2009-01-03 15:46:52

Malaysia: pressioni contro il maggior settimanale cattolico


Limitare le edizioni multilingue all’inglese, al Mandarino e al Tamil, no all'edizione in malese: The Herald, il maggior settimanale cattolico della Malaysia, Paese in prevalenza musulmano, ha ricevuto questo ordine, nei giorni scorsi, dal Ministero dell’interno. Se rifiuterà di obbedire, potrebbe essere portato davanti al tribunale. Charles Collins ha raccolto la dichiarazione di padre Lawrence Andrews, direttore dell’Herald:RealAudioMP3


R. – The reason for not permitting us to have the Malay section is because of the …
La ragione per cui non ci si vuole consentire di avere una sezione malese è che noi abbiamo intentato una causa contro di loro perché ci hanno proibito di utilizzare il termine malese che indica Dio e che è “Allah”. Ci hanno detto che la parola “Allah” è solo per i musulmani e non per altri. Ma nella lingua malese non esiste altra parola per indicare Dio e noi abbiamo affermato che, proibendoci l’uso di questo termine, il Governo ha violato la nostra libertà d’espressione e di parola, che è garantita dalla Costituzione. Quello che ci hanno fatto è irrazionale, irragionevole e illegale.

 
D. – Cosa rispondete a chi afferma che i cristiani in Malaysia non parlano il malese?

 
R. – It is not true that the population doesn’t speak malay. Since the independence …
Non è vero che la popolazione non parla il malese. Fin dalla sua indipendenza, il Paese ha sostenuto la lingua nazionale, tant’è vero che nelle scuole, dalle elementari alle superiori, la lingua d’insegnamento è il malese. Tutti abbiamo frequentato le scuole pubbliche statali, e l’insegnamento si svolge in lingua malese. Ora, gran parte delle persone che vivono nel Borneo sono nativi e rappresentano più del 50 per cento della popolazione cattolica, e la loro lingua nativa è proprio il malese.

 
D. – Lei ha l’impressione che questo sia segno di una maggiore presenza dell’Islam nella politica, in Malaysia?

 
R. – It looks as though this is becoming so. But very subtly. …
Sembrerebbe di sì, anche se il tutto avviene in maniera molto sottile. In realtà, quando il giornalista del nostro quotidiano locale ha intervistato l’uomo che ha firmato la lettera che ci proibiva di usare la lingua malese, questo ha avvertito che avrebbero osservato in maniera molto attenta il nostro quotidiano, che l’avrebbero monitorato, e che se avessimo violato l’ordinanza emessa, avrebbero adottato misure più severe. Questo è un linguaggio molto duro. Direi che stanno diventando un po’ aggressivi nei nostri riguardi.







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