Oggi è la Giornata dell'infanzia missionaria: "L'annuncio è la nostra festa". Intervista
con suor Maria Teresa Crescini
"La Giornata dell’Infanzia Missionaria, che si celebra nell’odierna festa dell’Epifania,
è opportuna occasione per porre in evidenza come i bambini e i ragazzi possano svolgere
un ruolo importante nella diffusione del Vangelo e nelle opere di solidarietà verso
i loro coetanei più bisognosi". Lo ha detto questa mattina Benedetto XVI a conclusione
dell'Angelus, ricordando l'impegno della Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria
(POIM), che ha organizzato la Giornata dal titolo “L’annuncio è la nostra festa”.
Un’occasione durante la quale i giovani di tutto il mondo fanno donazioni e partecipano
a progetti di solidarietà in favore di ragazzi che vivono situazioni di disagio. Il
servizio di Isabella Piro:
"Un’Ave
Maria al giorno e un soldo al mese": è quanto chiese ai giovani francesi mons. Charles
de Forbin Janson, vescovo di Nancy ed ideatore della Giornata missionaria dei ragazzi.
Era il 1843 ed il presule aveva a cuore, in particolare, la difficile situazione dei
bambini cinesi. Da allora, il miracolo della solidarietà infantile si ripete ogni
anno ed oggi la Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria raggiunge 110 Paesi in
tutto il mondo. Quest’anno, la Giornata missionaria dei ragazzi cade in concomitanza
di due importanti anniversari: il 60.mo della Dichiarazione universale dei diritti
Umani, del 1948, ed il 20.mo della Convenzione sui diritti dell’infanzia, datata 1989.
Due ricorrenze che portano un valore aggiunto alla missionarietà giovanile, come afferma
suor Maria Teresa Crescini, superiora generale delle Maestre
Pie Venerini e per 25 anni incaricata dell’animazione missionaria della POIM:
“Questi
anniversari richiamano da vicino il carisma della Infanzia missionaria, perché è proprio
in funzione dei diritti dei piccoli che è nata l’Infanzia missionaria. E il primo
diritto è a ricevere l’annuncio evangelico, a ricevere la luce di Cristo che deve
illuminare la strada dei piccoli e deve stimolare i grandi ad interessarsi a loro”. Durante
la liturgia eucaristica dell’Epifania, i ragazzi rinnovano o assumono un preciso impegno
missionario, scrivendolo su un cartoncino da presentare all’Offertorio, insieme al
proprio salvadanaio, riempito nel tempo di Avvento. Quale insegnamento trarre, allora,
dalla solidarietà dei bambini? Ancora suor Maria Teresa Crescini:
“Che
nel mondo, nonostante le guerre, gli odii, le distruzioni, c’è un’infanzia stupenda
che si preoccupa, giorno dopo giorno, di un’infanzia che non conosce - perché è un’infanzia
lontana - ma della quale si prende cura. L’Opera della Santa Infanzia, quest’anno,
ha ricevuto dai bambini 28 milioni di dollari, con iniziative di solidarietà che i
ragazzi stessi inventano. Parlo dell’Africa, per esempio: i bambini dell’Africa, sbucciando
le arachidi hanno guadagnato qualche cosa e hanno mandato 370 mila euro. I ragazzi
dell’Asia hanno inviato un milione di dollari ed è una solidarietà che si moltiplica
da sola. E ho imparato, appunto, in questi anni, che il mondo nella bontà, nel cuore
dei piccoli, ha una dimensione di salvezza che diventa, giorno dopo giorno, la garanzia
di salvezza per gli adulti, per il mondo”. Per il 2009, la POIM
ha sottoposto ai ragazzi cinque progetti da sostenere o realizzare, uno per ogni continente:
un orfanotrofio a Sarajevo, un terreno da gioco in Ciad, una casa per disabili in
Pakistan, un laboratorio artigianale in Colombia e due scuole cattoliche delle Isole
Cook. Ma come insegnare ai ragazzi l’importanza della missione? Ancora suor Maria
Teresa Crescini:
“I genitori, i maestri, gli animatori
degli oratori, i catechisti in modo particolare, devono sviluppare nel bambino quella
dimensione di solidarietà che poi è una dimensione battesimale, perché sono innestati
con il battesimo nella solidarietà di Cristo che si è sacrificato per tutti noi. Educare
i ragazzi a far fiorire quel fermento che in loro ha messo il battesimo”.