2008-12-27 15:13:54

Emergenza a Lampedusa: nuovi sbarchi di immigrati


Situazione al collasso nel centro di prima accoglienza di Lampedusa, nel sud Italia. Nelle ultime 24 ore, 5 diversi sbarchi hanno portato sull’isola 1095 immigrati. Attualmente la struttura, con una capienza di 800 posti, ospita oltre 1500 persone. Per fronteggiare l’emergenza, la prefettura di Agrigento ha previsto nel pomeriggio il trasferimento di centinaia di immigrati a Brindisi e Crotone. In mattinata, intanto, il ministro dell’Interno Maroni ha chiesto telefonicamente al collega degli Esteri Frattini di “intervenire ufficialmente nei confronti delle autorità libiche”. Sulla situazione Paolo Ondarza ha intervistato padre Stefano Nastasi, parroco della chiesa di San Gerlando a Lampedusa:RealAudioMP3

R. – Dalle notizie che noi abbiamo, la cifra va tra le 1400 e le 1550 persone all’interno del centro ma ci sono altri barconi che prevedono di arrivare nel pomeriggio.

 
D. – Questo sulla base di notizie che vi sono giunte, perché voi non avete la possibilità di accedere all’interno del centro in qualsiasi momento?

 
R. – Noi non abbiamo possibilità di accedere all’interno del centro di accoglienza se non su richiesta da parte dell’amministrazione del centro. Non sempre è facile entrare anche quando noi lo chiediamo espressamente. Tante volte, magari come ora, c’è un’emergenza in corso allora, di conseguenza, loro preferiscono lavorare liberamente senza presenze esterne come la nostra.

 
D. – L’ultima volta che siete potuti entrare, quale situazione avete potuto vedere?

 
R. – E’ una situazione, nonostante i numeri, tutto sommato serena, anche se è chiaro che può variare perché quando ci sono 1400 persone, è una realtà che va in emergenza in quanto il centro ne può ospitare al massimo 800.

 
D. – Da dove provengono quelli giunti nelle ultime ore?

 
R. – Sono per buona parte egiziani ma credo che ci sia un buon numero di somali. Molto spesso si tratta di un disagio enorme, sia a livello economico ma anche tante volte a livello politico, perché provengono da realtà dove c’è una guerriglia in corso e allora, tra la morte e la vita, scelgono quella vita possibile che potrebbe rifiorire nell’immigrazione.

 
D. – Quindi di tratta di rifugiati?

 
R. – Per buona parte, sì. Su 1400 persone, allo stato attuale abbiamo una presenza almeno di 200 minori che seguono lo status dei rifugiati politici. E’ un elemento da andare a considerare perché, già da qualche mese, ci sono arrivi sempre più frequenti di minori o di donne.

 
D. – Nella sua esperienza, ritiene che queste ondate di sbarchi provochino un atteggiamento di accoglienza da parte degli italiani, oppure di razzismo?

 
R. – Di razzismo io non direi; sicuramente innescano un atteggiamento magari di impotenza dinanzi a tale fenomeno; quello che si chiede da parte di tutti, è una presenza più forte o forse diversa da parte dello Stato.

 
D. – E lo Stato, il governo, non fa abbastanza, attualmente?

 
R. – Nei rapporti internazionali, penso di no.

 
D. - Il ministro dell’Interno Maroni ha telefonato oggi al ministro degli Esteri Frattini, chiedendogli di intervenire ufficialmente nei confronti della Libia…

 
R. – Sicuramente, se non altro, per il fatto che è un punto di passaggio in base agli accordi stipulati precedentemente. Da parte nostra ci si aspetta magari un atteggiamento diverso: da parte della Libia, un controllo ulteriore in merito ai flussi che arrivano in Italia.







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