Al via le celebrazioni del bicentenario della nascita di Louis Braille inventore del
metodo di lettura e scrittura per non vedenti
L’uomo che più di tutti “vinse il buio indicando le vie della cultura”: il francese
Louis Braille, cieco per un incidente dall’età di 4 anni, è il geniale inventore del
metodo di lettura e scrittura per non vedenti. Ieri a Parigi si sono aperte le celebrazioni
del Bicentenario della sua nascita a Calgary, il 4 gennaio 1809. Innumerevoli le iniziative
previste per rendere omaggio alla figura di questo attivo e rivoluzionario esponente
della comunità non vedente, che seppe offrire una preziosa opportunità di emancipazione
sociale e culturale a tutte le persone colpite da cecità. Ma a che a punto siamo nella
diffusione del metodo Braille? Se ne parla in questi giorni nella sede dell’Unesco
a Parigi, dove è in corso un Congresso internazionale dedicato a Louis Braille. Roberta
Gisotti ha intervistato il dott. Nicola Stilla, presidente del Club Italiano
del Braille:
R. –
Io credo che siamo ad un buon punto, nel senso che è un metodo diffuso in tutto il
mondo e lo dimostrano anche il fatto che oggi a questo Convegno sono presenti 46 Paesi
di tutti e cinque i continenti. In ogni caso, va fatto ancora di più perché c’è il
rischio, in questo momento, che altri ausili prendano un po’ il sopravvento – l’informatica
o le voci sonore – che a nostro avviso devono essere invece complementari e non sostitutive
al metodo di lettura e scrittura Braille. D. – Il metodo Braille
è esteso anche ad un metodo musicale? R. – Con il Braille si
può fare tutto: dalla letteratura, alla matematica, alla musica, alle lingue, senza
nessun tipo di problema. Cioè, con questa segnografia è possibile studiare qualsiasi
materia, in quanto è proprio indicato come metodo di lettura e scrittura universale. D.
– Nella diffusione del metodo Braille, ci sono – come in altri settori della vita
sociale – discrepanze tra il Nord e il Sud del mondo? R. – Sì,
sono discrepanze legate spesso alla povertà di alcuni Paesi dove, ovviamente, il non
vedente, la persona che non vede, viene un po’ escluso dalla vita sociale. Noi quest’anno
cercheremo di promuovere maggiormente, come Unione italiana dei Ciechi e Club italiano
del Braille, questo metodo anche nei Paesi in via di sviluppo. Abbiamo avviato a questo
proposito una sottoscrizione pubblica per l’acquisto di almeno 10 mila tavolette per
la scrittura in Braille. D. – Ieri si sono aperte, a Parigi,
le celebrazioni internazionali del Bicentenario. Quali altre iniziative, più importanti,
segneranno quest’anno 2009? R. – Ci saranno diversi momenti
celebrativi. Cito semplicemente la Giornata nazionale del Braille, che in Italia celebreremo
il 21 febbraio con un Convegno aperto prevalentemente al mondo della scuola e alle
istituzioni pubbliche. Poi avremo, a giugno, un altro Convegno internazionale di confronto,
sempre a Parigi, e vi sarà poi una conclusione con un Concorso sul Braille che vedrà
premiati i vincitori a fine anno, quindi a dicembre del 2009. E ovviamente in questo
anno ci saranno diverse iniziative un po’ dovunque, in tutte le parti del mondo. Tutti
gli Stati hanno assunto impegni nei confronti delle istituzioni pubbliche, delle persone
non vedenti e, soprattutto, della scuola, a promuovere questo straordinario e geniale
metodo che permette a tutti i non vedenti di avvicinarsi molto alla cultura.