Il dialogo interreligioso tra bilanci e prospettive: intervista dell’Osservatore
Romano al cardinale Tauran
In una lunga intervista all’Osservatore Romano, il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente
del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, traccia un bilancio di quello
che è stato il confronto tra le religioni, soprattutto tra cattolici e musulmani,
nel 2008 e illustra le prospettive sul tema per il nuovo anno. Sulla possibilità di
un dialogo di tipo teologico con l’Islam, il porporato ricorda che nella Dominus Iesus,
dichiarazione sull’unicità e l’universalità salvifica di Gesù e della Chiesa, si fa
la distinzione tra fede teologale (intesa come accoglienza della Verità rivelata di
Dio Uno e Trino) e le credenze presenti nelle altre religioni: non essendo, fede e
credenze, equiparabili, non si può parlare di dialogo teologico tra cristiani e credenti
di altre religioni. E ancora: è necessario precisare l’aggettivo “monoteista”, dal
momento che i cristiani, rispetto agli altri credenti, hanno un rapporto diverso con
Dio e con i testi sacri. Il Cristianesimo non è una “religione del Libro”, ma una
religione della Parola, che è una Persona, cioè Gesù; tuttavia, è possibile un confronto
profondo con le altre religioni su temi quali la creazione, la vita, la famiglia,
la preghiera, il digiuno e la vita eterna. Nel 2008, secondo il cardinale Tauran,
molto si è conquistato sull’importanza dei rapporti tra le persone, dell’impatto di
un’accoglienza cortese e calorosa, e segnala un miglioramento dell’atmosfera degli
incontri con i rappresentanti e i fedeli delle altre religioni, che si sono svolti
all’insegna del rispetto reciproco, della cordialità e del dialogo autentico che non
teme la diversità di vedute. Nell’intervista si è ricordata anche la polemica seguita
alla lettera di Benedetto XVI al senatore Marcello Pera per il suo libro “Perché dobbiamo
dirci cristiani”, quando da più parti si affermò che il Papa negava la possibilità
del dialogo tra le religioni: a questo proposito Tauran ha citato le parole con le
quali il Santo Padre inaugurò il suo Pontificato: “La Chiesa vuole continuare a costruire
ponti di amicizia con i seguaci di tutte le religioni, al fine di ricercare il bene
autentico di ogni persona e della società nel suo insieme”, disse. E qualche mese
dopo, davanti alle comunità musulmane di Germania: “Il dialogo interculturale e tra
le nostre due religioni non può ridursi a una scelta stagionale, è una necessità vitale
da cui dipende in gran parte il nostro futuro”. Più critico, invece, il rapporto con
gli indù: “Più che un conflitto di natura religiosa è un problema di stampo sociale
e politico”, afferma il porporato. Ai cattolici viene rimproverato di promuovere l’emancipazione
sociale, ma la Chiesa locale continuerà sulla strada del dialogo chiedendo ai leader
indù il rispetto della libertà religiosa e di coscienza; ai capi politici la garanzia
di condizioni di sicurezza fisica dei cittadini e un impegno concreto contro discriminazione
e segregazione. Il presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso
ha poi ricordato l’apporto dato dal recente Sinodo dei vescovi, in cui si è potuto
approfondire il messaggio della Parola di Dio e si è messa in risalto la ricchezza
spirituale che le religioni non cristiane rappresentano per tutti. Nel 2009, inoltre,
si celebrerà l’Assemblea speciale del Sinodo dei vescovi per l’Africa, in cui si avrà
modo di analizzare il messaggio che le religioni tradizionali africane lanciano alla
Chiesa e al mondo: da questi appuntamenti il porporato si aspetta molto. “Senza minimizzare
difficoltà e ambiguità - ritiene che - le religioni, malgrado le pecche dei loro adepti,
siano chiamate a essere scuole di umanità e di fraternità. Dialogare con i loro responsabili
è sempre un’esperienza spirituale per far scoprire che la libertà religiosa e l’armoniosa
convivialità sono condizioni indispensabili all’edificazione di una nazione e all’amicizia
tra i popoli”. Tra i primi appuntamenti del nuovo anno, infatti, c’è grande attesa
per il comitato misto per il dialogo tra il Pontificio Consiglio e al-Azhar, in programma
a Roma il 24 e 25 febbraio prossimi, in ricordo della visita di Giovanni Paolo II
ad al-Azhar il 24 febbraio del 2000. (A cura di Roberta Barbi)