popolazione, non considerati un peso, bensì una risorsa
da valorizzare”. Soggetti deboli che Benedetto XVI ha elencato
spostando il proprio intervento dalla dimensione dei principi a quello delle “risposte
concrete” che anche la Chiesa - attraverso la Caritas diocesana e le altre associazioni
cattoliche – porta, ha ricordato, a quanti “sono nel bisogno”, affiancando le “politiche
economiche e sociali” dello Stato senza chiedere né vantare “privilegi”:
“Penso
qui alle famiglie, soprattutto a quelle con figli piccoli che hanno diritto a un avvenire
sereno, e agli anziani, molti dei quali vivono in solitudine e condizioni disagiate;
penso all’emergenza abitativa, alla carenza di lavoro e alla disoccupazione giovanile,
alla non facile convivenza tra gruppi etnici diversi, alla grande questione dell’immigrazione
e dei nomadi”. In particolare ai giovani Benedetto XVI
ha dedicato un intero paragrafo del suo discorso. Giovani, ha osservato, le cui esistenze
spesso prive di punti di riferimento pongono in seria evidenza la questione dell’“emergenza
educativa”, che oggi, ha puntualizzato il Pontefice, richiede “la più ampia collaborazione
possibile”:
“Si affievoliscono, specie tra le
giovani generazioni, i valori naturali e cristiani che danno significato al vivere
quotidiano e formano ad una visione della vita aperta alla speranza; emergono invece
desideri effimeri e attese non durature, che alla fine generano noia e fallimenti.
Tutto ciò ha come esito nefasto l’affermarsi di tendenze a banalizzare il valore della
stessa vita per rifugiarsi nella trasgressione, nella droga e nell’alcool, diventati
per taluni rito abitudinario del fine settimana”.
E
dunque, davanti al “nichilismo che pervade in maniera crescente il mondo giovanile”,
la Chiesa - ha proseguito il Papa - invita tutti a dedicarsi seriamente ai giovani”:
“A
non lasciarli in balìa di se stessi ed esposti alla scuola di ‘cattivi maestri’, ma
ad impegnarli in iniziative serie, che permettano loro di comprendere il valore della
vita in una stabile famiglia fondata sul matrimonio. Solo così si dà loro la possibilità
di progettare con fiducia il loro futuro”.
E
qui, Benedetto XVI ha detto di confidare in un rafforzamento del “muto sostegno” con
le amministrazioni locali per dotare di parrocchie e oratori i “quartieri che ne sono
sprovvisti”. Un auspicio che il Papa in modo analogo ha espresso per quanto riguarda
le strutture sanitarie cattoliche, tributando in questo caso un riconoscimento alla
Regione Lazio per i “segnali positivi” colti in questo ambito lungo l’arco del 2008.
In
precedenza, i tre massimi responsabili delle tre amministrazioni territoriali avevano
espresso al Papa gli auguri di buon anno a nome dei propri dipendenti, ribadendo ciascuno
gli impegni, nei rispettivi ambiti di competenza, a contrastare le derive indotte
dalla crisi economica soprattutto in difesa delle fasce sociali più deboli.