Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
In questa seconda Domenica di Natale la liturgia ci presenta il Prologo del Vangelo
secondo San Giovanni. L’evangelista scrive:
“In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio… E il
Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi
abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che
viene dal Padre, pieno di grazia e di verità”. Ascoltiamo
il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia all'Università
Lateranense:
“Nel
mirabile Prologo giovanneo il mistero del Natale di nostro Signore Gesù Cristo si
rivela come manifestazione e come implicazione partecipativa. «Dio nessuno l'ha mai
visto» ma in questo Figlio che ci è stato dato «noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre». Non solo, ma il Figlio «nel
quale abita corporalmente tutta la pienezza della divinità» (Col 2, 9) è venuto ad
offrici l'«esegesi» del Padre (exegesato), è venuto a raccontarceLo e a spiegarceLo,
è venuto a parlarci di Lui. Questa manifestazione del Dio che nessuno ha mai visto
e che «abita una luce inaccessibile» (1Tm 6, 16) non si arresta alla rivelazione che
rapisce la mente dell'uomo, ma lo sequestra per intero coinvolgendo la pienezza del
suo essere: spirito, anima, corpo. San Massimo il Confessore spiega come l'unità che
si compie tra Dio e l'uomo nell'Incarnazione del Figlio è stata attuata perché diventi
presente e «operante sempre e in tutti» (Ambigua ad Io., 7). La integrità della umanità
che ora il mondo contempla nel Bambino di Betlemme, è data, in quella precisa e identica
forma, a tutti «coloro che l'accolgono». Questa è la vocazione di ogni uomo, dopo
il Natale del Figlio: essere partecipe della eterna generazione del Figlio dal Padre,
attraverso quel Bimbo «nato da donna». Niente di meno”.