Si inasprisce la guerra del gas tra Russia ed Ucraina
Si inasprisce sempre di più la guerra del gas tra Russia ed Ucraina. Kiev ha annunciato
lo stop di tutti i rifornimenti di gas russo destinati all'Europa Occidentale. Smentite
da parte di Mosca, che parla di una semplice riduzione dell’erogazione. Ma in Austria,
Polonia, Ungheria, Croazia, Slovenia e Repubblica Ceca già da questa mattina si segnalano
le prime difficoltà. Intanto la Commissione Europea, in attesa del vertice di domani
a Bruxelles tra Russia e UE, si è detta pronta ad inviare propri osservatori nell’area
per misurare il volume di gas transitante tra i due Paesi. Da Bruxelles giunge anche
un appello affinché le forniture riprendano da domani, “altrimenti la presidenza Ue
dovrà prendere nuove iniziative”. A dichiararlo il premier ceco, Mirek Topolanek,
presidente di turno dell'Ue, che ha preannunciato una dichiarazione congiunta presidenza-Commissione
Ue per questo pomeriggio. Da parte sua, il presidente ucraino Viktor Iushenko ha inviato
un messaggio al collega russo Dmitri Medvedev per chiedere di riprendere le trattative
sul gas. La nuova crisi è scoppiata dopo che il monopolista russo del gas, Gazprom,
ha tagliato le forniture a Kiev il 1° gennaio. Il colosso energetico accusa l’Ucraina
di non avere pagato i debiti pregressi e di sottrarre illecitamente decine di milioni
di metri cubi di gas al giorno. Quali scenari si potrebbero aprire a questo punto,
sia dal punto di vista politico che energetico? Salvatore Sabatino lo ha chiesto
a Fulvio Scaglione, vice-direttore di Famiglia Cristiana ed esperto di area
ex sovietica.
R.
– Dal punto di vista politico e dal punto di vista energetico, perché ovviamente le
risorse energetiche fanno politica. Io credo che si arriverà in tempi non lunghissimi
ad una riapertura delle trattative. Credo che questo di Mosca sia un gesto assolutamente
dimostrativo e che non sia destinato ovviamente a durare troppo per le evidenti ragioni,
perché l’Europa occidentale ha bisogno di gas e perché l’Ucraina non può essere costretta
alla fame e al gelo e così via.
D. – Alcuni osservatori
ritengono che Mosca voglia, attraverso questa mossa, imporsi sulla scena internazionale
come superpotenza capace di condizionare l’intera Europa. Quanto questa analisi, secondo
te, può essere veritiera?
R. – Credo che in certa
parte Mosca sia già in grado di condizionare il quadro politico internazionale, Europa
e non Europa. Non credo ovviamente che a Mosca convenga mettersi sulla strada dello
scontro frontale con l’Europa, perché l’Europa è un ottimo cliente delle risorse energetiche
che Mosca mette in vendita e quindi taglierebbe così una delle fonti principali di
introito per la Russia stessa. D’altra parte io non vorrei che fosse sottovalutata
anche la posizione da questo punto di vista dell’Ucraina, perchè anche l’Ucraina fa
un gioco geopolitico e geostrategico: l’Ucraina conta proprio sul fatto che Mosca
non può tagliarle i rifornimenti senza in qualche modo danneggiare anche l’Europa
e mettersi in urto con l’Europa. E’ per questo che l’Ucraina mantiene il punto. E'
anche questo un fattore che non andrebbe, secondo me, troppo sottovalutato.
D.
– Quella tra Russia ed Ucraina è una storia di rapporti difficili che va avanti da
tanto tempo...
R. – Sì, fin troppo. Sembrano due
Paesi fatti apposta per mettersi in urto, perché la Russia specula sulle risorse energetiche,
come si diceva anche da un punto di vista politico, e l’Ucraina, che dipende totalmente
dalla Russia per i suoi rifornimenti energetici e non solo, ha adottato questa politica
antirussa un po’ frenetica e un po’ insensata, che ovviamente la mette in diretta
rotta di collisione con Mosca.