Domani all'Angelus lo storico corteo "Viva la Befana" nato per sottolineare il significato
spirituale dell'Epifania
Si svolgerà domani a Roma la storica manifestazione “Viva la Befana”, nata per sottolineare
il significato spirituale dell’Epifania quando la festività era stata cancellata dal
calendario civile; ad organizzare l’evento è l’associazione Europae Familia. Per raccontare
la rivelazione del Bambino di Betlemme ai Popoli della terra, un corteo di circa 1.500
figuranti, con bande musicali e gruppi folcloristici, scorterà i Re Magi fino al
Presepe di Piazza San Pietro, dove si unirà alla preghiera dell’Angelus di Benedetto
XVI. Come è tradizione della manifestazione, i Re Magi provengono ogni anno da una
località diversa del territorio italiano; quest’anno giungono da Assisi. Ascoltiamo
in proposito Sergio Balestrini, presidente dell’associazione Europae Familia,
al microfono di Emanuela Campanile:
R. –
Noi abbiamo immaginato che Gesù ogni anno nasca in un luogo diverso, e quest’anno
è come se fosse nato ad Assisi; quindi rappresenteremo i Re Magi che arrivano dall’Umbria,
seguiti da tutta una serie di famiglie della città che rappresentano tutte le tradizioni
del territorio. Perché? Perché noi vogliamo che il dono abbia un significato più pregnante;
allora, il dono più bello che possono fare le famiglie di Assisi alle famiglie del
mondo, è donare la propria storia, la propria cultura e le proprie tradizioni, perché
tramandare le proprie tradizioni significa tramandare anche le tradizioni religiose.
Noi parliamo di un territorio dov’è nato San Francesco, il quale ha dato una svolta
nella cultura, nelle tradizioni.
D. – Vorrei un attimo
sottolineare e mettere a fuoco l’aspetto dell’Epifania come festa del dono...
R.
– Come festa del dono, noi riteniamo che sia molto importante, al di là di quello
che può essere il dono materiale, dire che il dono – quello spirituale, quello morale
– è quello che vale di più.
D. – Il corteo, quest’anno,
seguirà un percorso ideale; quale?
R. – Quest’anno
noi faremo un percorso francescano. Per esempio, quando arriveremo a Roma, la prima
cosa che faremo - come atto di solidarietà, di dono – andremo a trovare il cappellano
del carcere di Regina Coeli, che è un francescano, e consegneremo quattro biciclette,
proprio all’insegna della prossimità e della fratellanza, da destinare a quelle persone
che maggiormente necessitano di un segno di solidarietà, di presenza delle famiglie,
nei confronti delle famiglie meno fortunate.
D.
– Il vescovo di Assisi, mons. Sorrentino, sappiamo che questa sera benedirà i doni
che verranno offerti al Papa; quali sono allora questi doni?
R.
- Quest’anno noi porteremo una tovaglia in puro lino, ricamata in punto Assisi, proprio
a misura dell’altare sul quale lui celebra l’Eucarestia, proprio perché vogliamo che
lui ci senta vicini nel momento in cui celebra la Santa Messa. Quindi, questa è una
simbologia. Un’altra simbologia sta nel leggio: noi regaleremo un leggio reclinabile,
da altare, e su questo leggio è stato rappresentato il monogramma di San Bernardino
da Siena, che fa proprio diretto riferimento al mistero eucaristico, e richiama l’origine
francescana della città serafica. (Montaggio a cura di Maria Brigini)