2009-01-04 12:08:54

Il cardinale Martino denuncia l'ipocrisia dei Paesi ricchi: elemosine e armi alle nazioni povere


Il 2009 è iniziato purtroppo all’insegna della violenza in molti Paesi: Gaza, Iraq, Afghanistan, Sri Lanka, Congo, Somalia, Sudan, territori dove guerra e povertà generano un circolo vizioso da cui sembra impossibile uscire. Il Papa ha indicato una via: costruire la pace combattendo la povertà. Ascoltiamo in proposito Mario Marazziti, portavoce della Comunità di Sant'Egidio, intervistato da Fausta Speranza: RealAudioMP3


R. – Mi sembra che da troppi anni si pensa alla guerra come ad una soluzione normale, ordinaria, mentre la guerra è solo terribilmente una dispersione di risorse e una distruzione di vite umane e di speranza. Questo ormai appare chiaro anche nelle ultime grandi guerre internazionali, oppure nei tanti conflitti locali. Quindi, noi abbiamo una scarsa capacità immaginativa di pace e di riconciliazione da parte delle leadership, così pure di programmi di riequilibrio mondiale. Vediamo la fatica che si fa sull’allocare risorse vere per una solidarietà internazionale. Tutto questo è una visione di corto respiro. Io credo che tutto il mondo sviluppato ha vissuto sopra le righe. Bisogna smettere di vivere sopra le righe, bisogna ricordarci che o si esce da una crisi insieme o si crea un mondo fatto a bunker, fatto di luoghi che si sentono assediati dai poveri attorno, dove i poveri rischiano di diventare nemici, dove cresce il senso della paura. Abbiamo bisogno di speranza e il Papa, in maniera non ingenua, indica la via: unire il tema della pace al tema della lotta alla povertà, è una via maestra che può aiutare il mondo a riequilibrarsi e quindi, ad eliminare anche cause di violenza - la violenza è anche una forma di guerra diffusa - e cause di nuove e vecchie guerre.

Dietro ogni guerra c’è sete di denaro e di potere, una economia di dominio spesso mascherata di solidarietà. Luca Collodi ne ha parlato con il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace: RealAudioMP3


R. - L’unica ansia del guadagno, del profitto, non è morale, non è etica, perché il capitale, l’impresa, deve non solo servire ad arricchire, ma deve avere un valore sociale. Qui andrebbe fatto un discorso sull’industria delle armi, a cominciare dalle armi nucleari e dalle armi convenzionali; quegli stessi Paesi che dicono e vogliono aiutare i Paesi in via di sviluppo, sono i primi a vendere armi ai Paesi in via di sviluppo, perché nei Paesi in via di sviluppo non si producono armi. E quindi, bisognerebbe, anzi bisogna non solamente aiutare, come un’elemosina, ma dev’essere una compartecipazione, una collaborazione, per dare la possibilità ai Paesi in via di sviluppo di essere protagonisti del proprio sviluppo, di essere protagonisti del loro futuro.







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