2009-01-04 12:31:40

Appello del Papa all'Angelus per la fine del conflitto a Gaza: la guerra e l'odio non sono la soluzione dei problemi


Il Papa all'Angelus, oggi in Piazza San Pietro, ha lanciato un nuovo accorato appello per la fine delle violenze a Gaza e per la pace in tutta la Terra Santa. Ha quindi invitato a contemplare il mistero del Natale di Cristo per trovare un senso profondo per la propria vita. Il servizio di Sergio Centofanti. RealAudioMP3


Benedetto XVI si unisce ai patriarchi e ai capi delle Chiese cristiane di Gerusalemme che oggi hanno invitato i fedeli “a pregare per la fine del conflitto nella striscia di Gaza e implorare giustizia e pace” per la Terra Santa. Ha ricordato quindi “le vittime, i feriti, quanti hanno il cuore spezzato, chi vive nell'angoscia e nel timore, perché Dio li benedica con la consolazione, la pazienza e la pace che vengono da Lui”:

 
“Le drammatiche notizie che ci giungono da Gaza mostrano quanto il rifiuto del dialogo porti a situazioni che gravano indicibilmente sulle popolazioni ancora una volta vittime dell’odio e della guerra. La guerra e l’odio non sono la soluzione dei problemi. Lo conferma anche la storia più recente. Preghiamo, dunque, affinché ‘il Bambino nella mangiatoia... ispiri le autorità e i responsabili di entrambi i fronti, israeliano e palestinese, a un’azione immediata per porre fine all’attuale tragica situazione’”.

 
E il Papa all’Angelus ha esortato a contemplare, “dopo il frastuono dei giorni scorsi con la corsa all’acquisto dei regali”, il mistero del Natale di Cristo, “per coglierne ancor più il significato profondo e l’importanza per la nostra vita”. Spiegando il Prologo del Vangelo di San Giovanni ha sottolineato come l’evangelista sia stato un “testimone oculare” della “novità inaudita e umanamente inconcepibile” del Dio che si è fatto uomo:

 
“Non è la parola dotta di un rabbino o di un dottore della legge, ma la testimonianza appassionata di un umile pescatore che, attratto giovane da Gesù di Nazareth, nei tre anni di vita comune con Lui e con gli altri apostoli ne sperimentò l’amore – tanto da autodefinirsi 'il discepolo che Gesù amava' – lo vide morire in croce e apparire risorto, e ricevette poi con gli altri il suo Spirito. Da tutta questa esperienza, meditata nel suo cuore, Giovanni trasse un’intima certezza: Gesù è la Sapienza di Dio incarnata, è la sua Parola eterna fattasi uomo mortale”.

 
“Per un vero Israelita, che conosce le Sacre Scritture – ha aggiunto - questo non è un controsenso, anzi, è il compimento di tutta l’antica Alleanza: in Gesù Cristo giunge a pienezza il mistero di un Dio che parla agli uomini come ad amici, che si rivela a Mosè nella Legge, ai sapienti e ai profeti”:

 
“Ogni uomo e ogni donna ha bisogno di trovare un senso profondo per la propria esistenza. E per questo non bastano i libri, nemmeno le sacre Scritture. Il Bambino di Betlemme ci rivela e ci comunica il vero ‘volto’ di Dio buono e fedele, che ci ama e non ci abbandona nemmeno nella morte”.

 
La prima ad aprire il cuore e a contemplare “il Verbo che si fece carne” – ha sottolineato - è stata Maria, la Madre di Gesù:

 
“Un’umile ragazza di Galilea è diventata così la ‘sede della Sapienza’! Come l’apostolo Giovanni, ognuno di noi è invitato ad ‘accoglierla con sé’ (Gv 19,27), per conoscere profondamente Gesù e sperimentarne l’amore fedele e inesauribile. E’ questo il mio augurio per ognuno di voi, cari fratelli e sorelle, all’inizio di questo nuovo anno”.

 
Dopo l’Angelus il Papa si è rivolto ai partecipanti al Congresso internazionale su “Sistema preventivo di Don Bosco e diritti umani”, organizzato dai Salesiani. “Si tratta di un tema molto importante – ha detto - perché anche nel campo dei diritti dell’uomo è decisivo l’aspetto educativo”. Infine ha salutato i numerosi seminaristi, venuti da diversi Paesi per un incontro formativo del Movimento dei Focolari.







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