L'Africa nel cuore del Papa per il 2009: il bilancio dell'anno e le nuove prospettive
nell'intervista di padre Lombardi
Quello che sta per concludersi è un anno che ha visto Benedetto XVI impegnato su molti
fronti: dai viaggi pastorali da un estremo all’altro del globo al dialogo ecumenico
e interreligioso; dalla difesa dei cristiani perseguitati nel mondo al richiamo ai
grandi valori contro gli eccessi prodotti dalla grave crisi economica che ha colpito
il pianeta. Il direttore della Sala Stampa vaticana, e nostro direttore generale,
padre Federico Lombardi, traccia un bilancio di questi mesi, con uno sguardo
alle aspettative ecclesiali per il 2009:
R. - Direi
che il Pontificato ha trovato perfettamente la sua linea come annuncio della fede
cristiana, con un magistero di livello straordinario, e anche come affermazione dei
valori essenziali per il bene dell’umanità di oggi e di domani. Un annuncio positivo,
che si presenta al mondo di oggi senza timidezza, e mi pare che i grandi viaggi internazionali
- in particolare di quest’anno - abbiano manifestato questa cifra. D.
- Quali "fotogrammi" ci portiamo via dal viaggio negli Stati Uniti, con la visita
all’Onu, dalla Gmg di Sydney e dalla visita a Lourdes? R. -
Spicca, certamente, il discorso di Benedetto XVI davanti all’Assemblea delle Nazioni
Unite e, certamente, la sua preghiera a Ground Zero, quella che forse ha toccato
più profondamente l’animo degli americani. Per quanto riguarda la Giornata mondiale
della gioventù, abbiamo i grandissimi momenti di abbraccio tra il Santo Padre e la
splendida, gioiosa assemblea dei giovani. In Francia, certamente il Papa ha potuto
presentare il suo magistero in un modo positivo, ascoltato con attenzione non solo
dalla Chiesa ma anche dal mondo culturale francese, raggiungendo quindi quello scopo
di dialogo tra la Chiesa e il mondo di oggi che tutti desideravamo. D.
- Sul fronte dell’ecumenismo e del dialogo con l’Islam, questo 2008 segna sicuramente
dei progressi importanti… R. - Sì. Per l’ecumenismo, l’immagine
che forse ci rimane più presente è quella del discorso di Bartolomeo I, al Sinodo
dei Vescovi: il Patriarca ecumenico che annuncia in modo molto intenso l’amore per
la Parola di Dio nella tradizione ortodossa. E cosa ci può unire di più che questo
andare insieme alla radice della nostra fede? Per quanto riguarda il dialogo interreligioso,
nel campo del rapporto con l’Islam probabilmente il momento più significativo è stato
quello del recente Forum cattolico-musulmano, nel quale la Dichiarazione finale ha
dimostrato che sono stati trattati veramente con onestà e con chiarezza i punti dei
diritti umani, della libertà religiosa, che sono cruciali nel rapporto con l’Islam. D.
- Il 2008 è anche caratterizzato come Anno Paolino, e Benedetto XVI da alcuni mesi
sta dedicando le sue catechesi dell’udienza generale all’Apostolo delle genti. Cosa
si aspetta il Santo Padre da questo momento celebrativo che prosegue anche nel 2009? R.
- L’Anno Paolino non è forse qualcosa che viene molto rilevato dalla grande stampa
laica internazionale , ma nella vita della Chiesa è molto importante. In questo, la
catechesi del Papa è un aspetto molto importante del suo servizio, nel quale egli
mette veramente a frutto la grande profondità della sua cultura teologica e la sua
grande spiritualità. E’ una via per aiutare il popolo cristiano a ritrovare - in rapporto
con la figura appassionata di apostolo, come è quella di San Paolo - l’atteggiamento
di missionarietà, di desiderio di annunciare questo dono della fede che si è ricevuto.
Anche a livello ecumenico, questo Anno Paolino è importante: molto interessante è
come gli ortodossi, in particolare, l’abbiano sposato come una delle chiavi della
loro pastorale nel corso di quest’anno. D. - Padre Lombardi,
l’evento ecclesiale più significativo dell’anno è stato sicuramente il Sinodo dei
Vescovi sulla Parola di Dio dello scorso ottobre. E’ il segno della rilevanza che
il Papa attribuisce a questo tema fondamentale per la vita del cristiano? R.
- E' stata un’esperienza particolarmente felice. Il clima era estremamente sereno
e ciò è una cosa molto importante, perché ci sono state sul tema della Parola di Dio
tante discussioni - sull’esegesi, sul metodo storico critico, e così via. Invece,
mi pare che si sia sperimentato e messo in luce come la comunità della Chiesa attualmente
sia serenamente matura per una lettura che - pur tenendo conto di tutte le dimensioni
culturali e critiche che bisogna considerare nel leggere il testo sacro - viene compiuta
nella fede della Parola di Dio come nutrimento e fondamento della sua vita cristiana.
E direi che il Papa ha dato il suo contributo con il libro su Gesù, che è un libro
esemplare di lettura spirituale-teologica della Scrittura e di comunicazione agli
altri di questa lettura. D. - Benedetto XVI ha mostrato, in
più occasioni, una grande attenzione per la crisi economica mondiale. Aspettando la
sua Enciclica sociale, il Papa torna a ribadire la centralità della persona umana
anche nei rapporti economici… R. - Certamente. Una cosa che
mi sembra significativa è che tutte le persone - credenti o non credenti - hanno capito
molto facilmente che alla base del tipo di crisi economica che si sta verificando
ci sono delle componenti etiche. C’è stata cioè una ricerca del guadagno attraverso
una dinamica della finanza slegata dalla produzione, dalla laboriosità effettiva,
e questo si paga. Il fatto che il Papa ritorni spesso su questo argomento dice non
solo la sua partecipazione alle sofferenze e alle difficoltà che tante persone portano
in conseguenza di questa crisi, ma anche il richiamo al fatto che per uscirne - per
ricostruire un’economia più degna dell’uomo e più solida, più rispondente alle esigenze
della persona umana e della sua dignità - bisogna riuscire a costruire l’economia
su valori fondamentali per uno sviluppo equo, solidale, giusto per tutti. D.
- Passiamo ad un altro tema che ha caratterizzato il 2008: la persecuzione dei cristiani
in varie parti del mondo, in particolare nello Stato indiano dell’Orissa. Benedetto
XVI non ha mai mancato di dare voce a chi non ha voce… R. -
Sì. In particolare, la situazione in India e anche, per certi aspetti, quella nel
Medio Oriente, sono connesse al fatto che, purtroppo, nel mondo di oggi i fondamentalismi
sono in grande crescita e questo porta a negare il rispetto per la fede, per la credenza
degli altri, ad emarginare, ad usare violenza nei confronti di chi ha una fede diversa.
E' un problema molto grosso. Nel Medio Oriente avviene altrettanto: il fatto che tanti
cristiani vengano spinti ad emigrare, vengano messi in condizioni molto difficili
di vita, è un segno che un equilibrio di civiltà, di convivenza - che ha potuto durare
per secoli, anche se attraverso vicende diverse - è messo in questione. E per noi,
come persone religiose, è uno dei fatti più drammatici del tempo di oggi: che il nome
di Dio, che la religione come tale, siano occasione di tensione e di violenza invece
che di armonia, di amore e di contributo ad una costruzione dell’umanità di oggi nella
pace. Su questo dobbiamo essere molto consapevoli e non abbassare assolutamente la
guardia. D. - E’ alle porte il 2009, già si conoscono le mète
di alcuni viaggi del Papa, tra cui anche la visita in Terra Santa. Ma è in programma
anche il Sinodo per l’Africa, in ottobre, preceduto dal viaggio che Benedetto XVI
compirà in Africa in marzo. Inoltre, come detto, si aspetta la pubblicazione della
terza Enciclica, quella a carattere sociale. Quali aspettative si possono nutrire
per l’anno ormai alle porte? R. - E' evidente che diversi punti
sui quali si nutrono delle aspettative sono tuttora problematici: bisognerà essere
piuttosto prudenti nel guardare a questo anno che inizia. Un elemento però chiaro
è quello dell’attenzione all’Africa. Grandi sono le sofferenze di tanti popoli dell’Africa:
sono spaventosi massacri di poveri, sono situazioni di fame, come quella dello Zimbabwe
in questi giorni… Cosa dobbiamo fare perché non solo queste situazioni limite, drammatiche,
vengano superate ed evitate, ma perché un continente dalle grandi potenzialità, dalle
grandissime risorse non solo materiali ma soprattutto umane, possa dare il suo contributo
all’umanità e alla Chiesa di oggi e di domani? L’impegno del Papa ci dà un esempio,
ma tutti dovremo guardare verso questo continente nell’anno che viene.