Messaggio augurale della Conferenza episcopale boliviana per il Natale
Il messaggio di "speranza, fratellanza e pace" della Conferenza episcopale della Bolivia
questa notte è risuonato in tutte le chiese del Paese, come sempre stracolme di fedeli
per assistere alla Santa Messa di Natale in occasione della quale, il segretario dell'Episcopato,
il vescovo della diocesi di El Alto, mons. Jesús Juárez, ha pubblicato un messaggio
augurale in nome di tutti i vescovi. "Che l'arrivo di Immanuel, Dio con noi - scrive
il presule - ci ponga davanti alla nostra fede e che questa festa dell'Incarnazione
sia l'opportunità propizia per aprire i nostri cuori alla nascita di Dio in mezzo
al suo popolo, dove si manifesta per donare speranza, fratellanza e pace". La Chiesa
in Bolivia, nel cui grembo vivono "fedeli di tutte le età, nazionalità e culture",
"in ogni luogo, dalle grandi città agli angoli più sperduti del Paese, condivide con
tutti i figli e le figlie di questa nostra patria benedetta la sua gioia e la sua
speranza per la nascita del Salvatore e, dunque, rinnova i suoi aneliti di riconciliazione,
di unità e di pace per il nuovo anno 2009". Con lo sguardo sulle molte vicende, delicate
e laceranti, che si lascia alle spalle l'anno che sta per finire e soprattutto guardando
al futuro, mons. Juárez scrive ancora: "Che la celebrazione di questo Natale ci permetta
di contemplare con cuore sincero l'Incarnazione di Dio" e di ricordare che "nella
persona di Gesù, assumendo la nostra natura, si fa presente tra noi Dio stesso e ci
rivela la sua missione rivolta all'umanità tutta. Dio desidera condividere la nostra
storia, in modo speciale la storia di coloro che ripongono in Lui la loro speranza:
i poveri, gli ultimi, gli emarginati". Se il 2008 per il popolo boliviano è stato
irto di ostacoli e spesso l’unità e la coesione sociale nonché la pace sono state
messe a repentaglio, le prospettive per il 2009 non appaiono più facili, in particolare
per via della crisi economica internazionale che già fa sentire le sue conseguenze
negative sui più deboli e meno protetti. Un antidoto per affrontare meglio le probabili
difficoltà, in particolare quelle politiche di fronte al referendum popolare per decidere
il 25 gennaio sul testo della nuova Costituzione, secondo i vescovi boliviani è la
famiglia. Perciò, oggi più che mai, "occorre contemplare la mangiatoia di Betlemme
- osserva mons. Jesús Juárez - per essere capaci di recuperare i valori profondi del
focolare, accogliendo e rispettando il dono della vita, dando valore all'incontro
fraterno, alla solidarietà e al dialogo tra i suoi membri". Ricordando, come hanno
detto in passato a più riprese i presuli della Bolivia, che l’intera "nazione è una
famiglia", il Segretario dell’episcopato sottolinea che “il Signore viene incontro
ad ogni persona e si fa presente in ogni avvenimento e ci riempie di amore e di pace".
"Che la nascita del Salvatore, conclude il presule, che libera l'umanità dal peccato,
dall'ingiustizia, dal dolore e apre le porte a un mondo più giusto, fraterno e solidale,
ci liberi dalla superbia, dall'egoismo, dai sentimenti di odio e di rancore e anche
delle tentazioni di divisioni fra fratelli". Dio è con noi oggi, ieri e sempre e ci
invita “ad accogliere i suoi doni: la libertà e la dignità dei figli suoi". Da parte
sua il presidente della Conferenza episcopale, l'arcivescovo di Santa Cruz, cardinale
Julio Terrazas, salutando il popolo boliviano, per ricordare ancora una volta il senso
vero e profondo delle feste natalizie, ha invitato tutti "a parlare della straordinaria
bontà di Dio" e soprattutto "a parlare con Lui della nostra libertà e del destino
che ci ha preparato. È il momento di ascoltare e ricevere la sua Parola come lo fece
Maria sapendo che il Natale non è altro che l'ingresso della gioia di Dio nei nostri
cuori e nella nostra storia". (A cura di Luis Badilla)