Le famiglie siano sempre più protagoniste: così il cardinale Antonelli sull'Incontro
mondiale delle famiglie di Città del Messico
Mancano ormai pochi giorni all’inizio del sesto Incontro Mondiale delle Famiglie che
si svolgerà a Città del Messico dal 13 gennaio al 18 gennaio. Tema di questa edizione:
“La famiglia formatrice ai valori umani e cristiani”. Ce ne parla Sergio Centofanti.
Il Papa,
nella sua lettera per la nomina del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone
quale Legato pontificio all’incontro di Città del Messico, ha ricordato che i genitori
sono i primi e principali educatori dei propri figli. “La famiglia – ha detto - è
chiamata a svolgere il suo compito educativo nella Chiesa, partecipando così alla
vita e alla missione ecclesiale”. E ha portato l’esempio di cinque sante famiglie.
I primi ad essere citati sono stati i Santi Basilio ed Emmelia, vissuti nella Cappadocia
del IV secolo, testimoni della fede durante la persecuzione scatenata dall’imperatore
Galerio Massimiano e genitori di ben quattro Santi: i vescovi Basilio Magno, Gregorio
di Nissa e Pietro di Sebaste e santa Macrina, vergine. Benedetto XVI poi ricorda i
Santi Giordiano e Silvia che tanta influenza hanno avuto nell’educazione di San Gregorio
Magno Papa. E poi ancora la Beata Maria Teresa Ferragud Roig che ebbe quattro figlie
suore: tutte uccise in odio alla fede durante la guerra civile spagnola nel 1936.
La madre chiese di morire per ultima per incoraggiare le figlie a restare fedeli a
Cristo. E tutte perdonarono i loro assassini. Nella lettera pontificia sono poi additati
come esempio anche i coniugi Beltrame Quattrocchi, santificati in unavita
di reciproco amore quotidiano: ebbero quattro figli, tutti chiamati alla vita religiosa.
Infine il Papa ha ricordato i genitori di Santa Teresa di Gesù Bambino, i Beati Luigi
Martin e Zelia Guerin che dovettero superare prove difficilissime. Ebbero nove figli:
quattro morti in tenera età, altri colpiti da gravi malattie fisiche e psicologiche.
Santa Teresina diceva: “mi basta guardare papà e mamma per sapere come pregano i Santi”.
Ma quali sono gli obiettivi del sesto Incontro Mondiale delle Famiglie
che si svolgerà a Città del Messico. Pietro Cocco lo ha chiesto al cardinale
Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia:
R.
– Gli obiettivi sono sul versante ecclesiale, più direttamente ecclesiale, obiettivi
di carattere spirituale: favorire la formazione, la preghiera, l’assunzione di responsabilità
delle famiglie cristiane, anche in senso missionario. Dopo il Sinodo sulla Parola
di Dio, e per l’America Latina dopo la grande assemblea di Aparecida, il tema era
“discepoli e missionari”, l’invito è – noi ci collochiamo in questa prospettiva -
che anche le famiglie cristiane si facciano più discepole e più missionarie. Poi c’è
il versante civile: sono invitati anche molti rappresentanti della politica, quindi
di tutto il mondo e qui si cerca appunto di favorire una cultura, una sensibilità
politica, favorevole alla famiglia, alla famiglia autentica, fondata sul matrimonio,
in vista della procreazione e della educazione dei figli. In molti Paesi, un problema
abbastanza drammatico, è quello del calo demografico; è sentito fortemente questo
problema e allora lo si vuol mettere al centro dell’attenzione di tutti.
D.
- Un momento importante di questo incontro mondiale delle famiglie a Città del Messico,
sarà quello della festa delle famiglie…
R. – Saranno
due momenti di grande festa; il sabato 17 gennaio, la festa cosiddetta delle Testimonianze,
sarà una veglia di preghiera imperniata sul Rosario. Le cinque testimonianze riflettono
un po’ la situazione prevalente nei diversi continenti. La famiglia che viene dall’Europa
è una famiglia impegnata nell’evangelizzazione in un ambiente fortemente secolarizzato;
la famiglia che viene dagli Stati Uniti è una famiglia impegnata nel volontariato,
la famiglia che viene dall’America Latina è una famiglia coraggiosa che ha affrontato
situazioni di estrema precarietà, specialmente per quanto riguarda il lavoro ed anche
la salute. La famiglia che viene dall’Africa è una famiglia che dà testimonianza di
condivisione in un ambiente di povertà. Pur avendo poco, tuttavia, si condivide, ecco
la cultura del dare. E poi la famiglia che viene dall’Asia è una famiglia che dà testimonianza
ed opera nel dialogo, pur essendo in un ambiente che discrimina, addirittura, a momenti
di persecuzione anche abbastanza violenta contro i cristiani. Quindi, si fa vedere
come la famiglia cristiana, nei diversi ambienti, nelle diverse situazioni, può essere
luce del mondo e sale della terra.
D. – Le famiglie,
quindi, porteranno il loro bagaglio di gioie, di attese ma anche di bisogno di solidarietà
e di giustizia. Come rispondere a questo?
R. – Una
finalità del congresso, è anche quella di far prendere coscienza, alla pastorale,
che deve incoraggiare le famiglie a diventare protagoniste stesse del loro sviluppo,
aderendo alle associazioni che tutelano i diritti della famiglia. Una politica favorevole
alle famiglie, si può avere solo se ci sono delle associazioni forti e delle reti
di associazioni che portano avanti, nel mondo, la causa della famiglia.