A renderlo noto è mons. Wenceslao Padilla, prefetto apostolico di Ulaanbaatar in una
lettera inviata in occasione del Natale al rettore maggiore dei salesiani don Pasqual
Chávez Villanueva. Nella stessa lettera il presule oltre ad esprimere gratitudine
alla congregazione dei figli di Don Bosco per l’opera di evangelizzazione in Mongolia,
esprime il desiderio e l’augurio di veder crescere la presenza della Chiesa nel suo
Paese. Presente con le prime missioni dal 1992, la chiesa cattolica in Mongolia oggi
conta circa 500 fedeli. Nella lettera mons. Padilla ripercorre gli avvenimenti più
significativi che hanno segnato la vita della comunità cattolica mongola nell’anno
appena passato. Tra gli altri, come riporta L’Osservatore Romano, la visita di studenti
universitari e medici della Corea del Sud e di Taiwan. I primi hanno partecipato alle
attività di volontariato organizzate dalla Chiesa locale, mentre i medici hanno curato
i poveri che vivono nelle zone dove operano i missionari. Tra gli avvenimenti più
importanti della comunità cattolica locale è il battesimo di cento fedeli e l’ingresso
nel seminario della Corea del Sud del primo aspirante sacerdote mongolo. Il presule
ribadisce in chiusura della lettera, il suo obiettivo primario per il futuro, quello
cioè di accrescere l’attività della chiesa nel Paese e la costruzione della prima
scuola cattolica. (F.C.)