Il Papa presiederà domani nella Basilica di San Pietro la Messa per la Solennità dell'Epifania:
"la Chiesa faccia risplendere la luce di Cristo testimoniando l'amore!"
Domani mattina, alle 10.00, il Papa presiederà nella Basilica Vaticana la Messa nella
Solennità dell’Epifania del Signore, seguita dalla tradizionale recita dell’Angelus
con i fedeli radunati in Piazza San Pietro. Entrambi gli eventi saranno seguiti in
diretta dalla nostra emittente. Benedetto XVI, nelle due precedenti celebrazioni di
questa solennità, nel 2006 e nel 2007, ha affermato che l’Epifania invita la Chiesa
a far risplendere la luce di Cristo nel mondo mediante la testimonianza dell’amore
e della verità. Il servizio di Sergio Centofanti.
Nella
Solennità dell’Epifania si celebra la “manifestazione di Cristo alle genti”, rappresentate
dai Magi venuti dall’Oriente. Ma la manifestazione del Dio fatto uomo – sottolinea
il Papa - mette in crisi i nostri criteri: “Nel Bambino di
Betlemme Dio si è rivelato nell’umiltà della ‘forma umana’, nella ‘condizione di servo’,
anzi di crocifisso. E’ il paradosso cristiano. Proprio questo nascondimento costituisce
la più eloquente ‘manifestazione’ di Dio: l’umiltà, la povertà, la stessa ignominia
della Passione ci fanno conoscere come Dio è veramente” (6 gennaio 2006). Gran
parte dell’umanità ancora non conosce il mistero del Bambino di Betlemme. La missione
è ancora agli inizi. La Chiesa – afferma il Papa – “è chiamata a far risplendere nel
mondo la luce di Cristo, riflettendola in se stessa come la luna riflette la luce
del sole”: “Questo dovranno realizzare i discepoli di Cristo:
ammaestrati da Lui a vivere nello stile delle Beatitudini, dovranno attrarre, mediante
la testimonianza dell’amore, tutti gli uomini a Dio: ‘Così risplenda la vostra luce
davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro
Padre che è nei cieli’ (Mt 5,16). Ascoltando queste parole di Gesù, noi, membri della
Chiesa, non possiamo non avvertire tutta l’insufficienza della nostra condizione umana,
segnata dal peccato. La Chiesa è santa, ma formata da uomini e donne con i loro limiti
e i loro errori. E’ Cristo, Lui solo, che donandoci lo Spirito Santo può trasformare
la nostra miseria e rinnovarci costantemente” (6 gennaio 2006).
Il
Papa invita tutti ad accogliere la salvezza che viene da Cristo: “Cristo
è luce, e la luce non può oscurare, ma solo illuminare, rischiarare, rivelare. Nessuno
pertanto abbia paura di Cristo e del suo messaggio!...La sua luce è lo splendore della
verità. Lasciatevi illuminare da Lui, popoli tutti della terra; lasciatevi avvolgere
dal suo amore e troverete la via della pace” (6 gennaio 2007). (canto) Sull'Epifania
ascoltiamo ora la riflessione del vescovo di La Spezia-Sarzana-Brugnato FrancescoMoraglia, al microfono di Tiziana Campisi:
R. –
L’Epifania è la prima manifestazione di Dio all’umanità. Ci aiuta proprio a riscoprire
la grazia nella nostra vita come la presenza di Dio, Dio che si manifesta in un uomo
per salvare l’umanità attraverso la sua grazia. Gesù, quel Bambino posto su un po’
di paglia, è il dono di Dio all’umanità; questo uomo concreto diventa l’interlocutore
di ogni uomo, un uomo come noi che ha una sua genealogia, una sua stirpe, un suo popolo,
una sua cultura, ma che essendo il dono di Dio, parla ad ogni uomo, incontra ogni
uomo. D. – Come leggere oggi, le pagine del Vangelo di Matteo
che raccontano dei Magi giunti a Betlemme per adorare Gesù? R.
– Come Parola di Dio, quindi Parola capace di far chiarezza qui ed ora nella mia vita
perché, essendo una Parola che è accaduta, che si è realizzata, ha quindi la forza
di cambiare ogni vita umana. E’ un richiamo a lasciarci porre quelle domande che questi
saggi e questi sapienti d’Oriente si sono posti; sono dei ricercatori del senso della
vita, dell’assoluto e quindi sono persone che dicono molto la nostra epoca e direi
anche, la rimproverano perché la nostra epoca ha bisogno soprattutto di riscoprire
le domande sul senso. Siamo in un’epoca, in una società legata soprattutto alla tecnoscienza:
"sappiamo tutto" e riusciamo a comprendere sempre meno le cose fondamentali del senso
della vita per noi, per i nostri amici, i nostri conoscenti, le persone a cui noi
vogliamo bene. Noi abbiamo bisogno soprattutto, come uomini di tutti i giorni, di
riscoprire il senso della fede come realtà che cambia il nostro quotidiano.