Due morti e 22 feriti è il bilancio di un attentato dinamitardo a Baghdad, dove un
ordigno è esploso al passaggio di una pattuglia della polizia irachena nei pressi
dello stadio Shaab. Lo hanno riferito fonti del ministero dell'Interno, precisando
che le due vittime sono un agente e un civile. In un altro attentato, all'esterno
di una tipografia nei pressi della piazza Uqba Bin Nafie del quartiere Karrada, in
pieno centro della capitale, sono rimasti feriti 12 dipendenti dell'impianto di proprietà
della Banca centrale irachena. Altre 4 persone, infine, sono state ferite per l'esplosione
di un ordigno nella zona orientale di Baghdad. Ieri un attentato kamikaze in una moschea
sciita aveva provocato 38 morti.
Pakistan Sette persone sono rimaste
uccise in un attentato avvenuto nella città di Dera Ismail Khan, nel Pakistan nord-occidentale,
nei pressi del confine con l’Afghanistan. Un giovane kamikaze, tra i 15 e i 18 anni,
si è fatto esplodere in una zona molto frequentata della città, provocando oltre alle
sette vittime, di cui cinque poliziotti e due civili, anche 25 feriti. L’obiettivo
dell’attentatore erano proprio gli agenti, riferisce la stessa polizia. La città di
Dera Ismail Khan, proprio per la sua vicinanza al confine afghano è divenuta un rifugio
per gruppi di talebani afghani e pakistani, e per gruppi di al–Qaeda.
Grecia Colpi
di kalashnikov sono stati sparati contro la polizia greca ad Atene. Un poliziotto
21.enne è stato colpito al petto e ad una gamba ed è in pericolo di vita. L’attacco
ad opera di sconosciuti è avvenuto davanti ad un edificio del Ministero della cultura
nel quartiere di Exarchia, nel centro della capitale. Dopo l’uccisione da parte della
polizia di un 15.enne, Andreas Grigoropoulos, avvenuta il 6 dicembre scorso nello
stesso quartiere di Exarchia, la tensione in Grecia è molto alta e le proteste violente
contro le forze dell’ordine sono numerose. Il 23 dicembre scorso, un attentato simile
si è verificato all'Università di Atene contro un pulmino di poliziotti dei reparti
antisommossa. Il ministro degli Interni, Pavlopoulos, definisce gli avvenimenti “un
attacco alla democrazia”.
Crisi del gas Russia- Ucraina “Per
ora la situazione è abbastanza tranquilla e non ci sono particolari problemi per le
forniture di gas verso l'Ue”. Ma la Commissione europea vigila sulla "guerra del gas"
tra Russia e Ucraina, anche perché si va “incontro ad una settimana molto fredda che
potrebbe portare ad un notevole aumento dei consumi”, ha affermato il portavoce del
commissario Ue all'energia, Andris Piebalgs, che ha confermato come a Kiev sia in
corso una missione dell'Ue. Il portavoce ha inoltre spiegato che domani, “in una capitale
europea” non precisata, si svolgerà anche un incontro con i rappresentanti dela russa
Gazprom.
India Il governo indiano ha presentato le prove secondo
le quali “elementi pakistani” sarebbero coinvolti negli attentati di Mumbai dello
scorso mese di novembre, nei quali trovarono la morte più di 170 persone. “Abbiamo
trasmesso oggi al Pakistan alcune prove sui legami tra elementi pakistani e i terroristi
che hanno attaccato Mumbai il 26 novembre 2008”, ha dichiarato il ministro degli Esteri,
Mukherjee. “Ci aspettiamo che il governo del Pakistan intraprenda ulteriori indagini:
ciò che è accaduto a Mumbai è un crimine imperdonabile”, ha proseguito il ministro
Mukherjee. Stati Uniti, Gran Bretagna e India accusano degli attacchi un gruppo terroristico
islamico Lashkae-e-Taiba, che secondo le prove raccolte dal governo indiano sarebbe
armato e godrebbe dell’appoggio di “elementi” del regime pakistano.
Somalia Liberati
i due giornalisti rapiti il 26 novembre nella provincia semi-autonoma del Puntland,
nella Somalia settentrionale. Il governo di Madrid e quello francese hanno confermato
la liberazione del fotografo spagnolo Josè Cendon e del giornalista britannico Colin
Freeman, e hanno fatto sapere che stanno bene. Restano invece ancora nelle mani dei
rapitori le due suore italiane, suor Maria Teresa Olivero e suor Caterina Girando,
missionarie del Movimento missionario contemplativo “Charles de Foucauld”, rapite
in Kenya e trasportate in Somalia. E intanto le violenze continuano a sconvolgere
la Somalia: nei giorni scorsi, almeno sette persone sono rimaste uccise in combattimenti
tra gruppi islamici rivali. I soldati etiopici, impegnati in una difficile opera di
pace, stanno ritirandori dal Paese, mentre restano i soldati burundesi ed ugandesi.
Kelsea Brennan - Wessels,del programmainglese, ha raccolto
il commento di mons. Giorgio Bertin, vescovo di Gibuti e amministratore apostolico
a Mogadiscio:
R. -
La situazione, nella Somalia del centro sud, sta cambiando rapidamente. Le forze etiopiche
stanno uscendo, stanno abbandonando il Paese e, al momento, a rappresentare la forza
di mantenimento della pace sono presenti soltanto, a mio parere, circa tremila uomini:
tremila soldati, in gran parte dall’Uganda e in parte minore dal Burundi. E’ chiaro
che tali forze in questo momento, in questi anni, si sono soprattutto difese: per
agire, per poter anche essere più attive, avrebbero bisogno di rinforzi più importanti,
che provengano dall’Africa, ma devono avere anche soprattutto il sostegno della comunità
internazionale. E direi sarebbe cruciale anche, eventualmente, la presenza di militari
che vengano dal mondo arabo-islamico, perché i cosiddetti ribelli - che spesso sbandierano
la bandiera dell’islam – avrebbero un facile gioco nel presentare le truppe attualmente
presenti come truppe o cristiane o di occupazione.
Algeria Entra
nel vivo in Algeria il dibattito politico in vista delle elezioni presidenziali che
si terranno in primavera. Il governo chiede alle organizzazioni internazionali l'invio
di osservatori per garantire “l'imparzialita” dello scrutinio. Il presidente Bouteflika,
ha annunciato il premier Ahmed Ouyahia, citato dall'agenzia algerina Aps, “ha ordinato
al governo di sollecitare responsabili dell'Onu, della Lega araba, dell'Organizzazione
della Conferenza islamica e dell'Unione Africana per l'invio di osservatori in occasione
delle presidenziali”. Il governo tenta così di dare credibilità al prossimo appuntamento
elettorale e rassicurare l'opposizione guidata da Said Saadi, del Raggruppamento per
la cultura e la democrazia (Rcd), che ha posto come condizione per una sua possibile
candidatura la presenza di osservatori stranieri. Nonostante la recente riforma della
Costituzione abbia eliminato il limite dei due mandati per la rielezione, il presidente
della Repubblica, Abdelaziz Bouteflika, in carica ormai da dieci anni, non ha ancora
fatto nessun annuncio ufficiale e, secondo la stampa algerina, potrebbe aspettare
almeno fino a febbraio. Nessun altro candidato di rilievo ha annunciato la sua partecipazione
alla consultazione elettorale.
Immigrazione Dieci immigrati sono
stati sorpresi, all'alba, dai carabinieri a Linosa. Gli stranieri erano appena sbarcati.
Nonostante le ricerche lungo la costa, gli uomini dell'Arma non hanno trovato nessuna
imbarcazione. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 5 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.