2008-12-25 16:44:31

Messaggio augurale della Conferenza episcopale boliviana per il Natale


Il messaggio di "speranza, fratellanza e pace" della Conferenza episcopale della Bolivia questa notte è risuonato in tutte le chiese del Paese, come sempre stracolme di fedeli per assistere alla Santa Messa di Natale in occasione della quale, il segretario dell'Episcopato, il vescovo della diocesi di El Alto, mons. Jesús Juárez, ha pubblicato un messaggio augurale in nome di tutti i vescovi. "Che l'arrivo di Immanuel, Dio con noi - scrive il presule - ci ponga davanti alla nostra fede e che questa festa dell'Incarnazione sia l'opportunità propizia per aprire i nostri cuori alla nascita di Dio in mezzo al suo popolo, dove si manifesta per donare speranza, fratellanza e pace". La Chiesa in Bolivia, nel cui grembo vivono "fedeli di tutte le età, nazionalità e culture", "in ogni luogo, dalle grandi città agli angoli più sperduti del Paese, condivide con tutti i figli e le figlie di questa nostra patria benedetta la sua gioia e la sua speranza per la nascita del Salvatore e, dunque, rinnova i suoi aneliti di riconciliazione, di unità e di pace per il nuovo anno 2009". Con lo sguardo sulle molte vicende, delicate e laceranti, che si lascia alle spalle l'anno che sta per finire e soprattutto guardando al futuro, mons. Juárez scrive ancora: "Che la celebrazione di questo Natale ci permetta di contemplare con cuore sincero l'Incarnazione di Dio" e di ricordare che "nella persona di Gesù, assumendo la nostra natura, si fa presente tra noi Dio stesso e ci rivela la sua missione rivolta all'umanità tutta. Dio desidera condividere la nostra storia, in modo speciale la storia di coloro che ripongono in Lui la loro speranza: i poveri, gli ultimi, gli emarginati". Se il 2008 per il popolo boliviano è stato irto di ostacoli e spesso l’unità e la coesione sociale nonché la pace sono state messe a repentaglio, le prospettive per il 2009 non appaiono più facili, in particolare per via della crisi economica internazionale che già fa sentire le sue conseguenze negative sui più deboli e meno protetti. Un antidoto per affrontare meglio le probabili difficoltà, in particolare quelle politiche di fronte al referendum popolare per decidere il 25 gennaio sul testo della nuova Costituzione, secondo i vescovi boliviani è la famiglia. Perciò, oggi più che mai, "occorre contemplare la mangiatoia di Betlemme - osserva mons. Jesús Juárez - per essere capaci di recuperare i valori profondi del focolare, accogliendo e rispettando il dono della vita, dando valore all'incontro fraterno, alla solidarietà e al dialogo tra i suoi membri". Ricordando, come hanno detto in passato a più riprese i presuli della Bolivia, che l’intera "nazione è una famiglia", il Segretario dell’episcopato sottolinea che “il Signore viene incontro ad ogni persona e si fa presente in ogni avvenimento e ci riempie di amore e di pace". "Che la nascita del Salvatore, conclude il presule, che libera l'umanità dal peccato, dall'ingiustizia, dal dolore e apre le porte a un mondo più giusto, fraterno e solidale, ci liberi dalla superbia, dall'egoismo, dai sentimenti di odio e di rancore e anche delle tentazioni di divisioni fra fratelli". Dio è con noi oggi, ieri e sempre e ci invita “ad accogliere i suoi doni: la libertà e la dignità dei figli suoi". Da parte sua il presidente della Conferenza episcopale, l'arcivescovo di Santa Cruz, cardinale Julio Terrazas, salutando il popolo boliviano, per ricordare ancora una volta il senso vero e profondo delle feste natalizie, ha invitato tutti "a parlare della straordinaria bontà di Dio" e soprattutto "a parlare con Lui della nostra libertà e del destino che ci ha preparato. È il momento di ascoltare e ricevere la sua Parola come lo fece Maria sapendo che il Natale non è altro che l'ingresso della gioia di Dio nei nostri cuori e nella nostra storia". (A cura di Luis Badilla)







All the contents on this site are copyrighted ©.