2008-12-31 16:00:30

Scontri e attentati in Afghanistan e Iraq


Nelle ultime ore, diciassette insorti islamici sono stati uccisi in Afghanistan nel corso di due operazioni condotte dalle Forze internazionali in collaborazione con l'esercito afghano. Le aree interessate dalle operazioni sono la provincia di Kabul e il territorio ad est del Paese. Nella provincia di Kabul, a circa 35 km dalla capitale, le truppe americane e afghane hanno ucciso 11 ribelli nel corso di un’operazione contro Hezb-e-Islami, il gruppo armato radicale del capo militare, Gulbuddin Hekmatyar. Sei combattenti islamici sono stati uccisi in bombardamenti aerei durante un'altra operazione condotta ieri unitamente alle forze afghane nell'est del Paese. Secondo altre fonti, negli scontri vi sarebbero state anche vittime civili.

Iraq
Due civili iracheni sono stati uccisi e altri nove sono rimasti feriti stamani dall'esplosione di due ordigni a Mossul, a nord di Baghdad. Sempre dall'esplosione di un ordigno, anche due soldati iracheni, dei quali un ufficiale, sono stati uccisi e altri due feriti nella provincia nord-orientale di Diyala. Intanto, oggi, il governo iracheno ha stipulato due accordi con i rappresentanti di Australia e Gran Bretagna per regolare lo status delle truppe dei due Paesi che rimarranno in Iraq fino al prossimo 31 luglio. Sono state fissate anche le modalità di coordinamento tra l'esercito iracheno e le truppe britanniche e australiane. La stipula dell'accordo è stata resa possibile dopo che il 23 dicembre scorso il parlamento iracheno ha approvato la legge che regola la presenza di truppe straniere non americane entro il 31 luglio 2009. Inoltre, sempre oggi il Ministero del petrolio iracheno ha concesso l'autorizzazione a compagnie straniere per l'esplorazione e l'estrazione in 11 pozzi nel nord-est, sud e sud-est del Paese. Le prime autorizzazioni a compagnie straniere per otto pozzi iracheni erano state concesse a giugno scorso. L'Iraq è il terzo Paese al mondo per riserva di petrolio, ma la sua produzione è ancora limitata a causa dell'insufficienza di infrastrutture determinata da anni di embargo e guerre.

Questione energetica tra Russia e Ucraina
Il colosso energetico russo Gazprom ha annunciato che chiuderà domani i flussi di metano destinati all'Ucraina, dato che non è stato raggiunto nessun accordo sul rinnovo dei vecchi contratti, né saldato totalmente il debito di Kiev verso Mosca. Il numero due di Gazprom, Aleksandr Medvedev, ha precisato che la chiusura potrà avvenire, in caso di mancato accordo dell'ultimo minuto, alle 10 del mattino, ora di Mosca, le 8 italiane. Kiev ha minacciato di sequestrare il metano in transito nei suoi tubi verso l'Europa se Mosca chiuderà il rubinetto ucraino. La fine dell'anno ripete dunque un copione ben noto nei tesi rapporti energetici fra Russia e Ucraina: a poche ore dalla scadenza dell'ultimatum di Mosca, la mezzanotte di oggi, per un nuovo accordo a prezzi "europei", le parti continuano ad essere distanti. I media parlano della possibile visita in extremis della premier, Iulia Timoshenko, magari con un pacchetto di offerte politiche. Ma i suoi portavoce al momento non escludono nè confermano l'eventualità.

Belgio
La crisi di governo più drammatica e lunga della storia del Belgio, che da un anno si regge con un esecutivo a singhiozzo, si è risolta con una incredibile velocità 48 ore dopo l'incarico assegnato dal re Alberto II al cristiano-democratico fiammingo, Herman Van Rompuy. Il nuovo staff ha giurato oggi e venerdì prossimo è previsto il voto di fiducia del parlamento. Quasi sostanzialmente invariato rispetto al Leterme I, il nuovo governo sarà guidato da Van Rompuy, proprio colui che più volte nei giorni scorsi aveva dichiarato di non voler diventare il nuovo premier. “Premier suo malgrado”, lo ha definito la stampa belga. Invariati gli equilibri nell'ambito della coalizione dei cinque partiti di maggioranza, due fiamminghi e tre francofoni (cristiano-democratici fiamminghi o Cvd di cui fa parte Van Rompuy, cristiano-democratici francofoni, liberali fiamminghi e quelli francofoni e i socialisti francofoni): tutti i nuovi incarichi rispettano infatti la precedente distribuzione politica. Van Rompuy succede a Yves Leterme, uscito di scena lo scorso 19 dicembre dopo essere stato accusato di aver fatto pressioni sulla giustizia nell'ambito del salvataggio della Banca Fortis. Primo incarico del nuovo esecutivo sarà proprio stabilire i confini della commissione d'inchiesta che farà luce sul "Fortisgate". Bisogna ricordare che a giugno 2009 il Paese andrà alle urne per delicate elezioni amministrative.

Malawi
Nella capitale del Malawi, Lilongwe, è esplosa la scorsa settimana un'epidemia di colera, che avrebbe causato finora 11 morti, mentre i contagiati risultano essere 248. Una parte del Malawi è vicina allo Zimbabwe, dove dalla metà dello scorso agosto il colera ha già ucciso almeno 1.608 persone, stando ai dati forniti ieri dall'Organizzazione mondiale per la sanità. Da tempo, si denuncia il rischio di contagio ai Paesi vicini.

Da domani per un anno la Grecia è presidente dell’OSCE
La Grecia assumerà domani e per la durata di un anno la presidenza dell'Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), in un periodo segnato dalla pesante crisi economica e finanziaria mondiale e dalle conseguenze del conflitto armato dello scorso agosto tra Russia e Georgia. Il ministro degli Esteri ellenico, Dora Bakoyannis - che illustrerà le priorità della presidenza greca il 15 gennaio prossimo nella sede dell'Osce a Vienna - ha tuttavia già posto l'accento sui punti fermi del suo programma. Atene “dedicherà un'attenzione tutta particolare alla regione del Caucaso e dell'Asia centrale, in particolare dopo la crisi in Georgia”, ha detto il ministro il mese scorso, parlando a una riunione di ambasciatori e annunciando una serie di visite nella regione del Caucaso sin dall'inizio del mandato di presidenza dell'Osce. Per il ministro degli Esteri greco, la crisi caucasica “può essere l'occasione per costruire un nuovo sistema di sicurezza sulla carta geopolitica dell'Europa che tenga conto dell'allargamento dell'Unione europea, della Nato e del ruolo strategico della Russia”, Paese quest'ultimo con il quale la Grecia mantiene relazioni strette.

Bangladesh
Gli osservatori dell'Unione europea hanno convalidato le elezioni legislative in Bangladesh, vinte dalla ex premier Sheikh Hasina, affermando che il voto è stato credibile e che esso è stato riflesso della "volontà del popolo del Bangladesh”. Proprio l'ex primo ministro del Bangladesh ha ribadito che le elezioni sono state libere e trasparenti e ha invitato l'opposizione ad accettare la sconfitta. Hasina ha pure chiesto cooperazione, invitando la sua storica rivale, egualmente ex primo ministro, Khaleda Zia, ad accettare il verdetto elettorale, e dichiarandosi nel contempo disponibile a dividere il potere con la coalizione sconfitta, attribuendole posizioni in parlamento e anche a livello ministeriale. Alla sua prima conferenza stampa dopo la vittoria, Hasina ha detto che essa vale per tutta la nazione e che il suo governo lavorerà con tutti nell'intento di stabilire una nuova cultura politica.

Filippine
Una persona è morta ed altre quattro sono rimaste ferite ieri sera in due diversi episodi terroristici sull'isola di Mindanao, nel sud delle Filippine. Vicino alla città di Esperanza un kamikaze è morto ed un poliziotto è rimasto ferito per l'esplosione accidentale della bomba artigianale che l'attentatore portava addosso: l'ordigno è esploso durante un controllo della polizia ad un posto di blocco. In un sobborgo di General Santos, tre persone - tra le quali un poliziotto - sono rimaste ferite nella deflagrazione di un ordigno lanciato contro un posto di polizia. Nella città di Isulan, invece, la polizia ha disinnescato alcuni ordigni esplosivi piazzati in un bus. Nel sud delle Filippine sono attivi i ribelli separatisi del Fronte Moro islamico di liberazione (Milf).

Coree
Quattro cittadini nordcoreani sono fuggiti nella Corea del sud, che hanno raggiunto via mare a bordo di una barca, secondo quanto riferito da una fonte dei servizi segreti di Seul che non ha fornito dettagli sull'episodio. L'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap ha precisato da parte sua che i quattro fuggitivi erano componenti di una stessa famiglia fuggiti a bordo di una piccola barca di legno. Sono stati tratti in salvo da un nave sudcoreana, che li ha intercettati al largo delle coste occidentali del Paese. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza) 
 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 366
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