2008-12-29 14:36:00

L'Africa nel cuore del Papa per il 2009: il bilancio dell'anno e le nuove prospettive nell'intervista di padre Lombardi


Quello che sta per concludersi è un anno che ha visto Benedetto XVI impegnato su molti fronti: dai viaggi pastorali da un estremo all’altro del globo al dialogo ecumenico e interreligioso; dalla difesa dei cristiani perseguitati nel mondo al richiamo ai grandi valori contro gli eccessi prodotti dalla grave crisi economica che ha colpito il pianeta. Il direttore della Sala Stampa vaticana, e nostro direttore generale, padre Federico Lombardi, traccia un bilancio di questi mesi, con uno sguardo alle aspettative ecclesiali per il 2009:RealAudioMP3

R. - Direi che il Pontificato ha trovato perfettamente la sua linea come annuncio della fede cristiana, con un magistero di livello straordinario, e anche come affermazione dei valori essenziali per il bene dell’umanità di oggi e di domani. Un annuncio positivo, che si presenta al mondo di oggi senza timidezza, e mi pare che i grandi viaggi internazionali - in particolare di quest’anno - abbiano manifestato questa cifra.
 
D. - Quali "fotogrammi" ci portiamo via dal viaggio negli Stati Uniti, con la visita all’Onu, dalla Gmg di Sydney e dalla visita a Lourdes?
 
R. - Spicca, certamente, il discorso di Benedetto XVI davanti all’Assemblea delle Nazioni Unite e, certamente, la sua preghiera a Ground Zero, quella che forse ha toccato più profondamente l’animo degli americani. Per quanto riguarda la Giornata mondiale della gioventù, abbiamo i grandissimi momenti di abbraccio tra il Santo Padre e la splendida, gioiosa assemblea dei giovani. In Francia, certamente il Papa ha potuto presentare il suo magistero in un modo positivo, ascoltato con attenzione non solo dalla Chiesa ma anche dal mondo culturale francese, raggiungendo quindi quello scopo di dialogo tra la Chiesa e il mondo di oggi che tutti desideravamo.
 
D. - Sul fronte dell’ecumenismo e del dialogo con l’Islam, questo 2008 segna sicuramente dei progressi importanti…
 
R. - Sì. Per l’ecumenismo, l’immagine che forse ci rimane più presente è quella del discorso di Bartolomeo I, al Sinodo dei Vescovi: il Patriarca ecumenico che annuncia in modo molto intenso l’amore per la Parola di Dio nella tradizione ortodossa. E cosa ci può unire di più che questo andare insieme alla radice della nostra fede? Per quanto riguarda il dialogo interreligioso, nel campo del rapporto con l’Islam probabilmente il momento più significativo è stato quello del recente Forum cattolico-musulmano, nel quale la Dichiarazione finale ha dimostrato che sono stati trattati veramente con onestà e con chiarezza i punti dei diritti umani, della libertà religiosa, che sono cruciali nel rapporto con l’Islam.
 
D. - Il 2008 è anche caratterizzato come Anno Paolino, e Benedetto XVI da alcuni mesi sta dedicando le sue catechesi dell’udienza generale all’Apostolo delle genti. Cosa si aspetta il Santo Padre da questo momento celebrativo che prosegue anche nel 2009?
 
R. - L’Anno Paolino non è forse qualcosa che viene molto rilevato dalla grande stampa laica internazionale , ma nella vita della Chiesa è molto importante. In questo, la catechesi del Papa è un aspetto molto importante del suo servizio, nel quale egli mette veramente a frutto la grande profondità della sua cultura teologica e la sua grande spiritualità. E’ una via per aiutare il popolo cristiano a ritrovare - in rapporto con la figura appassionata di apostolo, come è quella di San Paolo - l’atteggiamento di missionarietà, di desiderio di annunciare questo dono della fede che si è ricevuto. Anche a livello ecumenico, questo Anno Paolino è importante: molto interessante è come gli ortodossi, in particolare, l’abbiano sposato come una delle chiavi della loro pastorale nel corso di quest’anno.
 
D. - Padre Lombardi, l’evento ecclesiale più significativo dell’anno è stato sicuramente il Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio dello scorso ottobre. E’ il segno della rilevanza che il Papa attribuisce a questo tema fondamentale per la vita del cristiano?
 
R. - E' stata un’esperienza particolarmente felice. Il clima era estremamente sereno e ciò è una cosa molto importante, perché ci sono state sul tema della Parola di Dio tante discussioni - sull’esegesi, sul metodo storico critico, e così via. Invece, mi pare che si sia sperimentato e messo in luce come la comunità della Chiesa attualmente sia serenamente matura per una lettura che - pur tenendo conto di tutte le dimensioni culturali e critiche che bisogna considerare nel leggere il testo sacro - viene compiuta nella fede della Parola di Dio come nutrimento e fondamento della sua vita cristiana. E direi che il Papa ha dato il suo contributo con il libro su Gesù, che è un libro esemplare di lettura spirituale-teologica della Scrittura e di comunicazione agli altri di questa lettura.
 
D. - Benedetto XVI ha mostrato, in più occasioni, una grande attenzione per la crisi economica mondiale. Aspettando la sua Enciclica sociale, il Papa torna a ribadire la centralità della persona umana anche nei rapporti economici…
 
R. - Certamente. Una cosa che mi sembra significativa è che tutte le persone - credenti o non credenti - hanno capito molto facilmente che alla base del tipo di crisi economica che si sta verificando ci sono delle componenti etiche. C’è stata cioè una ricerca del guadagno attraverso una dinamica della finanza slegata dalla produzione, dalla laboriosità effettiva, e questo si paga. Il fatto che il Papa ritorni spesso su questo argomento dice non solo la sua partecipazione alle sofferenze e alle difficoltà che tante persone portano in conseguenza di questa crisi, ma anche il richiamo al fatto che per uscirne - per ricostruire un’economia più degna dell’uomo e più solida, più rispondente alle esigenze della persona umana e della sua dignità - bisogna riuscire a costruire l’economia su valori fondamentali per uno sviluppo equo, solidale, giusto per tutti.
 
D. - Passiamo ad un altro tema che ha caratterizzato il 2008: la persecuzione dei cristiani in varie parti del mondo, in particolare nello Stato indiano dell’Orissa. Benedetto XVI non ha mai mancato di dare voce a chi non ha voce…
 
R. - Sì. In particolare, la situazione in India e anche, per certi aspetti, quella nel Medio Oriente, sono connesse al fatto che, purtroppo, nel mondo di oggi i fondamentalismi sono in grande crescita e questo porta a negare il rispetto per la fede, per la credenza degli altri, ad emarginare, ad usare violenza nei confronti di chi ha una fede diversa. E' un problema molto grosso. Nel Medio Oriente avviene altrettanto: il fatto che tanti cristiani vengano spinti ad emigrare, vengano messi in condizioni molto difficili di vita, è un segno che un equilibrio di civiltà, di convivenza - che ha potuto durare per secoli, anche se attraverso vicende diverse - è messo in questione. E per noi, come persone religiose, è uno dei fatti più drammatici del tempo di oggi: che il nome di Dio, che la religione come tale, siano occasione di tensione e di violenza invece che di armonia, di amore e di contributo ad una costruzione dell’umanità di oggi nella pace. Su questo dobbiamo essere molto consapevoli e non abbassare assolutamente la guardia.
 
D. - E’ alle porte il 2009, già si conoscono le mète di alcuni viaggi del Papa, tra cui anche la visita in Terra Santa. Ma è in programma anche il Sinodo per l’Africa, in ottobre, preceduto dal viaggio che Benedetto XVI compirà in Africa in marzo. Inoltre, come detto, si aspetta la pubblicazione della terza Enciclica, quella a carattere sociale. Quali aspettative si possono nutrire per l’anno ormai alle porte?
 
R. - E' evidente che diversi punti sui quali si nutrono delle aspettative sono tuttora problematici: bisognerà essere piuttosto prudenti nel guardare a questo anno che inizia. Un elemento però chiaro è quello dell’attenzione all’Africa. Grandi sono le sofferenze di tanti popoli dell’Africa: sono spaventosi massacri di poveri, sono situazioni di fame, come quella dello Zimbabwe in questi giorni… Cosa dobbiamo fare perché non solo queste situazioni limite, drammatiche, vengano superate ed evitate, ma perché un continente dalle grandi potenzialità, dalle grandissime risorse non solo materiali ma soprattutto umane, possa dare il suo contributo all’umanità e alla Chiesa di oggi e di domani? L’impegno del Papa ci dà un esempio, ma tutti dovremo guardare verso questo continente nell’anno che viene.







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