Cuba: il cardinale Ortega traccia il bilancio ecclesiale del 2008
“La crisi economica globale ha le sue radici nell’ambizione smisurata, nelle ansie
irrefrenabili di arricchimento, nell’egoismo che ignora e ostacola la solidarietà”.
E’ quanto ha affermato, lo scorso primo gennaio, durante la Santa Messa per celebrare
Maria Madre di Dio e la Giornata mondiale della pace 2009, l’arcivescovo dell’Avana,
cardinale Jaime Ortega. “Il Santo Padre - ha aggiunto - ci invita a considerare, nel
momento difficile che attraversa l’umanità per la crisi mondiale, le carenze materiali
e morali di questo nostro tempo”. Carenze che “accrescono la povertà, il fattore più
negativo della pace, poiché è causa di irrequietezza e violenza sociale”. Parlando
in modo specifico del suo Paese, l’arcivescovo dell’Avana ha ricordato che la missione
della Chiesa è una sola: “seminare valori, sostenere la famiglia in quanto istituzione
indispensabile, aprire cammini di speranza, perché senza uomini e donne ben motivate
non possono essere realizzati i desiderati progetti di miglioramento economico e sociale”.
Il cardinale Jaime Ortega ha sottolineato anche molti eventi positivi e progressi,
pur non essendo ancora “alla portata della Chiesa cubana tutte le possibilità nel
campo dell’educazione, di quello sociale e assistenziale”. “È un bene innegabile –
ha poi osservato - che esista una separazione tra la Chiesa e lo Stato”. Ma tale realtà
“non può essere considerata come una scissione tra la Chiesa e la società”. “Non ci
accontentiamo di trasmissioni televisive o radiofoniche; vogliamo avere la possibilità
– ha spiegato il porporato – di disporre di spazi sistematici sulla stampa, la Tv
e la radio. Noi non possiamo lasciar da parte la missione educativa della Chiesa che,
tra l’altro, potrebbe avere molte altre dimensioni”. Si può ad esempio ampliare –
ha detto il cardinale – la rete di iniziative verso gli anziani, in una nazione che
invecchia rapidamente, “e anche verso altri gruppi bisognosi”. “Il bene del cristiano
ed il bene della Chiesa - ha aggiunto - rappresentano il medesimo bene per il nostro
popolo”. L’arcivescovo della capitale cubana ha affermato infine che “guardando la
traiettoria fino ad oggi percorsa”, il cammino della Chiesa nella società di Cuba
potrebbe essere preso come un “paradigma per continuare ad avanzare in altre sfere
della vita sociale, politica ed economica del Paese”. “Ambiti dove servono miglioramenti
che comportano nuovi passi, forse coraggiosi, che daranno benefici a tutto il popolo”.
(A cura di Luis Badilla)