2009-01-05 15:02:44

Le Chiese d’Oriente che seguono il calendario giuliano si preparano al Natale. Intervista con il padre ortodosso Vladimir Zelinskij


Le Chiese orientali che seguono il calendario giuliano festeggeranno dopodomani la solennità del Natale. La Chiesa ortodossa russa, in particolare, si appresta a farlo in un clima reso più commosso da celebrazioni che, per la prima volta dopo molti anni, non saranno presiedute dal Patriarca Alessio II, scomparso un mese fa. Sulla spiritualità del Natale delle Chiese orientali - e sulle diversità e le comunanze rispetto alla tradizione d'occidente - Alessandro De Carolis ha intervistato il padre ortodosso, Vladìmir Zelinskij, docente di Letteratura russa all’Università statale di Brescia:RealAudioMP3


R. - Non c’è differenza con la tradizione cattolica, perché il senso del Natale sta nell’Incarnazione del Verbo. Nella tradizione ortodossa, in particolare, c’è una grande ammirazione per questo mistero e, nello stesso tempo, la tradizione ortodossa del Natale porta in sé il ricordo del Crocifisso e sulle icone natalizie possiamo vedere anche una piccola immagine della Croce.
 
D. - Quale importanza hanno le icone nella celebrazione del Natale ortodosso?
 
R. - Le icone hanno l’importanza che sostanzialmente hanno in qualsiasi celebrazione. C’è un’icona classica del Natale, con l’immagine di Maria e la culla: in questa culla vediamo il piccolo Gesù e intorno i pastori, i Magi ecc. C'è da dire che il presepe, adesso, sta penetrando anche nel mondo ortodosso.
 
D. - Gli ortodossi che festeggiano il Natale, osservano, in precedenza, un lungo periodo di astinenza da carne, alcolici, dolci. Da dove nasce questa usanza?
 
R. - Queste sono tradizioni comuni dell’Oriente e dell’Occidente, anche se forse l’Occidente sta un po’ dimenticando questa tradizione, che è comunque apostolica. Noi ortodossi osserviamo quattro digiuni durante l’anno: il digiuno prima del Natale che dura cinque settimane, il digiuno prima della Pasqua, la Grande Quaresima, che dura due mesi; il digiuno prima della Dormizione della Madre di Dio, due settimane in agosto, e infine quello prima della festa dei Santi Pietro e Paolo.
 
D. - Quali sono i suoi sentimenti in questo momento particolare?
 
R. - La festa del Natale, come anche la festa della Resurrezione di Cristo, è anche, direi, la promessa dell’unità alla quale dobbiamo tornare. Dunque, il mio sentimento personale è che io credo nell’unità della Chiesa, credo che le parole di Cristo non sono vane: ci ha chiamato all’unità, un'unità perduta che deve essere ritrovata di nuovo. Il mio pensiero è che il giorno di Natale, il miracolo del Natale, è la chiamata al ritrovamento della nostra unità.







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